Masato Tanaka e Mike Awesome. Già così dovrei avere la vostra attenzione. Parlai di un loro match diverso tempo fa, del loro ultimo scontro sul ring nel 2005 a One Night Stand, ma questa fu solo la fine di una storia immensa, fatta di più di 150 match, non tutti in singolo, passando per 20 anni, dal 1994 a quell’unico scontro in WWE. I match tra loro non avevano una storia a fare da collante, la voglia di battere l’altro bestione che si aveva davanti era l’unico movente per entrambi, la voglia di spaccare la faccia all’altro, di non farlo rialzare più, di prendersi un vantaggio sulla propria nemesi. Benvenuti nel 1998.
I due portano il loro feud cominciato nel 1994 nella Frontier Martial Art, promotion giapponese, in America dopo moltissimi match combattuti sia in singolo che in coppia, con stipulazioni a dir poco estreme, e quale miglior federazione in cui portare due lottatori pronti ad usare ogni tipo di arma pur di far impazzire il pubblico se non la ECW? La compagnia, dopo aver trovato la propria fortuna negli ultimi anni offrendo stili diversi da quelli offerti dalla WWF e dalla WCW, attraverso la ricerca di lottatori che potessero lottare in match molto più tecnici, con lottatori come Dean Malenko o Chris Benoit, lottatori che potessero esportare da territori come il Messico o il Giappone degli stili poco presentati dalle altre compagnie, con lottatori come Eddie Guerrero o Rey Mysterio, o lottatori che erano pronti a sacrificarsi anima e corpo pur di far urlare i fan fino a fargli perdere la voce. Tanaka e Awesome, però, sono quasi un ibrido di tutta questa descrizione: due lottatori che non hanno paura di essere colpiti in testa con sedie o di essere lanciati su tavoli con Powerbomb, Tanaka che dal Giappone si porta dietro lo stile molto simile alla lotta libera, fatto di tentativi per atterrare l’avversario con calci e pugni, Awesome, nonostante la sua imponente stazza, non ha paura di volare dalle corde, e non si lascia certo pregare per farlo.
Il loro match a Heat Wave del 1998 da a chi guarda tutto quello che i due hanno da offrire, e anche un po’ di più. Non c’è molto da dire sulla costruzione, quanto sul coraggio dei due nel colpirsi con manovre spericolate, come powerbomb su tavoli, colpi in testa non protetti e molto, molto altro. È bello da vedere quanto doloroso, ma è anche importante per quello che verrà nel futuro. Infatti è proprio grazie a loro due che oggi possiamo avere lottatori come Keith Lee o Dominik Dijakovic, dei mostri per la loro stazza, che hanno nel loro arsenale mosse potentissime, ma dall’altro lato volano come fossero dei cruiserweight. Senza il loro contributo, oggi, forse, il wrestling sarebbe molto meno divertente.