Ci sono alcuni momenti della storia che hanno cambiato tutto, che sia in meglio o in peggio: la nascita dell’NWO, Ultimate Warrior che batte Hulk Hogan, il debutto di Ric Flair in WWF con il titolo NWA alla vita. A Wrestlemania 17 la storia cambiò di nuovo.
Erano passati quasi due anni dal primo vero scontro tra The Rock e Steve Austin a Wrestlemania 15, i loro destini si erano divisi, e, per un caso o per un altro, non si incrociano. I nomi cambiano nel frattempo,la WCW sta morendo, la ECW è sulla via del fallimento, volti nuovi e conosciuti iniziano a presentarsi nella corte dei McMahon per un’opportunità, sia essa piccola o grande. Questo è il 2000.
The Rock vive sulla cresta dell’onda, riesce a rimanere in voga come uno dei face di punta della compagnia, soprattutto grazie a di Triple H e Vince McMahon, due cattivi che rendono la vita di tutti i vari impiegati un vero inferno, andando a rinnovare il tema madre che ha reso imperdibile ogni puntata di Raw per le interazioni tra il capo cattivo e Steve Austin. Per quanto riguarda quest’ultimo, il 2000 non fu proprio un’ottima annata, conclusa con un infortunio al collo molto fastidioso, che lo costringe all’operazione chirurgica. Non è pronto però per appendere gli stivali al chiodo, l’operazione va bene e torna non appena ne ha la possibilità.
Sin dal suo ritorno, però, la zona alta della card è altamente sovrappopolata da Triple H, Kurt Angle e The Rock, e con dei nomi così pesanti, nonostante il passato di Austin, serviva un modo per riportare l’interesse generale verso di lui, e il momento adatto si presenta alla Royal Rumble. Tutto inizia con il match valido per il titolo mondiale: dopo parecchio overbooking l’arbitro rimane svenuto a terra per parecchio tempo, regalando ampio spazio sia a Triple H che a Kurt Angle per poter sfruttare qualsiasi tipo di tattica, anche sleale. Proprio quando Helmsley va per cercare il suo marchio di fabbrica, lo sledgehammer, Austin arriva sul ring e lo ferma prima che il peggio potesse accadere. Perché tutto ciò? Perché Triple H per primo aveva attaccato Austin durante la sua chance contro Angle. Occhio per occhio si direbbe. Hunter viene colpito da una Stunner, e su un Austin che se ne ve bellamente fiero di sé, un Angle devastato riesce a schienare il contendente.
Ma la serata non finisce qui, in quanto la ciliegina sulla torta è il Royal Rumble Match. L’incontro viene dominato da Kane, il Big Red Monster fa razzia di corpi ed elimina uno dopo l’altro avversario dopo avversario. Con il numero 27 arriva Steve Austin. Mentre cammina per arrivare al ring, però, viene attaccato da Triple H. Lo malmena fino a farlo sanguinare, ma vuole umiliarlo come Austin ha fatto con lui poco prima, quindi non lo elimina, ma lo lascia sanguinante a bordo ring. Vari avversari continuano ad entrare, ed Austin non è di certo uno che molla, e in pochissimo tempo, con una maschera di sangue, arriva finalmente sul ring, ed inizia a fare razzia con Kane e The Rock. Riesce a rimanere in piedi nonostante i colpi subiti, e arriva tra gli ultimi tre con gli altri due. L’adrenalina sale e colpisce subito Rocky con una Stunner, seguita da una Lou Thesz Press su Kane. Rock arriva subito da davanti e lo colpisce con una Rock Bottom, per poi cercare di eliminarlo. Kane si accorge di tutto, e subito cerca di prendere due piccioni con una fava, eliminando non uno, ma due lottatori contemporaneamente. Austin riesce a rientrare sul ring, ma per Rock non c’è nulla da fare, tocca terra e viene eliminato. Ultimi due. Kane colpisce subito Austin con una Chokeslam, ma non rimane giù, allora decide di finire una volta per tutte il lavoro iniziato da Triple H, prende una sedia e va a colpirlo, ma il Texas Rattlesnake risponde, si difende e riesce a bloccare il colpo. Colpisce una Stunner, ma non va giù. Ruba la sedia ed inizia a colpire con tutte le forze rimaste sulla testa del gigante fino a quando non è alle corde. Prende tutto il fiato che può e gli corre incontro col braccio teso. Kane finisce fuori dal ring. Austin va a Wrestlemania. Ma contro chi?
No Way Out. The Rock ha la sua possibilità di rifarsi contro lo stesso avversario che lo ha spogliato del titolo mondiale. La storia dietro è abbastanza contorta, e il filo conduttore dietro tutto ciò è la voglia di rivalsa. Rock non ci sta ad aver perso quel titolo, lo rivuole, lo merita. E dopo settimane di incertezza, dopo aver perso opportunità per diventare il primo contendente al titolo una volta, dopo aver perso in un match non titolato contro lo stesso campione una volta, finalmente ha la sua opportunità. Dopo l’intervento esterno di Big Show che manda giù tutti quanti, falsi finali a non finire, The Rock ci riesce, e si riprende ci che è suo creando uno scenario che tutti desideravano, ma che troppo a lungo non si è concretizzato: il rematch contro Steve Austin a Wrestlemania.
La costruzione finale per l’incontro non è monumentale, quanto il finale, qualcosa che la WWE ha saputo costruire perfettamente, qualcosa di veramente inaspettato…