In questa rubrica ho scritto in tutte le salse di Mick Foley, un uomo che ha combattuto con tutto sé stesso pur di rimanere ancora un minuto sul ring, e che più volte ha rischiato seriamente la vita pur di intrattenere chi guardava. Questa volta è un po’ diverso, perché anche se questo che vi andrò a raccontare è un match trito e ritrito, è quel non plus ultra che tutt’ora si cerca di raggiungere, e con Foley che ha iniziato uno standard di estremo mai raggiunto da nessuno fino a quel momento in un ambiente mainstream.

Ragioniamo prima di tutto sulla storia che ha portato ad un massacro simile. Andiamo leggermente indietro, prima ancora che la faida iniziasse. Dopo aver combattuto il primo Hell in a Cell match della storia contro Shawn Michaels, Mick si ritrova a chiacchierare e ad ascoltare i consigli e le considerazioni che Terry Funk, suo idolo e grandissimo amico, ha da fargli, e tra una risata e una paternale dice una frase che a posteriori considererà assolutamente sbagliata: “Sai Mick, ti saresti dovuto far lanciare giù dalla gabbia!”. Mick lo guarda, ci pensa su, e ridendo dice: “Si, così posso rialzarmi e farmi buttare giù un’altra volta”. Ma il suo viso diventa serio in un lampo, si ferma un secondo e parlando tra sé e sé dice: “Lo posso fare…”. Mai parole furono più maledette.

La storia tra i due in vista del match non era molto articolata, Taker è alla ricerca di vendetta contro Paul Bearer, colui che ha portato Kane in WWF per distruggere il suo vecchio protetto dall’interno. Il loro faccia a faccia aspetterà, però, perché il becchino vuole distruggere a sua volta Bearer dall’interno, colpendo prima tutti i suoi alleati.

Ora, tutto, e sottolineo TUTTO in questo match è fuori dagli schemi. Partiamo dall’inizio, da Mankind che decide di non entrare direttamente nella gabbia, ma decide di salire sul tetto ad aspettare l’avversario con una sedia in mano, un’idea di Funk data a cuor troppo leggero, appena Taker arriva inizia una scazzottata sullo stesso tetto, e nemmeno due minuti dopo l’inizio Mankind viene lanciato direttamente a terra. Il tempo si ferma, Funk pensa di aver perso un amico, il pubblico non sa come reagire, e subito arrivano le barelle per portare via quel che rimane di Mick Foley. La cella si alza con il becchino in cima, e sembra che il match sia finito così.

E invece no, preso dal momento si rialza dalla barella, stacca ogni tipo di supporto e riparte alla carica, d’altronde l’aveva promesso: “Rialzarmi e farmi ributtare giù un’altra volta”. Corre sul tetto di nuovo, con il pubblico incredulo, e al commento che sperano non stia tentando di continuare. Ma il piccolo di casa Foley vuole continuare,torna su, Taker lo accoglie a braccia aperte, e lo colpisce con una Chokeslam così devastante da distruggere la gabbia stessa, facendo volare l’avversario una seconda volta con una sedia in faccia.

È finita, deve finire qui…ma no, Mankind si rialza di nuovo, continua a lottare con tutte le sue forze, anche se sembra più un manichino piuttosto che un essere umano, ma riesce comunque a difendersi, come se nulla fosse. Colpi, armi, nulla lo ferma dall’arrivare fino a dove lui vuole arrivare, e ci riuscirà, anche senza qualche dente né memoria dell’accaduto, ma ce la fa, riuscendo incredibilmente ad arrivare ad oggi tutto intero.