La Pandemia ha fermato tutto il Mondo, Wrestling compreso.
Se da alcune parti, come USA, Messico e Giappone, è ripartito in varie forme (da show a porte chiuse a show con pubblico ridotto), in Italia è al momento ancora tutto fermo.
In attesa di vedere nuovamente i nostri atleti calcare i ring delle federazioni italiane, ho voluto fare un viaggio per capire “lo Stato dell’Arte” delle nostre Realtà ai tempi della Pandemia, con una intervista collegiale (che qui su ZW abbiamo diviso in due parti) ai presidenti, fondatori e rappresentanti delle fed italiane, con le loro risposte abbiamo cercato di capire come potrebbe essere il futuro della scena italiana, nell’ottica del nostro cambiamento di abitudini sociali a causa del COVID-19.
In questa prima parte, le parole di Emilio Bernocchi (ICW), Alex Flash (SIW), Fabio Tornaghi (RSWP), Diego Piacentini (IWA) e Massimiliano Malpensa (BWT/Megastars).
Enrico: Innanzitutto, come stanno i vostri atleti e i loro familiari?
Emilio: Fortunatamente stanno tutti bene.
Alex: Fortunatamente nessun caso di covid-19 si è manifestato fino ad oggi.
Siamo stati fortunati e speriamo che la fortuna continui ad assisterci.
Fabio: Per quanto ne sappiamo tutto bene, fortunatamente.
Diego: Intanto ringrazio ancora ZW dell’opportunità di questa intervista.
Fortunatamente tutti bene ed in ottima salute!
Massimiliano: I nostri atleti stanno bene, siamo in contatto più o meno regolarmente con tutti.
Non abbiamo notizie di famigliari stretti con problematiche in essere.
Enrico: Quando la Pandemia è arrivata in Italia, credevate che non avrebbe influenzato lo svolgimento degli show in Italia?
Emilio: L’arrivo della pandemia ci ha coinvolto quasi da subito.
Abbiamo una scuola a Lodi, poco distante da Codogno che è stata la prima città italiana colpita.
Fin da domenica 23 febbraio abbiamo dovuto interrompere i nostri allenamenti.
Si sapeva che era un virus per cui non esistevano cure o vaccini, ma non era ancora chiaro quanto fosse alto l’indice di contagiosità; il divieto agli eventi aperti al pubblico è stato esteso a tutta Italia solo qualche giorno dopo, ma la seconda zona più colpita in ordine di tempo è stata proprio Bergamo, dove ormai da un anno e mezzo tenevamo i nostri eventi mensili della serie ICW Fight Forever.
E’ apparso chiaro abbastanza in fretta che avremmo dovuto cancellarli, nell’interesse sia del pubblico che degli atleti.
Di certo inizialmente non pensavamo che lo stop sarebbe stato così lungo, al punto che anche ora è molto difficile intravedere quando si potrà tornare a come tutto era prima.
Alex: Quando la pandemia è arrivata era chiaro che si, avrebbe influenzato SOPRATTUTTO noi.
La principale forma di contrasto al covid-19 è la distanza di sicurezza.
I nostri show sono occasione per assembramenti; noi stessi, svolgendo uno sport full contact, siamo i primi ad essere al rischio.
La cancellazione dello show era logica e prevedibile.
Fabio: Onestamente credevamo che l’impatto sarebbe stato molto più limitato. Abbiamo vissuto dalla Germania (in trasferta per il wXw 16CaratGold) la chiusura della Lombardia, ne abbiamo anche parlato approfonditamente anche sul nostro Podcast.
Diego: La percezione è stata un po’ falsata dalla mole di informazioni molto confuse che arrivavano dai vari media.
Pian pianino si è poi capita la gravità della situazione, che non sarebbe stata una condizione temporanea e che avrebbe influenzato tutto il movimento e di conseguenza lo svolgimento degli eventi.
Massimiliano: In primis ci speravamo, o per lo meno speravamo al massimo in uno stop di qualche tempo, ma è bastato veramente poco per renderci conto del contrario…
Enrico: Quanto ha inciso, sul piano economico, lo stop alle vostre attività? E sugli allenamenti?
Emilio: Solo da marzo a maggio, abbiamo dovuto cancellare 9 eventi che erano già fissati, in alcuni casi con pubblicità già avviata e pagata.
E non c’è ancora alcuna indicazione di quando potranno riprendere, quindi non abbiamo ancora potuto fissare altre date certe; le entrate principali vengono dalla bigliettazione degli eventi aperti al pubblico, quindi l’impatto è stato non indifferente. Gli allenamenti sono tutti sospesi, i nostri atleti si stanno tenendo in forma allenandosi in casa, anche se ovviamente per un lottatore nulla può sostituire il tempo passato su un ring, e fremiamo tutti per tornare a calcarlo.
