Seconda parte della serie di interviste che sto conducendo con i Presidenti, Fondatori e rappresentanti della Scena Italiana, su come stanno vivendo la Pandemia e sui possibili scenari futuri della Penisola dopo il Covid-19.
In questa seconda e ultima parte, le parole di Andrea Cesana (MWF), Emanuele Cucurnia (Mayhem Wrestling), Samuel Foppiano (IWE), Jhonny Puttini (WIVA) e Jacopo Galvani (TCW).
Enrico: Innanzitutto, come stanno i vostri atleti e i loro familiari?
Andrea: Grazie mille per l’interessamento, per fortuna da quanto so dovrebbero stare tutti bene sotto il punto di vista della salute.
Emanuele: Per fortuna, l’epoca dei social permette di avere notizie in tempo reale da tutti quanti.
Vedere anche soltanto un commento di un atleta su Facebook, ti fa stare più tranquillo, anche se si vive sempre in uno stato di grande attenzione.
Ovviamente, visto che la maggior parte degli atleti che hanno lottato in Mayhem, risiede in Lombardia, ci siamo informati sulle loro condizioni di salute e su quelle dei loro familiari: tantissimi disagi, ma per fortuna tutti stanno bene.
Si scalpita per tornare alla normalità delle cose.
Samuel: Come prima cosa saluto e ringrazio Zonawrestling e Enrico per questa intervista.
Preciso che la IWE non ha nessuna “proprietà” sui wrestlers ma comunque sono regolarmente in contatto con gli atleti Liguri, Lombardi, Piemontesi, Francesi e Greci e stanno tutti bene grazie al cielo.
Jhonny: Fortunatamente bene anche se finché questo brutto periodo non sarà solamente un brutto ricordo non canteremo vittoria.
Le zone da cui provengono i nostri ragazzi sono principalmente Veneto, Lombardia ed Emilia che come tutti sappiamo sono le regioni più colpite dal virus.
Jacopo: Esiste un diritto di privacy in questa società, anche se alle volte credo che non sia mai veramente rispettato, comunque cercherò di rispondere in maniera generale.
Direi che stiamo tutti più o meno bene, quantomeno nessun caso di COVID19.
Enrico: Quando la Pandemia è arrivata in Italia, credevate che non avrebbe influenzato lo svolgimento degli show in Italia?
Andrea: Io inizialmente ammetto che avevo parecchio sottovalutato la situazione e credevo sarebbe stato un semplice fuoco di paglia.
Credevo che nel giro di qualche settimana sarebbe finita già nel dimenticatoio. Quando invece ha iniziato ad esserci il Lockdown, i contagi e i morti sono aumentate a vista d’occhio ho realizzato che sarebbe stato un disastro per qualsiasi evento già programmato per quest’anno.
Abbiamo infatti aspettato una quindicina di giorni ed abbiamo deciso all’unanimità di cancellare l’evento che avevamo in programma per l’11 Aprile.
Emanuele: E’ stata un’escalation graduale, piena di molte incertezze agli inizi: notizie che si sovrapponevano e non davano ancora un quadro ben delineato della situazione.
Come Mayhem, avevamo in programma il nostro show il 14 Marzo a Cerchiate e man mano che arrivavano le notizie di un aggravarsi della situazione, abbiamo capito quale fosse l’unica soluzione: la sospensione dello show a data da destinarsi.
Penso che chiunque, una volta capita la reale gravità dei fatti, abbia pensato “Qui staremo fermi per un bel po’ di tempo”, contando soprattutto che la maggior parte degli show si tenga proprio in Lombardia, la regione più colpita e la prima nella quale è stato attuato il lockdown.
Samuel: Ricordo bene che a Gennaio Giada (mia moglie) mi dava spesso notizie di questo virus scoppiato in Cina ma non gli davo peso, tanto è vero che consegnai le pratiche al Comune di Rapallo per organizzare IWE Back In Town 2020.
Il problema virus è arrivato verso fine Febbraio, quando mancavano ormai solamente i dettagli per lo spettacolo (doveva svolgersi il 29 Marzo) e avevo alcuni ragazzi della LWA (Liguria Wrestling Academy) ingaggiati per uno spettacolo della TCW.
