La Ring of Honor non è mai stata così importante ed in vista come lo è oggi. Basti pensare al milione scarso di spettatori che totalizza ogni puntata di Dynamite di cui il titolo Ring of Honor è stato spesso protagonista. Allo stesso tempo la Ring of Honor, di fatto, non esiste più, quello che esiste è una sterie di storyline e di titoli che vertono intorno alla memoria della fu Ring of Honor. Ma questo particolare momento della vita della Ring of Honor ha chiaramente i caratteri di una situazione transitoria e i titoli ed i wrestler della ROH ne stanno già risentendo.
La soluzione era abbastanza forzata. Gestire i big della AEW e contemporaneamente un roster esterno della Ring of Honor nello stesso spazio televisivo era un’impresa impossibile, così Tony Khan ha deciso di rendere i titoli Ring of Honor -sostanzialmente- dei titoli secondari della AEW. Oggi è un po’ questo quello che accade. Per ora i protagonisti sono di grande livello. Il titolo del mondo è stato dato ad uno dei wrestler con il maggior spazio televisivo e la maggiore influenza nel prodotto, Chris Jericho. Quando affidi qualcosa a Y2J sai che farà le cose per bene e questo caso non fa eccezione. Jericho ha riportato interesse e credibilità al titolo Ring of Honor di fatto cercando di ucciderlo, di colonizzarlo nell’ambito della sua crociata per il trionfo dello Sport Entertainment, ricalcando un po’ quello che fece Vince McMahon con il titolo ECW o quello che più di recente ha fatto Zack Ryder con il titolo GCW. Cioè diventare un campione rigettato dal pubblico, inviso alla propria nicchia perché sostenitori dei valori a cui il brand ROH è sempre stato antagonista.
Dietro a questa situazione divertente ed interessante, però, le altre cinture non stanno godendo dello stesso trattamento e soffrono maledettamente. A parte il titolo Pure, che è rientrato fortunatamente nella stessa gustosa narrativa legato a Jericho, il resto dei titoli lo vediamo davvero poco. Il titolo Trios è stato relegato ad AEW Dark, una cosa molto triste ma forse inevitabile. Del titolo femminile abbiamo perso le tracce da molto tempo. Non viene difeso da Death before Dishonor di luglio. Sembra che Mercedes Martinez sia infortunata eppure per lei non si è pensato a nominare una campionessa ad Interim ne a spogliarla del titolo per trovare una nuova campionessa.
I titoli tag team sono saldamente nelle mani degli FTR, ottime mani. Gli FTR sono uno dei tag team più validi al mondo, non si discute, ma dopo i Briscoes non c’è mai stata una rivalità degna di questo nome ed il match con i Gates Of Agony è stato frutto di una rivalità appena abbozzata. Un modo per ricordarci che esistono anche quei titoli.
Il titolo televisivo è forse quello che, dal rientro di Samoa Joe, è stato visto di più in giro. Oltre alla difesa di Rampage contro Josh Woods, lui e Wardlow hanno avuto un match come coppia a Rampage Grand Slam e questo è stato molto carino a mio modo di vedere, dato che ha un po’ messo sullo stesso piano i due campioni secondari del roster maschile AEW e ROH.
Non è facile dare spazio a tanti wrestler in poche ore di programmazione settimanale, è vero, ma è ancora più difficile dare spazio a molti titoli. I titoli per essere interessanti necessitano di essere ambiti, di essere esposti come la cosa più preziosa del mondo dal proprio detentore, necessitano, dunque, di visibilità. Possibile concedere tutto questo ad un paio di cinture, impossibile farlo con 14 titoli, cioè la somma di quelli AEW e Ring of Honor. Per questo la strategia di Tony Khan è stata quella di inglobare i titoli principali in rivalità che avrebbero comunque potuto fare a meno dei titoli come quella tra JAS e BCC.
Quanto potrà durare?
