Cari lettori di Indy City Beatdown, ben ritrovati nella rubrica preferita dai fan della scena indy americana. Riprendiamo dopo un mese con alcuni show di altissimo livello che hanno rimescolato un po’ le carte di due delle maggiori compagnie del panorama a stelle strisce. Il focus di oggi? Su un addio che sembra arrivato con tanti anni di ritardo..
– PRO WRESTLING GUERRILLA
Un ritorno un po’ sorprendente quello della PWG, soprattutto perché continua il lavoro di ricerca di atleti che sappiano in qualche modo variare il roster visto negli ultimi anni. E allora c’è da segnalare la sorprendente vittoria di David Starr ai danni di Fred Yehi nell’opener di “Mistery Vortex V” così come quella di Sammy Guevara su Rey Fenix, segno che il buon Guevara scalerà velocemente le gerarchie della promotion. Buona difesa dei Chosen Bros sui Ringkampf, mentre Chuck Taylor torna campione assoluto battendo Ricochet nel main event… l’ultimo match di “The King” nelle indy prima di approdare alla WWE.
* PWG CHAMPION: Chuck Taylor
* PWG TAG TEAM CHAMPIONS: Jeff Cobb & Matt Riddle
– PREMIERE WRESTLING XPERIENCE
Primo torneo dell’anno per la compagnia di Charlotte, con “Sixteen”: ha vinto uno degli idoli di casa, James Drake, che a 33 anni si sta prendendo diverse soddisfazioni. Per arrivare in fondo ha dovuto superare Juice Robinson e un’altra delle star di lungo corso della promotion, Corey Hollis. Tutto bene per il campione assoluto Anthony Henry che ha difeso con successo la cintura dall’attacco di Joey Mercury, mentre nella prima serata delle due ci sono stati ben due cambi titolati: Chip Day ha acciuffato il Television Title dalle grinfie di Darius Lockhart, i The Ugly Ducklings hanno sconfitto i The Syndicate ed hanno riconquistato i titoli dopo un anno dalla precedente sconfitta.
* PWX CHAMPION: Anthony Henry
* PWX INNOVATIVE TELEVISION CHAMPION: Chip Day
* PWX TAG TEAM CHAMPIONS: Lance Lude & Rob Killjoy
– EVOLVE
Due show anche per la compagnia di Gabe Sapolsky, capitoli 98 e 99. Nel primo, incredibile secondo match in card tra Timothy Thatcher & WALTER e Tracy Williams & Dominic Garrini che hanno mandato in visibilio il pubblico e i reporter per la capacità di concentrare in 15 minuti sorprese su sorprese. Non sorprende invece la nuova rissa tra Catch Point e i The End, che in seguito ha consentito a Chris Dickinson di acciuffare una prodigiosa vittoria (ed una title shot) contro Parrow in un Improptu No DQ Match. E se Jaka ha battuto a sorpresa Keith Lee, consentendo poi a Fox di pretendere una title shot al titolo WWN, Sabre ha sì mantenuto la sua cintura dall’attacco di Darby Allin ma ha dovuto ricorrere all’aiuto di Jason Kincaid per salvarsi dall’attacco di Austin Theory. Nel secondo show, la compagnia ha annunciato il ritorno di Munenori Sawa per il centesimo evento, memori della grande sfida con Bryan Danielson agli albori del progetto. Ancora una sconfitta per un campione, questa volta è Sabre che si deve arrendere a Walter in un incontro senza titolo in palio, e deve accettare poi il rematch richiesto da Allin a fine incontro, anche se il tedesco ha avuto l’ultima parola distruggendo il povero Darby. Altre sorprese nel main event: Lee mantiene la cintura dall’attacco di Dickinson, ma subito dopo subisce l’attacco di Tracy Williams che si candida per un posto al sole per il 2018.
* EVOLVE CHAMPION: Zack Sabre Jr
* WWN CHAMPION: Keith Lee
* EVOLVE TAG TEAM CHAMPIONS: Jaka & Chris Dickinson
** Indy Focus **
THE KING OF FLIGHT
Un tempo c’era l’uomo che non conosceva la gravità. Si chiamava PAC, era una delle attrazioni più forti di qualunque compagnia decidesse di chiamarlo. Era un usato sicuro che poteva andare contro chiunque, senza mai sfigurare. In particolare nella categoria junior della Dragon Gate e della NJPW era ben richiesto, visto l’amore dei giapponesi per questo genere di atleti che fa faville nel midcarding, spesso prendendosi la scena. Ed è proprio la Dragon Gate che lo ha reso il wrestler di cui la WWE non poteva a meno.
E mentre PAC decideva di passare il resto dei suoi anni nella federazione più ricca col nome di Neville, nella stessa Dragon Gate cresceva a grandi passi un wrestler che diventerà in breve tempo imprescindibile in ogni parte del mondo. Ricochet ha portato avanti la bellezza dell’high flying, elevandola anche nel settore pesi massimi ponendo le basi per il passaggio della linea, dove pesi leggeri e pesi massimi finalmente si sfidano senza preconcetti su chi debba vincere agli occhi del pubblico. Ha iniziato a navigare ad una velocità sempre maggiore tra il Giappone e gli USA, ha vinto titoli su titoli in NJPW, Dragon Gate, House of Glory, fino ad arrivare all’assoluto finale in grande spolvero in Lucha Underground col nome di Prince Puma. Lui il principe del volo che dopo aver incantato giapponesi e americani conquistava anche i messicani, e in seguito anche gli europei. Non è un caso che la scena dei pesi leggeri britannica prenda esempio dalle sue gesta, creando un modello esportabile e di successo.
Ora passa in WWE. Ma cosa ha lasciato alle sue spalle? Modello di wrestling a parte, ha lasciato dietro sé anche un nuovo wrestler che sappia prenderne l’eredità: Will Ospreay. Guarda caso un britannico, guarda caso un flyer che può essere peso massimo, guarda caso uno dei nomi grossi del wrestling giapponese attuale e dentro i taccuini della WWE da tempo. Ricochet ci arriva ora e ci arriva a 29 anni, quindi tecnicamente in ritardo. Ma è un ritardo calcolato: ha maturato una gavetta tale che tornerà molto utile sia a Stamford (e ad NXT) quanto nelle indy, se e quando vi ritornerà da trionfatore. Un wrestler ben speso alla causa del wrestling, che ha regalato match e feud e momenti da ricordare, pronto per una nuova era della sua carriera.