Sarebbe molto facile parlare delle dichiarazioni di CM Punk ora. Tutto così a caldo, senza che qualcuno della WWE abbia davvero reagito, a parte qualche tweet ed un Triple H che ad un dirigente dice "se Punk mi capita a tiro, lo uccido con le mie mani". Quello che mi vien da dire è che non basta certo sentire una sola campana, ma quella campana è simile a quelle di tanti altri. Quindi mi vien da pensare che Punk abbia buona parte della ragione.

Oggi allora questo blog sarà veloce, snello, atipico e anticipatore. Con il ppv TLC alle porte, mi va di non attendere oltre e di decretare il mio match dell'anno, scelta che ritroverete anche negli awards di fine dicembre. La scelta la potrete capire dalla foto di apertura: The Shield vs Wyatt Family del ppv Elimination Chamber.

Forza, potenza, agilità, racconto, sguardi, sorprese: tutto questo è compreso nel 6 Men Tag Team Match che vi ho citato. Un match totale, dove ogni sfera del wrestling è stata rappresentata, senza che nessuno dei protagonisti ne fosse escluso. Fu il match che permise ad Erick Rowan di fare una bella figura sul ring, coincidendo con l'assunto che se gli viene dato tempo e spazio, anche lui qualcosa la sa fare. Fu il match che lanciò Seth Rollins verso l'olimpo: non era più quell'acerbo Tyler Black campione in Ring Of Honor, ma un atleta capace di misurarsi alla pari con avversari più grossi e potenti, con quei germogli che lo porteranno poi alla corte dell'Authority.

Fu il match che aumentò l'aura da ultramegababyface di Roman Reigns decisa dalla dirigenza, capace di arrendersi solo dopo un finale in crescendo. Fu il match che testò definitivamente l'eccezionalità di Luke Harper, in grado di combinare potenza e agilità in colpo solo. Fu il match che mise a battaglia Dean Ambrose e Bray Wyatt, con quella ferocia che tutt'oggi li caratterizza nel feud che li vede coinvolti. In quel caso a trionfare fu Bray: prima fece sparire Ambrose, poi schiantare Rollins sul tavolo dei commentatori, infine chiuse la pratica con la Sister Abigail.

Un concentrato di talento che diede alla WWE uno sguardo verso il futuro. Perché mai era capitato che sei uomini potessero riuscire a dare epicità ad un match che in WWE è totalmente atipico ed anzi spesso non riserva nulla di buono. Un match sentito, vissuto, condiviso. Un match che è stato scaraventato nella storia anche dalla passione e dal supporto del pubblico di Minneapolis che da subito gridò "This Is Awesome"  e "Let's Go Wyatt! Let's Go Shield!" senza che gli attori in campo fossero ancora venuti alle mani. Il resto fu un crescendo continuo, una fibrillazione di emozioni e azioni da far agitare tutti: questi sei stavano scrivendo una storia che andava oltre l'ordinarietà dello standard WWE e che si inseriva tra i migliori incontri della promotion degli ultimi dieci anni.

E il vostro match preferito del 2014, in ottica major, qual è stato? Condividete qui il vostro pensiero.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.