Una sera mi chiama Jacopo Galvani (Presidente della TCW, Ndr) dove mi avverte che lo spettacolo viene sospeso per via di un’ordinanza dovuta alla situazione creata dal virus in Lombardia, e da quel momento in poi diventò tutto surreale anche qua in Liguria, tanto che il Comune non riusciva a darmi alcuna risposta fino a quando non è arrivato anche per noi l’obbligo di sospendere tutto per via del DECRETO del 4 Marzo.
Jhonny Puttini: Abbiamo sperato ma allo stesso tempo valutato da subito questa eventualità.
Il primo evento dell’anno era previsto per il 21 Marzo è già prima della chiusura da parte del governo stavamo pensando di annullarlo nonostante le prevendite fossero andate bene perché la salute degli “autentici” appassionati per noi viene in primo piano.
Jacopo: Purtroppo noi siamo stati le prime vittime della pandemia, infatti siamo stati i primi costretti ad annullare uno spettacolo e la decisione presa fu molto sofferta, visto che l’annuncio del Premier Conte arrivò a meno di 24 ore dall’inizio del nostro show. Ricordo ancora che eravamo tutti sintonizzati sulla sullo stesso canale alla lettura del decreto.
Essendo degli inesperti abbiamo cercato di interpretare le parole del Premier ed abbiamo preso una decisione collettiva. La salute degli atleti e soprattutto del pubblico, veniva decisamente prima della voglia di riproporre un nostro show!
Enrico: Quanto ha inciso, sul piano economico, lo stop alle vostre attività? E sugli allenamenti?
Andrea: Sicuramente il peso è considerevole.
Eravamo riusciti a renderci totalmente indipendenti acquistando un ring, delle luci professionali, un titantron e molte altre attrezzature fondamentali per uno show di wrestling, ma avevamo anche previsto nel nostro budget delle entrate considerevoli che invece non si verificheranno.
A livello di allenamenti c’è poco da dire e da fare, è una situazione che accomuna qualsiasi disciplina a livello nazionale e dobbiamo solamente aspettare comunicazioni dal governo; sicuramente dispiace, perché stare fermi per così tanto non è assolutamente bene, sia dal punto di vista atletico/fisico che dal punto di vista morale.
Emanuele: Lo stop al nostro show di Marzo ha fatto sì che dovessimo giustamente rimborsare i biglietti già prenotati e vedere se le compagnie aeree permettessero un rimborso dei voli.
Per fortuna, pur essendo una federazione giovane, cerchiamo sempre di valutare costi e rischi e quindi abbiamo mantenuto il nostro fondo cassa.
Purtroppo lo stesso discorso riguarda gli allenamenti degli atleti: le palestre, essendo luogo di aggregazione, sono state immediatamente chiuse e quindi, chi vuole mantenersi in forma – cosa che consiglio a chiunque, a prescindere che sia un atleta o meno – deve allenarsi tra le mura domestiche per non cedere alla stasi di questa quarantena.
Samuel: Molto! Soprattutto per quelle realtà che lavorano attorno a noi come chi ci affitta impianto audio, luci, fotografia e riprese video.
Jhonny: Parecchio, avevamo pubblicizzato l’evento del 21 Marzo con cartelloni stradali in provincia di Modena ed avevamo già pagato l’aereo ad un atleta UK.
Oltre a questo ovviamente vanno aggiunti gli allenamenti saltati (l’accademia è la nostra prima forma di autofinanziamento, con quella ferma è tutto più difficile) ed i viaggi dei nostri atleti in UK per i camping che avevamo voluto regalare come “borse di studio”.
Jacopo: Impatto economico poco, nel senso che non ci sono spese di trasporto o palestre, sull’impatto degli allenamenti tanto, come credo per tutti.
Sai bene che c’è una grande differenza fra l’allenarsi con i propri compagni che in solitaria; fare dei pesi o qualunque esercizio in solitaria, sicuramente non è paragonabile al fare una sessione di allenamento con i proprio compagni.
Enrico: Pensate che potrete ripartire da subito, appena verrà revocato il Lockdown, o ci vorrà più tempo?
Andrea: Ci vorrà assolutamente più tempo secondo me.
Dato che parliamo di una disciplina di contatto, prima di tornare a fare un allenamento normale credo che passeranno ancora mesi e mesi.
Sicuramente non ci sarà massima libertà neanche per gli eventi, anzi, credo che per parecchio tempo saranno pieni zeppi di limitazioni e di normative stringenti da rispettare.
Sarà fondamentale capire quanto queste normative impatteranno a livello economico sull’organizzazione di uno show.
