A Punk non andava più giù il fatto di non essere al top. Ci era quasi riuscito con la sua Pipebomb, aveva quasi raggiunto il ruolo di Main Eventer fisso, ma a Vince non bastava; ci ha riprovato con l’aiuto di Paul Heyman, sfidando addirittura l’Undertaker per la sua striscia di imbattibilità, ma nemmeno questo ha funzionato. L’unico modo per riuscire a tornare in carreggiata è capire cosa, in quell’ultimo periodo l’ha portato a perdere così pesantemente: Heyman stesso. Perché appena messo da parte Punk, è tornato sui suoi passi per riprendersi il primo degli ingrati, Brock Lesnar, perché Punk è stato solo una pedina sulla sua scacchiera, non un pezzo da novanta. Non contava nulla, ci ha provato, da quando è arrivato Paul cerca di usarlo al meglio, ma Punk non ci riesce a rimanere in alto, il suo comportamento è deleterio, la sua attitudine cozza col resto della compagnia. Al contrario di Brock Lesnar lui non ha l’aura di potenza, non porta i soldi, non è dominante. Perché Heyman dovrebbe continuare a sprecare tempo e forze su un cavallo zoppo? Ma Punk non ci sta, vuole Brock, e Heyman sarà al suo angolo, per vedere quanto il suo pezzo da 90 non sia altro che un ronzino. Brock accetta, ma alle sue condizioni: sarà un No Holds Barred match, una vera e propria carneficina, e la data è fissata a Summerslam.
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