Quando una storyline è scritta bene, la riconosci. Quella in corso in AEW, con Jon Moxley e i Death Riders alla guida, è riconoscibilissima e al momento non hanno sbagliato una virgola. Se takeover deve essere, non può esserlo con le stesse modalità del passato.

Mox è stato chiaro. Se la AEW non è più sulla cresta dell’onda è perché in tanti non si sono impegnati abbastanza per tenerla in ballo. E la colpa è soprattutto di Bryan Danielson e di chi, come lui, ha alimentato un ambiente da “volemose bene” dove ognuno poteva fare quello che voleva. Come ad esempio CM Punk.

Mischiando realtà e finzione, l’assunto è: o ti dai da fare e sopravvivi, evolvi, hai una crescita; o rischi di annegare. Ne sanno qualcosa i tanti giovani e non giovani che ora si stanno ponendo il dubbio su quale sia la strada giusta per il futuro.

I Death Riders non toccano i Bucks perché Evp’a, ma hanno una bella stima di Jack Perry. Che l’evoluzione l’ha avuta, e che potrebbe migliorare ancora magari entrando nella stable. Ma con l’Elite la sfida è praticamente scritta perché qualcuno dovrà tentare, prima o poi, di riprendersi la compagnia.

Chi si metterà di traverso, cadrà. Orange Cassidy, Darby Allin, i Private Party, Daniel Garcia e tanti altri sono solo un primo tassello. Tutto attorno, il dubbio è insinuato. E a Collision la scrittura ha proseguito nel migliore dei modi: alla macrostoria si affiliano una serie di microstorie collegate. Pensiamo ai Top Flight e a Lio Rush: cosa vogliono fare? Sopravvivere o annegare?

E sono soprattutto i giovani il focus della narrazione. Mentre i top sono impegnati in altre faccende (Cole/MJF/House of Black, Swerve/Hurt Business, White/Page), i giovani stanno provando a esibire un attimo di sfrontatezza. Per dimostrare ai Death Riders che la volontà di evolversi c’è.

A piccoli passi, si arriverà alla Army anti Moxley. C’è da scegliere chi ne farà parte. Dovrà essere molto forte. Non possiamo appellarci ad Allin. Ma certamente una Élite riunita potrebbe essere una soluzione, sebbene debbano essere bravi a spiegare come possano tornare in rapporti pacifici Omega e il resto del gruppo. Ma se ci sono riusciti, di riffa e di raffa, con la Bloodline, possono riuscirci anche in questo caso.

Young Bucks, Okada, Kenny Omega, magari Kota Ibushi vs Jon Moxley, Castagnoli, Pac, Yuta, magari Perry. Il prossimo Blood&Guts è scritto. Poi ci sarà tutto il tempo per scrivere quel Okada vs Omega che cuoce sotto traccia dal primo giorno in cui il giapponese ha fatto il debutto in All Elite.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.