Alex: Gli allenamenti sono stati immediatamente stoppati subito dopo il decreto dello scorso 3 marzo, con apposita comunicazione federale.
Economicamente siamo apposto.
Nessuna entrata ma nemmeno nessuna uscita così rilevante, al momento.
Fabio: Essendo solo promotion e non avendo una nostra scuola, posso rispondere ovviamente solo per la prima parte della domanda.
E’ stato annullato l’evento di maggio, ed al momento la perdita economica è rilevante; speriamo di poter avere rimborsi quantomeno dalle compagnie aeree, ma a quanto pare si dovrà aspettare e sperare; fra l’altro la maggior parte dei voli non è ancora stata annullata!
Inoltre avevamo già in rampa di lancio ben 4 eventi con compagnie straniere, un paio delle quali davvero estremamente famose e prestigiose, ma a questo punto non sappiamo se potranno andare in scena o meno, date le difficoltà a livello globale (erano eventi previsti per la seconda metà del 2020 e la prima del 2021).
Diego: Fortunatamente non molto.
Avendo una scuola ed un Roster ben radicato sul territorio, abbiamo possibilità di attingere al nostro “vivaio” e alla realtà locale, senza spendere tantissimo. Ovviamente i mancati allenamenti e i mancati show creano uno zero alla voce incassi, ma ripartiremo senza difficoltà.
Massimiliano: Ha inciso molto su entrambi i casi.
Per quanto riguarda gli show, in proporzioni diverse, sia Bologna Wrestling Team che Wrestling Megastars hanno sostenuto spese per show che non si sono svolti e di queste uscite non ci potrà essere un rientro.
Per quanto riguarda gli allenamenti, il problema è anche qui economico, ci sono delle spese fisse da sostenere e i collaboratori sportivi ora non stanno percependo i compensi, ma c’è pure un aspetto “prestazionale”: abbiamo ragazzi che non potendo allenarsi rischiano di risentirne sul lato fisico.
Il gruppo di atleti veterani, capitanati dal nostro Red Scorpion, e di quelli che si esibiscono sui ring da poco stanno svolgendo allenamenti autonomamente e si aiutano gli uni e gli altri mettendo a disposizione di tutti i loro metodi di allenamento personali: questo è l’aspetto positivo del team.
Enrico: Pensate che potrete ripartire da subito, appena verrà revocato il Lockdown, o ci vorrà più tempo?
Emilio: Penso che il wrestling, come sport da contatto, sarà uno tra gli ultimi a poter riaprire i corsi.
Nel nostro sport è impossibile mantenere distanze di sicurezza tra gli atleti, quindi è ragionevole pensare che la curva del contagio dovrà abbassarsi ancora parecchio prima che le autorità ci consentano di riprendere.
Alex: Il lockdown non sarà revocato in un colpo solo. Si procederà per fasi.
Noi saremo sicuramente gli ultimi a poter ripartire.
Se anche si potessero organizzare show con sedie da pubblico ad un metro di distanza, chi verrebbe a vederci? Ovviamente e giustamente nessuno.
Detto questo noi atleti in primis, come già spiegato prima, siamo a rischio svolgendo uno sport full contact.
Non abbiamo alcuna fretta di ripartire, nonostante la nostra profonda passione, perché la salute viene prima di tutto.
Come federazione seguita da una moltitudine di persone sta a noi in primis dare il buon esempio in questa chiave; per quanto ci manchi il nostro mondo, è fondamentale non avere fretta, sia per la salute dei nostri atleti che per quella dei nostri fans.
Fabio: Impossibile prevederlo.
Ad oggi nessuno sa nulla, ci arrivano voci, leggiamo notizie e dichiarazioni, ma non sappiamo né quando né come potremo ripartire.
E non sappiamo nemmeno quale sarà l’impatto sul pubblico: le famiglie vorranno tornare ad assistere ad eventi live, o avranno timore al riguardo? Il settore eventi sarà verosimilmente uno dei più colpiti, purtroppo.
Diego: Noi come realtà assolutamente si, siamo pronti e continuiamo a prepararci per il tanto agognato momento, quando verrà.
Massimiliano: Appena sarà possibile cercheremo di riprendere i corsi e gli allenamenti, per quanto riguarda invece gli show credo proprio si debba avere un po’ di pazienza e aspettare un po’ di più.
