La pop culture riabbraccia il wrestling, il nostro caro amato professional wrestling, in ogni sua forma. E’ questa l’estrapolazione che quest’oggi azzardo a fare, parlando di un periodo storico a cavallo tra la pandemia ed il ritorno alla normalità. Una vera e propria “nuova era“, con tutti i pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente, senza il minimo errore. Dal ritorno di Edge in WWE in avanti del 2020, passando per il periodo Covid-19, in questo periodo la nostra disciplina ha visto praticamente qualsiasi scenario concretizzarsi, arrivando fino ad oggi a questa settimana epocale, quella di Royal Rumble 2024. Oltre all’attesa per due Risse Reali incertissime, nei giorni scorsi la WWE, la major per eccellenza, ha finalizzato un accordo che ha dell’incredibile con Netflix, cambiando per sempre le carte in tavola. Aprendo una vera e propria nuova partita, più che una nuova mano di gioco. Ma come siamo arrivati a questo punto? Quando il wrestling, parlando in maniera generale, si è meritato di tornare davvero a brillare a livello globale, come poche volte nella storia?

Quattro anni dopo, il wrestling si apre nuovamente al mondo… grazie alla pandemia

L’avremmo già detto e ripetuto più volte in questi anni. Ma è giusto rimarcare, forse, perché il wrestling è tornato sulla cresta dell’onda. Pandemia globale, il 2020 lo ricordiamo, il mondo fu sconvolto. La maggior parte dei posti lavoro si ferma, soprattutto quelli “non essenziali“. Il mondo dello sport e dell’intrattenimento sono tra questi… con un’eccezione. La WWE e la AEW, le due major americane di wrestling, chiudono al pubblico. Ma continuano imperterrite a produrre nuovi show. Settimana dopo settimana, nonostante difficoltà ENORMI, il wrestling non si ferma. Tra una replica di una vecchia serie tv e l’altra, Raw, Smackdown, NXT, Dynamite… loro continuano ad essere accanto ai fan, accogliendone anche di nuovi, alla ricerca di intrattenimento, di sfogo. E quest’ultimi lo trovano, eccome.

Online spopola nuovamente il wrestling, lo aiutano anche i meme. He’s name is John Cena, le RKO di Randy Orton… anche loro fanno la loro parte, tutto fa la sua parte. Tornare sulla cresta dell’onda non può essere semplice, soprattutto dopo anni di “difficoltà”. E si resiste, WWE ed AEW su tutti, fintanto che il pubblico non può finalmente tornare a popolare gli spalti. L’aria che si respira è diversa, si percepisce. Ricordo ancora il boato per il ritorno di John Cena a Money in the Bank 2021, l’approdo di Punk in AEW circa un mese dopo. Ci sono momenti che danno una spinta in più al wrestling, alle major in questo caso, ma anche a tutto il movimento, di riflesso.

Perché se le “grandi” sono in salute, lo sono anche le piccole, che seguono la loro scia. Si torna a respirare wrestling a livello globale, a parlarne anche fuori dalla nicchia di fan che tanto nicchia non è più. Torna “di moda“, passatemi il termine. E quanto succede negli anni successivi è oggettivamente fuori da ogni logica. Dai numeri AEW (gli 81.000 di All In su tutti), la prima vera concorrenza da più di vent’anni ai numeri WWE. Una spinge l’altra, c’è interesse, voglia di vedere wrestling, di viverlo. Aumentano le persone che assiepano i palazzetti, la qualità si alza dannatamente, i fan cominciano ad aumentare vertiginosamente. Una guerra sui free agent, passaggi da una parte all’altra che hanno dell’inverosimile (basti pensare ad Edge da Tony Khan e CM Punk da Triple H), i premium live event WWE in tutto il mondo, dalla Francia, alla Germania, passando per l’Australia in un 2024 che si annuncia incredibile.

Fino ad oggi, a questa settimana. Al normalizzare il fatto che Kazuchika Okada sia, forse, in arrivo in quel di Stamford… dopo un accordo di dieci anni per 5 miliardi di dollari stipulato dalla WWE con Netflix. Ah già, nel mentre c’è stata la fusione con la UFC sotto TKO, di cui ora The Rock fa parte come membro del CdA, mentre Vince McMahon non mette più bocca sul processo creativo, probabilmente per sempre. Ah già, non dimentichiamolo, perché in estate ci sarà nuovamente All In (diventato un appuntamento annuale) ed in sei giorni si terranno due mega eventi a Wembley ed a Berlino. Sembra fantawrestling, sembra un’altra linea temporale, un multiverso vero e proprio (citando un qualcosa che è da tempo nella pop culture, anche se difficilmente come qualche anno fa). Un percorso lunghissimo partito, forse, da quella notte di quattro anni fa. Forse prima, forse dopo, non lo sappiamo. Ma quella è stata forse la miccia che ha innescato una vera e propria bomba ad orologeria che, giorno dopo giorno, sta continuando ad esplodere. Pezzo dopo pezzo.

Ed ora, tra meno di dodici mesi, la WWE trasmetterà Raw su Netflix. Un piccolo servizio streaming quasi 250 milioni di utenti nel mondo. Mentre anche la AEW, nonostante qualche basso in più rispetto agli alti negli ultimi mesi, si appresta molto probabilmente a guadagnare il suo miliardino per i diritti televisivi del prossimo triennio. E stiamo ancora normalizzando un qualcosa di storico che, molto probabilmente, tra qualche anno guarderemo con occhi decisamente diversi. Siamo nella nuova era d’oro del wrestling? Ai posteri l’ardua sentenza è una frase fatta ma, se queste sono le premesse, non vedo l’ora di vedere quali saranno le prossime “incredibili” cose che succederanno. Se continuiamo così tra qualche anno debutterà un alieno che sfiderà Roman Reigns per l’Undisputed WWE Universal Champion a Full Gear. Ma, forse forse, stiamo esagerando…