Come ben sappiamo i budget del wrestling indipendente non sono milionari, quindi è possibile che ci ritroveremo con dei bei grattacapi.
Emanuele: Si è visto chiaramente, col passare delle settimane, come le date siano semplicemente numeri indicativi di una ripartenza molto graduale. Non si deve certo pensare al 4 Maggio come ad un “Liberi tutti” collettivo.
Il mondo del wrestling comporta aggregazione, contatto, lo stare assieme per allenarsi e per dar vita ad uno show che funzioni alla perfezione dall’inizio alla fine per il pubblico, che merita di assistere ad un evento solido.
Sicuramente, ci vorrà più tempo prima di tornare ad una situazione in cui tutti possano tornare a gustarsi uno spettacolo di wrestling come si concepiva prima del lockdown.
E’ stranissimo parlarne al passato, come se fosse un tempo lontano quando invece parliamo soltanto di un paio di mesi fa, ma preferisco essere il più realista possibile per lavorare, assieme al collettivo della Mayhem, nel modo più lucido in vista del futuro migliore.
Samuel: Parlo come promoter, ci vorrà del tempo anche solo per capire come attuare quelle che saranno le disposizioni governative per la sicurezza sanitaria e anche per la difficoltà che si avrà nella reperibilità di sponsor per finanziare lo spettacolo.
Jhonny: Non appena possibile per quanto riguarda il lato atletico ripartiremo ad allenarci a scaglioni e con tutte le dovute precauzioni.
Però mi sento di dire che la Wiva non è rimasta del tutto ferma in questo periodo, i nostri ragazzi hanno formato dei gruppi di allenamento “online” e partecipato a seminari online con atleti come Rocco Casanova e Sid Scala investendo comunque denaro e tempo libero nella loro crescita in questo periodo di stallo.
Tutto questo ci ha riempito di orgoglio ed allo stesso tempo di carica.
La primissima cosa che faremo una volta ripartiti sarà comunque la ricerca di nuovi sponsor (di questi tempi non sarà semplice).
Jacopo: A questa domanda è difficile da rispondere, si va verso l’estate, tanti festival dove eravamo stati inseriti in calendario sono stati preventivamente annullati. Abbiamo una nuova idea in cantiere per poter portare avanti la TCW, a tempo debito ti farò sapere.
Non per altro, l’idea è ancora in fase embrionale, credo che poi ci sarà ancora un lasso di tempo per poter dire se si riprenderà o meno, anche perché credo che per i primi mesi lo sport, se dovesse riprendere, sarà a porte chiuse.
Enrico: Negli USA, federazioni come AEW e WWE stanno andando avanti con Show a porte chiuse, pensate sia una soluzione fattibile anche in Italia?
Andrea: Purtroppo devo dire di no.
Hai citato due colossi che giocano un altro sport rispetto a noi e che devono rispettare contratti televisivi e di sponsor di livello assoluto.
Al momento in Italia non vedo una concreta possibilità per le federazioni italiane di chiudere importanti accordi televisivi o di avere alle spalle brand importanti disposti ad investire nel prodotto.
L’unica possibilità rimarrebbe quella degli Ippv/on demand, ma quanti fan spenderebbero anche solo 5 euro per uno show di wrestling italiano in streaming? Nel migliore dei casi una ventina di persone, con introiti che probabilmente non permetterebbe al promoter di rientrare neanche per il solo investimento dedicato alla produzione video.
E’ un problema che accomuna il 95% del wrestling indipendente secondo la mia opinione, solamente alcune eccezioni a livello globale riuscirebbero a campare producendo eventi senza pubblico.
Emanuele: Se si nota, anche le federazioni major sono state costrette a modificare il loro prodotto, puntando su un qualcosa di innovativo come il taglio più cinematografico (prendendo quanto di meglio abbia lasciato Lucha Underground al mondo del wrestling), come ha dimostrato il Boneyard Match tra Undertaker e AJ Styles oppure quel piccolo capolavoro che è stato il Firefly Fun House Match (sì, ho adorato ogni singolo minuto di quel segmento) tra Bray Wyatt e John Cena, proprio per compensare l’assenza di pubblico sugli spalti.
Francamente, non riesco ad immaginare il wrestling senza il pubblico.
Potrà anche essere un luogo comune – in questo caso positivo – ma il pubblico italiano è uno dei più caldi. Ci distinguiamo, facciamo casino, tifiamo, trasciniamo i wrestlers durante i loro match.
