È quasi assurdo pensare come un singolo momento, un momento in cui non si sta troppo a pensare, possa cambiare il destino non solo dei soggetti coinvolti, ma di compagnie e famiglie intere. È veramente assurdo come un abbraccio dato tra amici, un gesto di affetto tra 4 amici, porterà a conseguenze così enormi. È incredibile vedere come l’ultimo abbraccio tra il Kliq abbia rivoltato completamente la storia della WWF e della WCW.

Di quattro persone coinvolte nell’incidente 2, Nash e Hall, non erano più nella compagnia e uno, Shawn Michaels, era il campione mondiale, non potevano punire nessuno di loro, ma il quarto, Hunter Hearst Helmsley, lui avrebbe pagato per le azioni di tutti, e avrebbe capito che non si scherza con Vincent Kennedy McMahon. Grazie a ciò, la vittoria del King of the Ring passò quindi dal futuro Triple H ad un altro giovane in rampa di lancio: Steve Austin. Lui è l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto, ed è proprio grazie a questa prima chance che il pubblico si innamora del suo personaggio, un ribelle che va contro tutto e tutti, che sia un padre di famiglia o il capo, lui è un ottimo volto per la nuova WWF.

Bret Hart si prende una pausa dopo Wrestlemania 12, e al suo ritorno a RAW lancia una sfida a quello che lui ritiene essere il miglior lottatore nella compagnia a Survivor Series, e questa persona è proprio “Stone Cold” Steve Austin. Il match fu memorabile, e dopo una battaglia estenuante Hart riesce a portarsi a casa la vittoria, ottenendo un rematch contro Sycho Sid per il titolo mondiale al prossimo PPV. Hart arriva nel match con un doppio malus, avendo da un lato una minaccia incombente in Shawn Michaels seduto al tavolo di commento, e dall’altra Steve Austin che con i suoi giochi mentali lo ha innervosito sempre di più, rendendolo più impulsivo, ma anche più vulnerabile. Il caso vuole che proprio questi due fattori lo portano a perdere la sua chance. Dopo una distrazione di Austin che cerca per primo di intervenire venendo bloccato da Owen Hart e British Bulldog, Michaels arriva arriva sul ring completa il lavoro di Sid, facendo perdere il canadese. Tutto è andato contro di lui, tutto quello che lui si aspettava lo avrebbe fregato lo ha fregato, e guardandosi intorno trova la causa di tutta questa disgrazia, Shawn Michaels, e lo attacca per chiudere lo show.

La storia tra Austin e Bret continua nei mesi verso Wrestlemania, prima alla Royal Rumble dove Hart elimina l’avversario solo per essere gettato fuori dal ring proprio dallo stesso texano rientrato a tradimento e illegalmente, poi nell’episodio di Raw successivo alla sua vittoria del titolo massimo, dove lo riperde dopo 24 ore proprio a causa dell’ennesima interferenza di Steve Austin. I fatti si fanno sempre più gravi, Hart non sopporta più questa situazione e vuole giustizia una volta per tutte, vuole Austin un’ultima volta, uno contro uno, un arbitro imparziale in un submission match. Solo così si dimostrerà chi sia il più forte tra i due.

Il destino qui ci mise lo zampino. Il match che avvenne a Wrestlemania 13 non sarebbe in realtà dovuto avvenire, in quanto nelle menti dei piani alti nello stesso PPV ci sarebbe dovuto essere il rematch tra Hart e Michaels combattuto un anno prima, mettendo in mezzo i valori che entrambi rappresentavano e la loro voglia di sconfiggere una volta per tutte la propria nemesi. Ma per puro caso Michaels è costretto da un infortunio a saltare lo show, lasciando la compagnia nella posizione scomoda di trovare un sostituto, e per la seconda volta l’uscita di scena di un membro del Kliq favorì l’ascesa di uno dei più grandi wrestler di sempre: Stone Cold Steve Austin.