Lettori di ZonaWrestling, buonasera o buongiorno. Finalmente ci siamo. Dopo peripezie varie e crossover inattesi, siamo qui riuniti per il Draft più importante della storia. Si, tranquilli, non sto parlando di quello WWE. Vi parlo di quello AEW. Che non ha quella nomenclatura ma ci si avvicina nell’importanza, storica per la federazione di Tony Khan. Si passa a due roster e, permettetemi di dirlo, era ora. Andiamo a snocciolare pro, contro, divagando come piace a me tra un paletto e l’altro del ring, come negli spotfest più energici stile PWG.

Finalmente, a meno di cambi repentini di programma, ci siamo. La AEW va pesantemente All In. Con uno dei giochi di parole più scontati dell’universo, l’annuncio del PPV più importante della storia recente in quel di Jacksonville avrà pesantissime ripercussioni sulla continuità che la seconda promotion statunitense vuole dare per essere davvero un competitor del colosso WWE. Perché l’intento è ormai chiaro. L’alternativa per eccellenza, con un network pesante dietro e tante, troppe idee. Spesso confuse.

Collision sembra, intanto, dietro l’angolo. Il nuovo main show AEW, al sabato sera, con CM Punk protagonista. Non voglio aprire parentesi su uno dei miei wrestler preferiti di sempre, tanto importante nell’economia “wrestlinghiana” del nuovo millennio quanto un grandissimo deficiente. Ma la AEW non poteva, per me, fare altrimenti. Mediare, ricucire. Un contratto, pluriennale e pesante. Un network, Warner Bros Discovery, che lo vuole come uomo di punta. Possiamo stare ore a disquisire sulla bontà o meno di questa decisione, ma una cosa è chiara: Punk ci ha fatto un favore, anzi più di uno. Andiamo per gradi.

Ricollocazione e snellimento, via Elevation dentro Collision. Rampage di sfondo

Diciamoci la verità. Esclusi pochissimi picchi, Rampage è stato solamente tempo perso per i nostri reporter e la maggioranza dei suoi fan. I numeri, sul suolo americano, fanno oggettivamente la figura che meritano (schifo) e lo show, otto volte su dieci, è poco valido. Si, alcuni match degni di nota, ma uno sfondo di casualità e storyline quasi assenti da far “disaffezzionare” anche il fan più incallito. Il secondo show AEW che, per un motivo o per l’altro, non guardava nessuno. Forse aveva addirittura più importanza Dark, ma su quel concetto arriviamo a breve.

Rampage deve essere un contorno. Come ogni show registrato che si rispetti, deve essere un qualcosa di secondario, un qualcosa per provare cose nuove, lanciare nuove star, testare reazioni della folla. Con tutti i crismi, in maniera analoga di quanto succede con Dark. Grazie al cielo Elevation ha preso il volo verso l’eternità (RIP) e la ricollocazione degli show, nonché la gestione delle registrazioni, ora raggiunge connotazioni semplici. Nel mio immaginario, se fossi Tony Khan, la scaletta e lo snellimento sarebbe alquanto scontato: registrazione Dynamite/Rampage, come oggi accade, il mercoledì e Collision/Dark della settimana successiva in un unico tapings del sabato. Ma torniamo ai discorsi seri, queste “schedule” a voi fregano poco (almeno che non siate problematici come il sottoscritto).

Draft, divisione dei roster… chiamatelo come volete ma era NECESSARIO

Sinceramente non ho avuto voglia di vedere quanti atleti sotto contratto avesse la AEW. Ma se tirate giù la colonnina nella pagina dedicata del sito ufficiale, non finisce, fate prima a prendervi un caffè. Contando inoltre le aggiunte una tantum dalla NJPW e dalla ROH, il gioco è pressoché fatto. Poco spazio per tutti e molti scontenti. Ma la divisione del roster può ridare un senso a tutta questa lunga ed infinita lista di talenti. Con un solo show principale i soliti noti ed, oggettivamente, i più bravi, si prendono le luci della ribalta. Non c’è spazio per tutti, gente come Miro finisce lontana dai riflettori per mesi, ma basta pensare anche ad Andrade, giusto per citarne un altro. Se dunque ci saranno davvero roster, che chiamerò ironicamente Amici di Phil vs Nemici di Brooks, sicuramente ci saranno molte più possibilità per tantissimi talenti sottoutilizzati e messi lì quasi a far numero, con una gestione migliore anche dei top (e magari anche dei titoli). E’ una cosa logica, che ogni mente dovrebbe partorire, nonché una conseguenza decisamente scontata. Con Dark e Rampage secondari, con qualche spunto, ma senza andare a gravare su una programmazione settimanale che ogni fan cerca di incastrare tra qualche uscita, il lavoro e se va bene un po’ di interazioni sociali.

Warner Bros Discovery ha dunque richiesto sia il secondo show che CM Punk. Ma perché? I soldi? Ovvio, ma anche la risonanza. L’AEW, e l’ammiro moltissimo per la scelta, vuole riempire Wembley. La piantina dei biglietti parla chiaro, si punta ai 90.000. Un numero folle, forse irraggiungibile forse no. Se penso al primo All In, ancor prima della sigla All Elite Wrestling, ho la pelle d’oca. Una ventata di novità che ha smosso anche la forte concorrenza, se vogliamo definirla così, visto che ancora non è tale. Perché la concorrenza porta qualità, da sempre, è la storia. In qualsiasi ambito. La WB è sempre stato un network ambizioso ed i rumor dell’interessamento nei confronti di Raw e Smackdown, forse un avvertimento a Tony Khan, dimostrano la voglia di tornare a fare numeri importanti con il wrestling, di esserci anche loro nell’anno della fusione WWE-UFC sotto Endeavor che potrebbero definitivamente ammazzare il mercato.

Una vera e propria alternativa, dunque, e tre mesi da vera prova del nove. Un secondo show, Collision, seguito dall’ambizioso proposito di fare 90.000 persone a Wembley per scrivere la storia. Londra potrebbe essere il teatro di uno degli eventi più importanti di sempre, di una vera e propria Wrestlemania AEW. Ed in sottofondo, la divisione del roster in due consentirà, forse, la crescita definitiva di una realtà che, volente o nolente, ha cambiato il panorama del wrestling mondiale e lo muterà ancora nel prossimo futuro. E da fan imparziale, perché le fazioni già me le porto la domenica quando guardo la Serie A, posso solo augurarmi che Wembley, ma anche Detroit per Summerslam, raggiungano il numero più alto possibile di presenti. Per dare inizio ad una nuova età dell’oro per il professional wrestling. E’ troppo sognare?