E’ questo quello che voglio per la Mayhem e per ogni singola federazione italiana: il calore del pubblico.
Voglio la gente che si scalda come avvenuto durante il match tra Max Peach e Scotty Davis o il pubblico che insorge quando Mister Mayhem impedì a Max di vincere contro Paxxo, permettendo a quest’ultimo di vincere il titolo di King of Mayhem.
Poi che le situazioni di estrema difficoltà scatenino la creatività, è una cosa giustissima e molto interessante: magari la nostra fame di wrestling ci porterà a creare qualcosa in futuro. Mai dire mai.
Ma intanto pensiamo a quando il nostro pubblico potrà tornare a seguirci dal vivo.
E’ il pubblico che ha portato ad una primavera del wrestling italiano: è giusto che sia presente quando ripartiremo.
Samuel: Per quanto mi riguarda NO!
La IWE ha come obbiettivo fare spettacoli per intrattenere il pubblico e se questo manca viene a meno l’obbiettivo primario.
Capisco le Majors come AEW e WWE che hanno dei contratti da rispettare e sono multinazionali con altri obbiettivi oltre all’intrattenimento, ma per una realtà come la nostra, per ora, non trovo il senso di uno spettacolo a porte chiuse.
Jhonny: Stavamo pensando di farlo con “Idi di Marzo” prima della chiusura totale. Siamo molto combattuti perché è vero che si lancerebbe un segnale di continuità ma è anche vero che il Wrestling senza pubblico lascia un po’ di amaro a tutti e dato che non abbiamo i rientri economici di AEW e WWE non so quanto abbia senso. Vedremo come proseguiranno le cose perché purtroppo nulla è prevedibile e non si sa mai che non ci tocchi adeguarci a questa scelta anche qui in Italia.
Jacopo: Ni! A me non piace il wrestling a porte chiuse, perché per me il wrestling è anche interazione con il pubblico, infatti ho trovato molto triste Wrestlemania, ma credo che ad un certo punto bisogna anche saper fare di necessità e virtù! Speriamo che ci sia un’idea geniale che aiuti.
Enrico: Una volta appurato che si potrà ripartire con gli Show (in modalità di sicurezza da capire), pensate che il pubblico tornerà agli show subito o avranno timori per la salute?
Andrea: Su questo sono molto ottimista. Credo che la gente tornerebbe agli eventi senza alcun timore, ma questo vale per qualsiasi attività.
Sono, ad esempio, abbastanza convinto che se dovessero aprire domani le discoteche sarebbero in overbooking nonostante la pandemia.
E’ anche possibile che nei primi periodi di massima libertà il wrestling italiano possa giovarne, riuscendo magari a fare numeri più alti del solito per un breve periodo.
L’unico dubbio potrebbe esser legato al fattore economico vista la crisi che stiamo affrontando e che affronteremo nei prossimi tempi, ma su questo ambito è molto difficile fare una previsione.
Emanuele: Questa quarantena ci ha tutti resi un pizzico più fragili: non è un mistero e penso che non ci sia nulla di cui vergognarsi.
Ognuno, poi, gestisce la fragilità (che non è debolezza; c’è tutta la differenza del mondo: ammiriamo la bellezza di un bicchiere di cristallo anche per la sua fragilità) come meglio crede.
E’ normale avere paura e questo timore sarà con noi a lungo.
Però, al tempo stesso, penso che la gente, mai come adesso, abbia voglia di vivere.
Abbia voglia di uscire, di riappropriarsi di quello che era suo prima che scoppiasse la pandemia. Di riprendere la propria quotidianità, di partecipare agli eventi di wrestling.
E’ uno stranissimo equilibrio tra sentimenti contrastanti, ma decisamente affascinante.
Io spero che la gente faccia vincere questo slancio alla vita e lasciare la paura fuori dal palazzetto.
Spetterà poi a noi convincerli definitivamente che passare un paio d’ore con la Mayhem sia divertimento puro ed emozioni a non finire.
Samuel: Ripeto quello che ho detto in una diretta Facebook, assolutamente sì!
Il Mondo ora più che mai ha fame di luci, colori, musica, azione, racconti ed emozioni e chi meglio del Wrestling può dare tutto questo?
Jhonny: Il pubblico sta reagendo, ci sono ragazzi da ogni zona d’italia che ci chiedono cartoline firmate o gadget vari chiedendoci quando torneremo a fare show live. Speriamo di vederli presto a bordo ring, la paura per la salute ci sarà ma dobbiamo vincerla.
