Siamo nel 2000, l’inizio del nuovo millennio, la WWE risponde sempre meglio, settimana dopo settimana, all’offensiva della WCW con una zona main event più che mai gremita di lottatori che col tempo diventeranno delle leggende. Tutto il mondo freme per sapere come continuerà ogni storyline, e la compagnia sembra non sbagliare un colpo, fino a quando…
Con l’inizio della McMahon-Helmsley Era il duo Stephanie-Triple H ha un potere enorme, e con un potere così grande tra le mani serve qualcuno a salvaguardia del duo, e Triple H ha le persone giuste per un compito così importante: la D-Generation X. Riforma il gruppo che l’ha portato alla ribalta anni prima e con loro rende ancora più difficile la vita del resto dello spogliatoio, a partire da Mankind. e la prima vittima è Mick Foley. L’uomo del popolo, quello disposto a sacrificare il suo corpo senza alcun ritegno prova a fermare The Game alla Royal Rumble come Cactus Jack, il più violento dei suoi alterego, in uno street fight match, il campione viene messo a dura prova sia fisicamente che verbalmente, ha di fronte a sé un folle che non vuole saperne di mollare. Riesce a colpirlo con una Pedigree sulle puntine da disegno, pensa sia finita, ma no, si rialza ancora una volta al conto di due, ma anche Jack ha un limite, e dopo una seconda Pedigree rimane a terra dando la vittoria al suo avversario.
Mick ha perso un’altra volta. Ha perso un’opportunità fondamentale, se l’è lasciata sfuggire. Nella puntata di Raw immediatamente successiva alla Rumble chiede a Triple H l’ultimissima chance, un ultimo scontro per il titolo. Il campione accetta, lascia scegliere la stipulazione all’avversario, ma mette una condizione: se Foley perderà, dovrà ritirarsi. Foley accetta, e sceglie l’Hell in a cell come stipulazione per l’incontro, la stipulazione che già una volta lo ha quasi ucciso, questa volta sarà la vetrina della sua vittoria più importante.
Ci prova, si impegna, porta Barbie, la sua mazza da baseball ricoperta di filo spinato, vola sangue, lottano intorno a tutta la gabbia, dentro, fuori, arrivano sulla cima e sembra quasi che la vittoria di Foley sia ad un passo…ma ancora una volta, sul più bello, Mick fallisce, mentre cerca di far finire Triple H su Barbie con una Piledriver, viene lanciato a terra, e finisce schiantandosi dentro il ring. Il campione torna nel ring, colpisce ancora con una Pedigree e vince il match. Mick Foley è ufficialmente ritirato.
La costruzione di Wrestlemania 16 si delinea così con due macrostorie: da un lato la rincorsa di The Rock per il titolo mondiale contro l’invincibile Triple H, dall’altra la faida interna tra i McMahon. Infatti la McMahon-Helmsley Era inizia con la vittoria di Hunter su Vince McMahon decretando il suo addio dalla compagnia, e il potere passa ufficialmente a Stephanie. A No Way Out Big Show e The Rock si giocano il main event di Wrestlemania 16 vinto da The Rock con la Royal Rumble, e proprio quando sembra che The Rock abbia la vittoria in pugno, Shane McMahon fa il suo ritorno colpendo il Great One con una sedia, lasciando vincere Big Show e lanciando un messaggio: sorellina, stiamo venendo a prendervi. La vittoria di Big Show non è stata corretta, viene rimessa in palio la title-shot a Raw, e questa volta non è Shane a lasciar vincere il suo uomo, ma un ritornante Vince McMahon, che dà il suo appoggio a The Rock. In famiglia tutti vogliono il controllo totale della compagnia, e tutti vogliono spodestare il controllo di Stephanie, e tra questi tutti si unisce anche Linda McMahon. Lei tira fuori dal mazzo la sua carta segreta, una vecchia conoscenza di Triple H, qualcuno che non ha niente da perdere e che vuole solo vederlo perdere: Mick Foley.
Così rendono ufficiale il main event di Wrestlemania come un elimination match valido per il WWE Championship tra 4 lottatori con i 4 McMahon all’angolo di ognuno dei contendenti, andando a chiudere tutti i fili narrativi lasciati aperti nel tempo, aprendo un nuovo, enorme capitolo nella storia della WWE.