La settimana scorsa, durante il classico episodio di Smackdown (l’ultimo in terra Americana prima dell’approdo in Europa), la Bloodline ha rimodulato il suo assetto da campioni. Solo Sikoa, sempre più padre/padrone nella stable, ha deciso di riassegnare i titoli di coppia ai fratelli Tongani, esautorando della cintura colui il quale aveva contribuito a conquistarla, Jacob Fatu. Non che quest’ultimo avesse bisogno di tali riconoscimenti, anzi, è forse il membro del gruppo più impressionante in termini di capacità sul ring e personaggio, ma questa decisione di “devolvere” la cintura in maniera del tutto arbitraria non mi è piaciuta affatto. Il criterio a cui ci siamo abituati in WWE, ma a dire il vero un po’ ovunque ci sia competizione, è che, i trofei, si conquistano sul ring. Non si diventa campioni per grazia ricevuta.
Quando la WWE assegna “ad libitum” una cintura, ad campione inaugurale, o ad uno conveniente, fatico a non storcere il naso. Però, in questo caso, me ne dispiaccio un po’ meno. Tanga Loa, nelle cui mani il titolo tag è passato, ne ha disperato bisogno. Purtroppo ha avuto poco spazio per poter esibire le proprie qualità nel lottato e, i suoi interventi, sono diventati materiale per i video comici su internet. In tali occasioni, il lottatore ha sbagliato i tempi, o i calcoli, e ciò che ne è venuto fuori è quello che, alcuni benpensanti, amano definire “botch” (errori). Una cintura da campione può dargli l’occasione di mostrare anche altro di sé stesso, e magari, farsi apprezzare un po’ di più dal pubblico (che, in maniera impietosa, recentemente gli ha urlato contro you can’t wrestle). Per cui, questa manovra di dargli il titolo di coppia, pur non avendolo mai vinto sul quadrato, può salvargli la carriera.
Altra cosa per cui non dispero è che Jacob Fatu, come già scritto poco prima, è l’atleta che più ci sta deliziando di questo nuovo gruppo. Rispetto al suo trascorso nelle indy ha perso peso, quindi risulta più agile e dinamico sul ring. Le sue manovre aeree sono eseguite anche meglio di suoi colleghi più leggeri di lui, e il suo carisma è inevitabile da percepire. Azzardo una ipotesi: Forse è l’unico, di questa Bloodline 2.0, che si sta costruendo una strada futura da percorrere. Anche più di Solo. E non per demerito di quest’ultimo, ma per la positiva impressione che ha fatto il primo. E forse non sono neanche l’unico a pensarla così; Infatti, la WWE, ci ha profilato il figlio di Tonga Kid come l’unico in grado di tenere testa, quando non di soverchiare, l’Original Tribal Chief. Neppure Sikoa è riuscito in tale impresa. Quando si dice che l’allievo supera il maestro.