Oggi il titolo Ring of Honor è al centro di una bella storia, viene difeso da Jericho regolarmente. Ma dopo? Certo che far rimanere rilevante il titolo Ring of Honor nel lungo periodo non sarà affatto facile. La necessità di un format online o televisivo sulla sola Ring of Honor si fa sempre più pressante. Non sono preoccupato tanto per i titoli della ROH, che alla fin fine vertono in questa situazione di vigile attesa già dall’inizio della pandemia. Piuttosto credo che questa coabitazione stia nuocendo ai titoli secondari della AEW, un tempo fiore all’occhiello della compagnia ed oggi sempre meno presenti. Tutti questi titoli non possono convivere in tre ore televisive. Senza uno show in cui utilizzarli quei titoli e quindi l’essenza stessa della Ring of Honor rischia di sfiorire o di essere una sorta di parassita all’interno della AEW, con la necessità di unificare delle cinture o ritirarle.
Gli scenari sono 2: se la Ring of Honor avrà presto il suo spazio televisivo o web, la AEW potrà mettere in piedi un meccanismo simile a quello che abbiamo visto ad NXT 2.0. Qualche wrestler AEW di primo piano si avventurerà nel mondo della Ring of Honor e viceversa avremo dei wrestler della Ring of Honor che saranno utili alla causa della compagnia principale. Le influenze delle due compagnie rimarranno forti ma non sarà più necessario che le storyline ROH si sviluppino durante gli show AEW. L’organizzazione potrà anche essere diversa da questa e chissà cosa si inventerebbe Tony Khan per rendere speciale la nuova Ring of Honor.
La seconda possibilità è che la Ring of Honor cessi per sempre di esistere in quanto entità indipendente, anche ufficialmente. Saranno svolti degli show annuali o semestrali che ne rievocheranno i fasti, un po’ come quello che accadeva con ECW One Night Stand che oggi è Extreme Rules. Rimarrà magari il titolo di ROH Champion che sarà però un titolo secondario della AEW al pari del titolo FTW o del titolo TNT. Uno scenario che potrebbe sembrare triste ma che non dipende del tutto dalla volontà di Tony Khan.
TV, web o niente?
Le tv -infatti- al momento non sembrano propense ad investire su un nuovo show di wrestling. Tony Khan sa bene che non serve una tv “qualsiasi” per assicurare il successo della Ring of Honor. Serve un network di prima grandezza come quelli di Warner Bros Discovery. Pensate che la AEW avrebbe avuto l’enorme successo di pubblico di cui parliamo oggi se fosse andata in onda su AXN (il canale in cui va in onda Impact)? Questo fantomatico prodotto ROH Only potrebbe non nascere mai. La AEW sa bene, producendo già due show esclusivi per YouTube, quanto è dura monetizzare uno show di wrestling che sia solo free, come quello della NWA. Ci sarebbe pronta la Impact Zone ma l’ultimo episodio di Dark ha totalizzato 140.217 spettatori, troppo pochi per giustificare un investimento importante. Ecco che quindi potrebbe farsi strada la soluzione estrema, quella di “chiudere” la Ring of Honor, o di metterla a dormire in attesa di un momento migliore in cui riportarla in vita.
Al momento la AEW sta trattando per i diritti televisivi con Warner Bros Discovery per quanto riguarda Dynamite e si pensa che in ballo ci possa essere anche lo spazio televisivo per la Ring of Honor. Secondo Dave Meltzer non è tanto Tony Khan a non voler vendere i diritti già da subito (cosa che avrebbe già fatto fosse stato per lui) ma piuttosto il gigante televisivo che non vorrebbe aggiungere adesso dei nuovi costi essendo in un momento di profonda revisione delle spese. Non sarà facile avere uno spazio per la Ring of Honor, ed il meglio che in questa fase di stallo Tony Khan potrà fare è far rimanere più caldo possibile il brand, sacrificando anche qualcosa della sua creatura principale, la AEW, che ne sta già un po’ soffrendo.