Erano gli anni ‘90, la prima metà. Lungi da sapere quello che sarà il suo futuro, Mick Foley è frustrato. La WCW non ha intenzione di portarlo avanti come Main Eventer, la WWF non sa cosa farsene, e quindi gli si prospetta un futuro di incertezze e piccole federazioni. Ma ha un sassolino che vuole togliersi dalla scarpa, ha un’ultima opportunità in WCW, non per scalare le gerarchie, ma per dimostrare che è pronto a giocarsela con i grandi: il finale del feud con Vader a Halloween Havoc 1993. Entrambi sono conosciuti per i loro stili sul ring, uno molto duro, l’altro estremo  e senza paura di provare dolore. Foley voleva dare un grande spettacolo, e Vader non vuole essere da meno, e la tipologia di match va solo a dargli man forte: un texas death match.

Le regole sono:

  • Nessuna squalifica;
  • Gli schienamenti valgono in tutta l’arena;
  • Dopo uno schieramento, l’arbitro conterà fino a 10, se l’avversario schierato non riesce ad alzarsi, avrà perso.

Nel match usano tutto l’utilizzabile, Foley vuole però che il finale sia la chicca, vuole che Vader lo colpisca dalla terza corda mentre lui è a terra sulla rampa d’ingresso. Nella mente di Foley questo era il massimo del pericolo, rischiava il collo, le costole e altro solo per questo spot dato il peso dell’avversario. Una volta finito il match, si accorge però che il suo pronostico è stato molto più terribile di quanto non fosse la realtà, si, faceva male, ma non così tanto. E così rimane deluso, perché quel match, così importante per lui, sarebbe potuto finire in modo ancora più eclatante.