Brock Lesnar ha battuto Samoa Joe. Match corto, intenso, forse monotematico, ma comunque interessante nella sua piccolezza. Lesnar si è confermato campione nella sua unica difesa di un regno inesistente, impossibile da giudicare se non per le poche baruffe vissute in quel di Raw. È chiaro come sia durato più del dovuto, se è vero che Braun Strowman sarebbe dovuto diventare campione tempo fa, fatto saltato dall’infortunio occorso nel suo momento migliore.

Di ieri la notizia che a Summerslam un match a quattro uomini per il titolo Universal. Lesnar non si ritroverà solo un rabbioso Joe ma anche il succitato Strowman ed un redivivo Roman Reigns. Tre pretendenti per una notte da sogno nello show dell’estate, tre possibili campioni. Vediamo quali sono le loro possibilità.

SAMOA JOE (15%).
Ha perso velocemente ma è quasi riuscito a far inginocchiare Lesnar, a farlo cedere. Forse ha esagerato nella ricerca della sottomissione, forse una Muscle Buster avrebbe dato più pathos ad un match molto sentito. Sicuramente ha dimostrato di saper meritare il titolo, di potergli dare una fisionomia. Il problema è che, pur essendo un match a 4 dove tutto può succedere, pare che la Samoan Submission Machine abbia bisogno di un supporto dall’alto, in modo da dare un seguito a certi attacchi di qualche tempo fa. Un ritorno di Triple H lo aiuterebbe non poco e assieme potrebbero essere una forza dirompente. Cosa che non avverrà, e non avverrà certamente a Summerslam dove pare poter essere il designato al pin finale. Peccato perché Ambrose e Balòr potrebbero rientrare nel giro titolato con lui campione.

ROMAN REIGNS (35%).
Rinato ma più umano. Perde e convince, ma non è più il superman di un tempo. La forza di volontà alle volte può raggiungere dei risultati, ma la sconfitta con Strowman di domenica con tanto di prova di forza nel post match è stato un fattore chiave per potersi rilanciare verso il titolo Universal. Una sua vittoria è probabile in una lotteria dove chiunque può essere schienato, qualunque può essere risultato. Ha forza ed è ancora nelle grazie di Vince McMahon, quindi non sarebbe strano vederlo nuovamente campione. Ha destato scalpore la scelta di abbattere l’ambulanza con dentro Strowman in una azione deja-vù degna di un heel più che di un babyface. Ed è paradossale come in un match come questo non esista un vero e proprio favorito del pubblico: una vittoria di Roman potrebbe dare però nuovi match, come uno scontro finale con Strowman, un nuovo scontro con Joe e la fatidica battaglia finale con Lesnar, in un incontro che stiamo rincorrendo da due anni. Survivor Series sarebbe la scelta adatta per quest’ultima soluzione.

BRAUN STROWMAN (50%).
Il nuovo monster heel, bellissimo nella sua atrocità e cattiveria, come mai si è visto negli ultimi anni. E se Lesnar è stato umanizzato, Strowman è ancora il superuomo che si fa fatica ad abbattere. È servita una ingenuità di Reigns per vincere ma in realtà la sua capacità sembra la stessa del primo Goldberg, per il quale era necessario sempre qualche tattica controversa per riuscire a batterlo. Con Strowman serve qualcosa di più, forse John Cena potrebbe riuscire a mettergli la museruola come accaduto come con tutti gli altri superuomini visti fin qui. Ma Strowman ha qualcosa di più di tutti, ha talento per riuscire ad essere credibile, un personaggio ottimo che nel tempo avrà tutti i presupposti per rimanere nella storia. Può vincere? Ovvio. Favoritissimo, avrebbe nel suo regno lo scontro finale con Reigns e lo scontro fatidico con Lesnar, che sarebbe ancor più favorito nelle intenzioni del pubblico. E poi? Big Show, Big Cass, Bray Wyatt, Seth Rollins, Cesaro, Sheamus, Kurt Angle… sì, anche l’eroe olimpico nel più classico degli scontri campione-gm, col general manager che non è altro che uno dei migliori interpreti della storia del wrestling.

Lesnar può rimanere campione? Sì. Ma occorre un campione che fa una difesa ogni 3/4 mesi? Occorre un campione che possono sfidare solo in due? Occorre più che altro un atleta che possa dare fiato al roster, proporre nuove sfide, nuovi feud, match inediti. Quindi il Re deve abdicare. Il rinnovo di contratto non ha bisogno di un regno da campione per tenere alto il nome di “The Next Big Thing”.