Ovviamente la Wiva prenderà tutte le precauzioni necessarie perché come detto prima la salute del pubblico per noi è la cosa principale.
Vinceremo questo match e torneremo a vivere, non sappiamo quando ma sappiamo che succederà e questo è l’importante
Jacopo: Come tu ben sai io sono un giornalista sportivo e seguo in particolar modo il mondo del calcio, credo che proprio questo sport farà da indicatore. Penso che quando le persone avranno la voglia di tornare a riempire uno stadio, allora sarà il momento in cui avranno anche la voglia di tornare a riempire i palazzetti dello sport.
Enrico: Che scenari si prospettano, nel 2021, per la scena italiana? E quali saranno i vostri obbiettivi?
Andrea: E’ un grande punto interrogativo.
Dipenderà tutto da come proseguirà la pandemia e dalle normative che verranno messe in atto.
L’unica cosa che possiamo fare noi è farci trovare pronti ad adattarci alle condizioni che ci saranno.
Noi abbiamo la fortuna di disporre di un palazzetto molto ampio e, come detto prima, di qualsiasi mezzo per poter mettere in piedi uno show senza dipendere da nessuno. Sono quindi abbastanza fiducioso sul fatto che potremo ripartire con fiducia ed entusiasmo quando ci sarà la possibilità.
Emanuele: 2021 – La rinascita: sembra quasi il titolo di un film, ma è così.
E’ stranissimo parlare già ad Aprile del 2021, ma se ci pensiamo, è come se ci stessimo già preparando a saltare quest’anno a piedi uniti.
Come se volessimo lasciarci alle spalle questo 2020 dopo soli quattro mesi e, per una volta, non è ironia da post di Facebook in cui ci lamentiamo che le cose vadano male. Questa volta è davvero un sentire comune.
Il 2021 si prospetta molto vivace, perché chiunque vorrà recuperare il terreno perso per questo stop forzato: forse ci troveremo di fronte ad un calendario pieno di date.
La gente vorrà tornare a vivere e il wrestling italiano deve essere presente.
Come Mayhem, posso soltanto dire che noi ci saremo. Volevamo esserci a Marzo di quest’anno e ci saremo quando si potrà riprendere col suono della campanella e il tifo del pubblico.
Vogliamo ripartire con l’entusiasmo al massimo. Con la voglia di migliorarci sempre e comunque.
Ci sono ancora tanti conti in sospeso tra il sottoscritto, Mister Mayhem, Paxxo, Max Peach e Lupo, che non ha potuto combattere nel suo incontro, per l’attacco subito.
Devo ancora capire come mai Aaron Cage abbia tradito suo fratello Sagwon per unirsi a Big Charles, Daniel Romano e Mary Cooper.
E la voglia di rivalsa di Gianni Verga, quella di brillare dei Latin Lovers …
Insomma, ci sono troppe cose rimaste ferme per non ripartire con ancora più grinta.
Anche solo a parlare di queste cose, non vedo l’ora di ripartire, ma ad una condizione: che ci sia tutto il calore del pubblico che sta facendo crescere questo pazzo viaggio chiamato Mayhem.
Samuel: Io sono convinto che la scena italiana godrà di un ottimo 2021.
Non sarà facile a livello organizzativo ma ci sarà un bellissimo impatto di pubblico e il nostro obbiettivo è quello di farci trovare pronti!
Jhonny: Solitamente si dice che dopo una crisi c’è una risalita e speriamo che il detto popolare abbia ragione.
Parlo a nome della WIVA, i nostri obbiettivi saranno ovviamente valorizzare i nostri corsi, aumentare la qualità del prodotto ma soprattutto la nostra web serie che da quando è tornata sta avendo un successo incredibile su youtube.
L’annata incredibile che vi avevamo promesso in questo 2020 verrà sicuramente recuperata nel 2021, è una promessa.
Jacopo: Bisognerebbe avere una sfera di cristallo per poter rispondere a questa domanda.
Nessuno può sapere cosa succederà nel 2021, qui non sappiamo neanche cosa succederà domani! Purtroppo oggi si può parlare perlopiù di sogni.
Ancora un sentito ringraziamento a tutte le federazioni che hanno concesso tempo per questa serie di interviste. Enrico Bertelli “Taigermen”