“Questi due titoli non sono soltanto due cinture di wrestling. Questi due titoli sono il plasma della Bloodline”. Così ha iniziato il suo ennesimo straordinario promo Paul Heyman a Smackdown. E non ha tutti i torti Heyman, costituendo quelle due cinture la vera essenza delle sfide di Roman Reigns, sfide dalle quali sino ad ora è uscito sempre vincitore. Ma, se è vero che non sbaglia quando dice che i due titoli costituiscono il “plasma” della Bloodline, non dice comunque tutta la verità, e cioè che è lui il cuore pulsante della stable.

Per molti, la vera essenza della stable capitanata da Roman Reigns è proprio Roman Reigns, e l’alone di onnipotenza che promana. O, in alternativa, il “filo d’arianna” della Stable è il legame di sangue dei componenti. A mio avviso invece, ciò che tiene unite le maglie di questo complesso gruppo, è senza ombra di dubbio Heyman. Con i suoi promo, le sue espressioni facciali cariche di riverenza e i suoi proclami, dà senso alle battaglie di Roman, e consegna una ragion d’essere al gruppo. Ricordiamoci infondo che, fu grazie alla vicinanza di quest’ultimo che il Capo tavola poté transitare al ruolo di Heel.

Si perché Roman, da solo, non avrebbe probabilmente ottenuto il posto di predominanza che ha ora, e non sarebbe stato così convincente come lo è adesso. L’arte del convincimento ha inizio sin da quando Heyman impugna il microfono, e fa il suo cerimonioso annuncio (che oramai è diventato il suo segno distintivo), che preavverte l’importanza del lottatore presentato. A ciò si aggiunge la presentazione delle sue qualità e dei traguardi raggiunti, nel modo unico in cui è in grado di fare Paul, per poi concludersi col passaggio del microfono in maniera ossequiosa a Reigns, che lo prende avendo già dinnanzi a sé un lungo tappeto rosso, steso diligentemente dal suo manager. E ciò che fa Heyman, il lavoro sporco, il dietro le quinte, che dà la necessaria importanza al personaggio di Roman Reigns. Un po’ come quando l’inserviente serve la pietanza al cliente, descrivendola meticolosamente e con toni pomposi per stimolarne l’appetito.

Per cui, il vero “plasma” della Bloodline, è senza dubbio Paul Heyman. Con il suo vestito gessato, la sua ars oratoria, il suo aplomb e la sua immancabile passione per ciò che fa, Heyman è riuscito nell’impresa di far piacere Roman Reigns al pubblico (cosa fallita quando era face) e di dare un senso alla sua guerra personale. Heyman si è conquistato meritatamente un posto nell’olimpo dei manager più grandi di sempre e, sgomitando con i vari Bobby Heenan, Freddie Blassie, Lou Albano e Paul Ellering, rischia perfino di conquistarne la pole position. Parafrasando la scrittrice Virginia Woolf, e adattandola al mondo del Wrestling, “Dietro ogni grande uomo c’è sempre un grande Manager”.