Quante volte sentendo parlare di una serie TV avete sentito questo termine.

Tutto nacque intorno a una serie mito degli degli anni 70, Happy Days, una delle serie di maggior successo dell’epoca.

La serie era andata bene nelle prime quattro stagioni, grazie alla formula di successo di nostalgia per gli anni 50, un buon cast e situazioni verosimili che potevano succedere nel mondo degli adolescenti, incentrate sulle gesta di Ricky, Potsie, Howard e Fonzie, quest’ultimo un vero personaggio, sempre in grado di risolvere ogni problema.

Nella quinta stagione però si decise di osare e si volle osare in grande: nella terza puntata della stagione, Fonzie e i nostri protagonisti vanno a Los Angeles e Fonzie viene sfidato a saltare con gli sci d’acqua una zona recintata dove c’è uno squalo.

Sì avete capito bene.

Una gara di salto di sci nautico. Dove Fonzie salta una zona recintata. Con dentro uno Squalo. Guardate voi stessi:

Ovviamente, non fu presa benissimo dal pubblico, e la serie iniziò a piacere di meno, perché si era perso l’aspetto reale delle situazioni dei ragazzi per iniziare a esagerare e portare a situazioni paradossali i personaggi (Happy Days andrà avanti per altre 6 stagioni dopo la quinta, ma con rimaneggiamenti nel cast e nei suoi protagonisti).

Perché vi ho citato questo episodio?

Perché spesso, quando si parla di Comedy nel Wrestling, di “salti dello squalo” dai risvolti tragici nelle storyline, capaci di annientare la credibilità di un lottatore o di una intera fed, ne abbiamo visti.

Basta pensare a cose come i siparietti del G.M anonimo, storyline che nella idea iniziale (un G.M anonimo che invia in tempo reale a un pc le comunicazioni che doveva leggere Michael Cole), sfociata presto in una noia mortale, con risvolti e soluzioni idiote (saltò fuori che era Hornswoggle, salvo poi ripensarci visto la risposta totalmente negativa del pubblico), o la storyline di Matt Morgan balbuziente (ovvero, come demolire la credibilità di un Big Man dandogli un difetto di pronuncia ridicolo) o quella di Snitzky che, da folle psicopatico a Raw, diventa un pelato con un forte problema di dermatite seborroica e denti gialli.

E l’elenco durerebbe ore, fidatevi.

Ma sono qui, da attento osservatore della scena italiana, per parlarvi di un caso che ha fatto molto discutere e che, secondo me, rispecchia perfettamente il concetto di “Salto dello Squalo”, questo:

Quando è nato il titolo 24/7 della Rising Sun, era quasi certo che presto il lato Comedy in questo titolo avrebbe avuto molto spazio, perché la sua tipologia (difeso sempre e in ogni luogo e contro chiunque, basta un Ref presente e un conteggio di 3 valido o il cedimento dell’avversario) si presta a soluzioni anche comiche nei suoi risvolti.

Finora questo ruolo lo hanno interpretato al meglio secondo me The Entertrainer e Kronos, che con le loro Gag, funzionavano bene al lato Comedy delle difese titolate:

Oppure è anche divertente il segmento con cui Daniel Romano frega la cintura a Mary Cooper:

Poi un giorno, il Titolo finisce, in modo rocambolesco, nelle mani dello Youtuber ed esperto di wrestling Michael Pepsilunge:

E scopriamo successivamente, che a quanto pare, il merito è del suo alterego malvagio, King Monnezzico:

Ora, che possa piacere o non piacere, il segmento trash (e anche il mockumentary su Monnezzico), poteva rientrare in quella fila di personaggi Trash Comedy più o meno di successo del wrestling in generale e, come detto, rientrare nel novero di personaggi anche improbabili che detengono un titolo di wrestling simile

Il problema è quando invece, decidi di fare una cosa come questa, coinvolgendo un personaggio totalmente estraneo al ring e all’ambiente, superando il limite che demarca un segmento comedy da una farsa.

Direte: vabbè, non hanno in passato invitato sul Ring personaggi come Diprè o Digei Angelo?

Sì e anche allora la cosa non andava bene a mio giudizio.

Negli USA non hanno invitato sul ring gente come David Arquette, Stephen Amell, persino Trump?

Sì, ma erano in funzione di determinati (e più o meno di successo) segmenti e in alcuni casi, avevano anche un’adeguata preparazione fisica, come Amell.

Dario FashionBlogger non ha nessun trascorso a livello di storyline o senso: è un personaggio che, semplicemente, è famoso perché la gente lo deride sui social e lui sfrutta la cosa per una minima notorietà.

Il video dell’ “incontro” è imbarazzante su tutta la linea, ha degli effetti “cartoon” privi di qualsiasi logica, oltre che non avere senso nemmeno in chiave Mark, figuriamoci Smart.

Avrebbe avuto un minimo di logica solo in due possibili modi:

  • Monnezzico perde per colpa di un intervento esterno;
  • Monnezzico vince, ma poi arriva un lottatore vero che lo asfalta e vince il titolo

Dare un regno titolato di più di 24 ore a un personaggio come Dario FashionBlogger significa rendere ridicola la cintura e far perdere appeal a un lottatore vero di averla: quale lottatore vorrebbe vantarsi di avere una cintura il cui campione riceve un video di incoraggiamento da Razzi (e quale veggente, nel 2018, avrebbe MAI potuto prevedere che il Wrestling italiano sarebbe stato citato da un’ex-parlamentare italiano addirittura in modo entusiastico?)?

Ecco questa mossa può essere un rischioso salto dello squalo per questo titolo, che finora mi aveva divertito con le sue storie, dal quale potrebbe essere non semplice trovare la giusta via d’uscita.

Perché come detto, un titolo 24/7 si presta per storyline dove si può davvero calcare la mano e creare cose bellissime, e assurde, come ci insegna, sempre sia lodata, la CHIKARA:

Comunque, il Wrestling sopravviverà anche a questo passo falso, la nostra scena si sta avviando verso il 2019, quando diventerà maggiorenne.

Magari, per allora, non ci sarà bisogno di un tizio con molti like sui social per attirare l’attenzione.

P.S: A conferma che il “match” con Dariofashionblogger sia stato un passo falso, il buon Michael ha prodotto un video in questi giorni che, sinceramente, rispecchia quel concetto di “comedy di qualità” di cui parlavo e del potenziale che può esserci, in quella chiave, intorno a questo titolo:

 

Enrico Bertelli “Taigermen”