Anche se facessimo uno show immediatamente dopo la revoca non credo che molta gente se la senta di recarsi dentro un palazzetto o comunque in mezzo ad altro pubblico. Stiamo comunque facendo considerazioni in merito…
Enrico: Negli USA, federazioni come AEW e WWE stanno andando avanti con Show a porte chiuse, pensate sia una soluzione fattibile anche in Italia?
Emilio: In Italia viene imposta molta più prudenza da parte delle autorità.
Eventi di questo tipo prevedono innanzitutto di avere a disposizione una struttura che sia legale utilizzare per tenervi dei match di wrestling.
Tutti gli impianti sportivi pubblici e privati sono chiusi in questo momento, e la stessa attività sportiva, il match in sé, non è praticabile ora.
Se arriveremo a un punto in cui sarà legalmente fattibile, e la riapertura degli show al pubblico sarà ancora lontana, percorreremo volentieri questa strada degli show a porte chiuse.
Non vediamo l’ora di tornare sul ring e di portare i nostri match al nostro pubblico, anche solo tramite il web, ma ovviamente dobbiamo attenerci alle disposizioni vigenti.
Alex: La wwe è una multinazionale. La Aew fa parte di un asset miliardario.
Hanno i loro staff medici e monitorano gli atleti 24h. Nonostante tutto il rischio permane. Indirettamente ci siamo dati la risposta credo.
Fabio: Chi lo sta facendo è solo chi ha importanti contratti televisivi, e quindi obbligo o convenienza nel farlo. Tant’è che anche in Europa nessuno è andato avanti, nemmeno quando legalmente era possibile.
Per il nostro evento di maggio avremmo valutato questa formula (in comune accordo con i workers), per inciso, ma col solo scopo di garantire loro il compenso economico concordato, e solamente se fosse stato possibile non solo a norma di legge ma nel rispetto di salute e buonsenso. Chiaramente non ci sono le circostanze perché sia così.
Diego: Solo a fronte di grandi investimenti o sponsorizzazioni.
Se potesse servire per alimentare attesa e voglia di wrestling, costruire hype per il ritorno alla normalità, ossia eventi con pubblico, credo possa essere una idea percorribile, ma non con una agenda impegnativa.
Massimiliano: Ho visto recentemente che anche in Messico la AAA sta facendo così.
E’ mio parere che in Italia, in cui non esiste già un prodotto televisivo degno di questo nome, non sia proprio fattibile (per lo meno alla stessa maniera…).
Enrico: Una volta appurato che si potrà ripartire con gli Show (in modalità di sicurezza da capire), pensate che il pubblico tornerà agli show subito o avranno timori per la salute?
Emilio: Ci saranno comprensibili timori prima che il pubblico torni a fidarsi al 100% di frequentare eventi affollati, anche indossando la mascherina, anche con altre misure di sicurezza come la rilevazione della temperatura all’ingresso.
Penso che dovremo aspettare la diffusione di un vaccino per tornare veramente, a poco a poco, a com’era tutto prima; siamo certi però che appena le condizioni ci saranno, i nostri fan torneranno a darci il loro sostegno.
Alex: Quando si potrà ripartire, sicuramente non ci saranno più rischi.
Questo virus è pericoloso ed uccide. Questo è importante da capire.
Sport e show come i nostri ripartiranno solamente ad emergenza cessata.
Fino ad allora conviveremo con le misure di distanziamento sociale e cercheremo soluzioni adeguate per intrattenere i nostri fans in totale sicurezza, anche da remoto, anche con format diversi.
Fabio: Dipende. A maggio ritengo sicuro che si riparta con le attività economiche (per inciso nella mia zona -Bergamo- già ora una marea di attività produttive sono operative).
Dopo 2-3 settimane quindi si valuterà quanto ciò sta impattando sulla diffusione del virus. Verosimilmente passerà l’estate, più serenamente, e non possiamo sapere come la gente reagirà, anche perché non sappiamo davvero come l’epidemia cambierà le nostre vite.
E nemmeno sappiamo cosa le leggi ci chiederanno. Posti a sedere distanziati di 2 metri? E gli atleti? Mistero. Sarà dura, molto dura, per tutti.
Diego: Innanzitutto sarà da capire quali saranno le misure.
Personalmente vorrei la sicurezza massima accompagnata dalla possibilità di aver debellato o almeno minimizzato il rischio di contagio.
Molto poi dipenderà anche dalla situazione economica delle varie regioni dove le promotion operano.
Massimiliano: Provando a mettermi nei panni di uno dei nostri fan effettivamente penso che la prima reazione sia proprio quella di aver timore.
Lavoreremo su questo: appena ci sarà modo di togliere tutti i timori saremo in prima linea a presentare uno show con i contro….fiocchi! E ci adopereremo (lo dovremo fare) per rispettare e far rispettare tutti i crismi di sicurezza.
