Il tanto bramato ritorno di The Rock in WWE si è concretizzato durante lo Smackdown del Venerdì 15, anno domini 2023. Un ritorno che definire elettrizzante sarebbe eufemistico. Imponente come il David di Michelangelo, in completo sportivo e occhiali da sole, la leggenda del Wrestling (e forse anche di Hollywood) ha fatto la sua comparsa su un ring WWE dopo quasi 4 anni di assenza. E, neppure tanto scontato, mi è sembrato ancora capace di entusiasmare con gesti, parole e frasi d’effetto che abbiamo imparato a riconoscere negli anni come sue peculiarità specifiche. Proprio ieri leggevo un post sui social che mi ha fatto riflettere; Rocky è tornato a 51 anni suonati. La stessa età di Hulk Hogan quando interpretò la infelice gimmick di Mr. America, l’eroe sciovinista a stelle e strisce che millantava di non essere Hulk Hogan. Le medesime primavere di HBK quando lottò il suo disastroso ultimo match in coppia con Hunter. La stessa età di Ric Flair quando, desiderando di suscitare un qualche tipo di interesse nel pubblico, fu costretto dal team creativo della WCW a fingere un attacco di cuore nel ring. Insomma, non certo un’età che nel Wrestling può definirsi “fortunata”.

Nonostante i precedenti storici negativi, The Rock a 51 anni riesce ancora a reggere botta, anzi; Si dimostra abilissimo a controllare le emozioni del pubblico in una maniera che può fare da manuale accademico. È di certo un Great One diverso dal solito, più riflessivo, più lento, meno “urlatore”. Il suo non è stato certo un promo ad impatto come ci ha abituati in passato, nondimeno si rileva immutata la sua capacità di interazione col pubblico. A farne le spese, ahimè, l’ennesimo Austin Theory, che tuttavia è riuscito a non sfigurare questa volta nella sfida dialettica, arrogandosi perfino il diritto di prendere il sopravvento sul campione del popolo in più di una sola occasione. Purtroppo ricordiamo tutti lo sciagurato confronto verbale con John Cena dello scorso Marzo, il quale non smetterò mai di definire come maldestro e involontario “attentato” alla carriera di Theory stesso.

Questa volta il giovane lottatore ne è uscito, sì malconcio, ma per metà, il che dimostra che forse si sta marciando sulla strada giusta. In relazione a Cena, che la WWE ha voluto mostrare nel backstage abbracciare il vecchio rivale Rocky siglando una pace, se non definitiva almeno momentanea, il rapper di Boston potrebbe rappresentare un plausibile anello di congiunzione tra Roman Reigns e il più noto cugino. Cena è ancora in guerra aperta con la Bloodline e forse, in virtù di questa “tregua” con The Rock, si potrebbe optare per un Tag team match da sogno tra i due antichi rivali, ora “appassionati” amici, e i due membri della Bloodline, Roman Reigns e Solo Sikoa. Questo giusto per occupare qualche Main Event in attesa del Gran Galà. Il filo d’Arianna porterà i due ad affrontarsi poi (almeno così si vorrebbe) al Main Event della prossima Wrestlemania, o se non lì comunque in qualche grosso PLE. È chiaro anche agli ipoudenti che questo match rappresenterebbe solo un incontro “cartello”, venduto al solo scopo di battere l’ennesimo record di incassi, ma che in sostanza non vedrà il titolo massimo cambiare spalla al termine della contesa. Questo scenario sarebbe quello più naturale, e forse anche quello più desiderato. La possibilità che invece The Rock sia apparso “one night only” non è affatto contemplabile. Il patto tra una federazione di Wrestling e il suo pubblico regge su un accordo ben preciso: Tu, Federazione, mi fai desiderare ciò che voglio per poi, dopo qualche giravolta, finalmente concedermela. Pena il cambio canale. E mai come oggi, che la concorrenza è vasta e spietata, lo “zapping” rappresenta un rischio da evitare categoricamente.