Per l’editoriale di oggi Sergedge prende spunto dal bel dibattito partito sul nostro bel sito nei commenti alla notizia sulla dichiarazione di Seth Rollins sul crossfit. Come è cambiato oggi il fisico e il modo di allenarsi dei wrestler moderni? Il pubblico ha gli stessi gusti che aveva in passato? 
 

Se partiamo dagli albori del wrestling penso subito al nome di Bruno Sammartino: un fisico imponente a dir poco, non particolarmente definito ma di sostanza. E come se lo è costruito quel fisico? Dagli esordi del culturismo agli anni 50 non vi erano ancora allenamenti suddivisi per gruppi muscolari, ma ci si allenava fullbody. Sammartino stesso in certe interviste ha dichiarato che prima di diventare un lottatore aveva praticato sollevamenti olimpici e in generale powerlifting (disciplina in cui si cerca di sollevare il massimo carico in panca piana, stacco da terra bilanciere e squat). Potreste pensare che Bruno fosse già nato bello grosso, invece in un’altra intervista ha dichiarato che visti gli anni difficili della guerra arrivò negli Stati Uniti che pesava appena una quarantina di kg; si definiva uno scheletro umano. Divenuto un bersaglio facile per i bulli ha deciso di trasformarsi nel fisico, tanto da raggiungere il record personale di 256kg nella panca piana. All’epoca era impensabile avere un campione fisicamente come Daniel Bryan; Sammartino era l’idolo della gente, invincibile, per cui era giusto avesse un fisico fuori dal comune, forte e imponente.
 
Nel corso degli anni il rapporto tra wrestling e bodybuilding è rimasto sempre saldo. Ne è esempio Billy Graham, che era proprio un ex culturista vincitore di diversi trofei di categoria. Amico di Arnold (e non serve dirvi il cognome), con un fisico enorme rese ancora più forte il legame tra le due discipline, contribuendo sempre più a trasmettere l’idea che il wrestler doveva essere una montagna di muscoli. In questo caso l’allenamento era il più classico del bodybuilding, con divisione dei gruppi muscolari ripetuta per più giorni a settimana e ahimé, steroidi, argomento che diventò negli anni 90 motivo di polemica tra Bill e McMahon.
 
Lo stesso Vince in quel periodo fondò la World Bodybuilding Federation. Inizialmente partì come rivista di settore, chiamando a collaborare il famoso culturista Tom Platz, per poi lanciare l’organizzazione vera e propria. Assunse tredici bodybuilder e come strategia di successo per il nuovo progetto cercò di coinvolgerli in rivalità con qualche wrestler (ad esempio Lex Luger). Purtroppo per lui la prima manifestazione ebbe recensioni contrastanti, i bassi buyrate e lo scandalo steroidi misero una pietra tombale sulla WBF.
 
Da Hulk Hogan a Ultimate Warrior, da Cena a Batista, sono tanti i campione bodybuilder che sono riusciti a raggiungere i vertici della disciplina (a proposito di Cena, date un’occhiata qui: http://static0.thesportsterimages.com/cdn/894/472/90/cw/wp-content/uploads/2015/05/L5m9kkf-2.jpg ).
 
Ma arriviamo al punto, questo tipo di costruzione e mantenimento del fisico è ancora compatibile oggi con la vita del wrestler? O meglio, per raggiungere tale scopo è ancora la via migliore?
 
Risposta breve: no.  Ma se state ancora leggendo penso vi meritiate una risposta più articolata.
 
Per chi di voi ha poca familiarità con il mondo della palestra, vi farò conoscere il significato della parola DOMS, acronimo per Delayed Onset Muscle Soreness, traducibile in Indolenzimento Muscolare a Insorgenza Ritardata.  Facendola semplice, sono i dolori che provate nei giorni seguenti uno sforzo intenso, quindi se ad esempio allenate il petto il lunedì è probabile che martedì e mercoledì avrete dolori forti causati dal lavoro intenso fatto con i pesi. Per chi non lo sa, una delle parti più dure da allenare sono le gambe, anche per i DOMS che vi costringono nei giorni successivi a camminare tipo zombie di Walking Dead. Ora vi pare che un wrestler che deve combattere quattro o cinque volte a settimana possa convivere con i DOMS senza che questi intacchino le loro prestazioni in ring? E ai DOMS aggiungiamo i dolori derivanti da voli e colpi ricevuti durante i match. Questo è un altro dei motivi pe cui molti lottatori finiscono per diventare dipendenti da antidolorifici e farmaci in genere.
 
