I finali dei match sono sempre stati un elemento determinante e distintivo della gestione creativa di una compagnia di wrestling. La AEW, per esempio, ha dato una sua personale impronta inserendo sempre un limite di tempo massimo “ufficiale” ai match ed imponendo un numero molto basso di finali per squalifica. WrestleNomics ha portato avanti una interessante ricerca che mette in evidenza come questo sia davvero un unicum nella storia del wrestling, mentre tutte le altre federazioni viaggiano a ritmi molto simili.

La statistica, creata grazie al database di cagematch.net, rende conto della storia del wrestling dal 1990 ad oggi. Il sito ha preso in esame i match che sono finiti per squalifica, count out, no contest e time limit.

Quello che salta subito all’occhio è che negli anni 90 la tendenza ai finali di questo tipo era molto marcata, soprattutto in WWF e WCW, così come in Messico. In Giappone al contrario c’erano numeri molto ridotti. Negli anni 2000 si è assistito ad una generale riduzione di questo tipo di finali in WWE ma al contempo in Giappone c’è stato un ripido aumento rispetto ai numeri molto bassi degli anni 90′ mentre per il resto è stato abbastanza difficile trovare una tendenza precisa negli ultimi anni.

Venendo al 2021, la AEW è nettamente la compagnia con più finali netti. Sostanzialmente il 99,8% dei match finisce con un chiaro vincitore mentre lo 0,2% ha avuto come finale una squalifica. Praticamente tutti i match hanno un esito chiaro e questo probabilmente è un elemento che piace ai fan, che non rimangono mai delusi per il mancato “verdetto”. A ruota seguono la AAA e la AJPW con il 3% e Impact e la NJPW con il 5%. La WWE registra il 7% di match che finiscono in modo “alternativo”.