Enrico: Che scenari si prospettano, nel 2021, per la scena italiana? E quali saranno i vostri obbiettivi?
Emilio: Ci auguriamo proprio che nel 2021 ci saranno tutte le condizioni per riprendere da dove avevamo interrotto.
Una eventuale fase di transizione dove gli eventi saranno aperti solo a un numero ristretto di persone rischia di essere economicamente molto difficile. Per sostenere le spese di organizzazione di un evento medio, fatto come si deve, in un palazzetto, serve poterlo riempire, anziché doversi fermare a magari poche decine di spettatori. E di certo non si potrà sopperire alzando il costo del biglietto, dopo l’impatto economico pesante che questa pandemia sta avendo su gran parte della popolazione. Superare questa fase, se avverrà in questi termini, sarà la vera sfida per il wrestling italiano.
Ma vogliamo essere ottimisti e faremo tutto quanto sarà necessario per tornare ai ritmi di prima, a organizzare eventi con una frequenza che ci viene invidiata in tutta Europa, e a formare nella ICW Academy i prossimi protagonisti del wrestling nazionale e internazionale. Nel 2021 la ICW compierà 20 anni: per noi sarà una ricorrenza di importanza enorme, e ci auguriamo che l’evento speciale che organizzeremo per festeggiarla possa diventare anche un simbolo della rinascita e di un nuovo inizio per tutto il movimento.
Alex: L’Obiettivo è tornare ad intrattenere appena possiamo. Attualmente non c’è altro da dire.
Affinché questo accada è necessario rispettare le regole di modo che il covid-19 possa essere sconfitto. Una volta battuto, risaliremo sul ring e combatteremo in onore di coloro i quali hanno dato anima e corpo nella lotta al virus; medici, infermieri e Oss, tutti i lavoratori che ci stanno fornendo servizi ritenuti essenziali e tutti i volontari, e per i nostri concittadini che purtroppo hanno perso la vita.
Non farò previsioni fantasticando per il 2021, dobbiamo restare concreti, nessuno può rispondere con raziocinio a questa prima domanda, è una guerra totalmente imprevedibile, nonostante si cerchino spunti studiando la nostra storia. La cultura insegna.
Fabio: Inutile nascondersi: il virus facilmente ci penalizzerà, come penalizzerà eventi, sport ed attività di gruppo. E’ un peccato, perché la scena italiana non era mai stata così vivace e qualitativamente ad alto livello, grazie a varie compagnie pure diffuse geograficamente come mai prima d’ora.
La Rising Sun nel 2020 voleva spingere ulteriormente il percorso della propria internazionalizzazione, ed il Carat sarebbe stato solo l’inizio. Speriamo sia davvero possibile proseguire come pianificato, ma è complicato dire ora se ne avremo la possibilità.
Di certo non cambia il nostro obiettivo: proporre un prodotto di qualità, che garantisca agli atleti italiani la possibilità di farsi un nome non solo in Italia ma anche all’estero. Faremo del nostro meglio, per quanto sarà possibile, come sempre: la positività non ci è mai mancata, e mai ci mancherà. La tempesta passerà .
Diego: Credo che il 2021 possa vedere una scena più collaborativa, soprattutto per forza di cose si dovrà cercare di attingere di più ai wrestler italiani, se perdureranno restrizioni sui voli dall’estero.
Noi abbiamo appena annunciato il Wrestling Festival 2021, per la fine di maggio, in collaborazione con la Lucha Libre Barcelona e opereremo per far sognare gli appassionati di wrestling italiani il più possibile.
Un abbraccio ed un caro saluto a tutti i lettori di Zona Wrestling.
Massimiliano: Per la scena italiana penso si andrà avanti più o meno come prima. Ci sarà chi chiuderà i battenti, chi li aprirà, chi presenterà show di Wrestling poco degni di essere chiamati con quel nome, chi farà prodotti decenti e chi ne farà di buoni.
Posso parlare sia a nome sia di Bologna Wrestling Team che di Wrestling Megastars dicendo che ci impegneremo più di prima e, quando faremo qualcosa, lo faremo lasciando il segno come del resto abbiamo sempre fatto.
Gli obiettivi rimangono i medesimi e più rafforzati: migliorarci e migliorare il prodotto che presentiamo cercando, col passare del tempo, di alzare sempre di più la fantomatica asticella.
Un ringraziamento a tutti gli intervistati e alle loro federazioni per il tempo concesso a questa intervista.
Appuntamento a presto con la seconda parte.
Enrico Bertelli “Taigermen”