Una via migliore allora può essere il crossfit su cui tanto parla bene Seth Rollins? Oggi sì, almeno in parte. Il crossfit è una disciplina dove l’uso dei macchinari da palestra è assente, si prediligono gli esercizi con bilancieri, manubri, kettlebell, esercizi a corpo libero come trazioni, burpees ecc. Tutto questo avviene in circuiti di varia durata, nei quali ad esempio c’è un certo numero di esercizi da svolgere dagli atleti nel minor tempo possibile, in altri il tempo è fisso e si cerca di fare il maggior numero di ripetizioni. Questo tipo di allenamento permette di allenare il fisico per intero, in modo fullbody, così distribuendo lo sforzo su più parti (invece che concentrarlo soprattutto su una), si hanno DOMS minori e più gestibili. I risultati in termini di fisico sono importanti anche se meno ipertrofici rispetto al classico bodybuilding, ma guardando il wrestling di oggi si capisce come anche a livello più mainstream non si debba più essere per forza enormi per avere successo, lo stesso Rollins o Daniel Bryan sono i primi due nomi che mi vengono in mente per giustificare le mie parole.
 
Se però pensate che con lo scorso paragrafo abbia decretato il crossfit come il miglior allenamento possibile per un wrestler allora devo subito smentirvi.  Il crossfit è sicuramente più compatibile rispetto al bodybuilding per i lottatori di oggi, ma non lo vedo come la soluzione migliore. Il dover fare un massimo numero di ripetizioni in un determinato tempo o il dover fare un circuito nel minor tempo possibile fa sì che molti atleti finiscano per utilizzare una tecnica approssimativa degli esercizi, finiscono per farli male pur di battere il record di tempo o di ripetizioni, con alto rischio infortuni e di danneggiamento delle articolazioni.
 
Qual è allora la migliore scelta? Ad averla capita è quel furbone di Triple H. Se in vecchie interviste lui era uno dei massimi estimatori e praticanti del bodybulding classico, in una più recente ha raccontato come fosse arrivato quattro anni fa ad essere un rottame. Dopo tanti anni di massacro fisico tra ring e palestra il suo fisico non riusciva più a reggere il tutto e conviveva con gli infortuni. Ha poi conosciuto un famoso preparatore, Joe DeFranco, che gli ha cambiato la vita. Il segreto sta nell’allenare l’abilità specifica, non la parte muscolare, e tutto questo non ingabbiandolo in circuiti. Per esempio se Triple H doveva combattere contro Lesnar a Wrestlemania sapeva di aver bisogna di forza esplosiva per compiere certe mosse su un avversario dal fisico così imponente, allora si è specializzato in stacchi e squat, ovvero esercizi di potenza che gli hanno permesso di raggiungere il suo scopo. Quando invece doveva affrontare Bryan sapeva che il match sarebbe stato impostato in modo diverso, che Bryan avrebbe basato molto l’incontro sulla rapidità, quindi per non essere da meno ha svolto un lavoro cardio e di riflessi. Dice di essere fisicamente rinato.
 
Lo stesso Cesaro ho letto un’intervista che consiglia di allenarsi sui grandi esercizi multiarticolari (esercizi che coinvolgono la maggior parte dei muscoli in unico movimento) tralasciando quelli che si concentrano su singoli muscoli, e guardando i suoi match il motivo è presto detto. Se riesce a portare in scena grandi prove di forza è proprio perché nei suoi allenamenti svolge tra l’altro esercizi del weightlifting  (vedi strappo e slancio, due dei movimenti più tecnici e potenti del sollevamento pesi) che gli fanno ottenere l’esplosività necessaria.
 
Un altro che ha capito il “segreto” è Morrison, cercando pure di lucrarci sopra. Egli ha creato un tipo di allenamento (OOYM – Out Of Your Mind) in cui il fisico si sviluppa attraverso esercizi a corpo libero e che a suo dire permette per gradi di arrivare a compiere movimenti prima impensabili per forza e equilibrio. E’ una sorta di calisthenic che dovrebbe permettere ai praticanti di sviluppare al 100% le capacità del proprio corpo. Se pensiamo al suo stile di lotta in ring capiamo come questo tipo di preparazione sia perfetta per lui, che su equilibrio e acrobazia gioca molto del suo repertorio.
 
Il segreto è questo: smettere di allenarsi per apparire e iniziare a farlo per migliorare le prestazioni in ring. Se vuoi fare il bodybuilder devi allenarti da bodybuilder, se fai il wrestler devi allenarti in funzione di quello che metterai in scena per il pubblico. Ora più che mai non serve per forza un fisico da Arnold per avere successo. Certo, i Reigns e simili riescono ancora ad avere più visibilità grazie soprattutto al gran fisico, ma mai come ora si stanno aprendo spazi anche per chi un fisico del genere non ce l’ha. Per la salute e il mantenimento del fisico dei wrestler di oggi è tempo di imparare ad allenarsi in modo funzionale al loro lavoro.
 
Sergedge – EH4L