David Starr è fuori dalla WXW. Si ferma dopo quattro anni e tre vittorie del titolo Shotgun la lunga corsa dell’atleta israelo-americano nel territorio tedesco. Colpa di un tanto tirare la corda, di un martoriare continuo che alla fine ha portato prima a sfilacciarla e poi a spezzarlo. Sì, perché la WWE ha imposto alla massima compagnia tedesca di liberarsi di quella voce così fuori dal coro, di quell’appestato che un giorno sì e l’altro pure la criticava. Di colui che vuole ribaltare il concetto del wrestling, creando il sindacato di categoria. Follie.
Starr in Germania ha mostrato il meglio di sé prima di esportarlo altrove. Se oggi è il wrestler indy numero 1, lo deve alla serie di match e di storyline portate avanti in WXW. E’ passato dal ragazzino dei Juicy Product assieme a JT Dunn al fiero uomo che si permette di sfidare a tu per tu WALTER per quasi due anni, senza mai riuscire a batterlo. In breve tempo è arrivato al main event, ha macinato match stellari su match stellari, ha dato un forte contributo per riportare la compagnia al top in Europa, dopo il lungo sorpasso dei britannici tra il 2013 e il 2017.
Però è diventato un wrestler scomodo. Vuoi per il suo supporto pubblico a Bernie Sanders, vuoi per le idee socialiste sia sul lato politico che lavorativo, vuoi per la lunga diatriba sulle condizioni di lavoro fornite ai colleghi sia in EVOLVE che in WWE. Chiaro che Triple H abbia messo un paletto preciso alle consorelle: la Progress ha smesso di chiamarlo a dicembre, la WXW ha voluto almeno creare una storyline di uscita ed utilizzarlo nello show degli show, il Carat Gold 2020. In ballo un titolo vs carriera contro Bobby Gunns durato 41 minuti: ovviamente Starr ha perso. Il post match è stato un fluire di lacrime, parole, abbracci. Il pubblico tedesco dalla sua parte, come sempre.
“Aver libertà di parole non significa essere libero da conseguenze” ha dichiarato al microfono. Si stava riferendo all’esclusione dalla WXW. Ha ringraziato tutti i dirigenti della compagnia per averlo avuto con sé per quattro anni, per averlo messo al centro del proprio progetto. Ha ringraziato WALTER per le grandi battaglie. Al tavolo del merch ha ringraziato e abbracciato ciascun fan presentatosi a fare una foto con lui. A tutti loro ha confermato che l’addio alla Germania è una imposizione della WWE, cosa avvalorata anche da fonti interne alla WXW.
La dirigenza tedesca lo ha a sua volta ringraziato per essere stato super professionale e per tutto l’impegno messo in campo. Mancherà, è chiaro. Ma in certi accordi, ci sono dei prezzi da pagare. Seppur molto salati, per tutti.