Dicembre 2017, Cage Of Death. Lo show che un po’ tutti gli amanti del wrestling hardcore e ultraviolent attendono durante l’anno. Ma c’è qualcosa che non va: da diversi mesi il locker room della CZW è una polveriera, i wrestler sono bravi ma non vengono affatto sfruttati, Dj Hyde ha una gestione dei fondi un po’ surreale e lo salva solo il poter pagare, di tanto in tanto, atleti molto conosciuti (Lucha Brothers, Matt Riddle, MJF, il gruppo di Callihan). Il resto del roster rimane perché non sa dove andare a battere cassa.

Serve un motivo scatenante. L’evento è decisamente brutto, salvato da qualche match (David Starr-Ethan Page) e con un Cage Of Death sotto le attese. Al termine dell’incontro, entrano nella gabbia Nick Gage e Brett Lauderdale, il wrestler di punta e il proprietario della GCW – nati come costola ultraviolent proprio della CZW. Il rapporto tra le parti è freddo, Lauderdale ha ricevuto la visita dei poliziotti in diversi spettacoli e pensa che sia opera di Hyde. Riceve l’idea di una invasion, accetta, ma il giorno prima l’evento salta tutto. Uno dei producer CZW, stufo della gestione della promotion, decide di farli entrare comunque nel palazzetto.

La security non si accorge né che siano dentro la location, né che entrino facilmente sul ring. Il pubblico pensa ad una invasione e si gasa, pregustando una sfida tra le due compagnie. La realtà è diversa, si capisce subito quando il microfono di Gage viene mutato proprio mentre sta per iniziare a parlare. Il pubblico canta il nome di Nick, ed è lì che avviene la svolta: inizia il passaparola del fatto che la CZW faccia schifo, che DJ Hyde sia un cop callers, e che per vedere una vera realtà devono superare la linea e guardare gli show della GCW.

Lo capiscono i wrestler, che in massa scelgono di andare da Brett Lauderdale, in particolare quelli che lottavano in entrambe le promotion. Ci pensa proprio Hyde a darsi la mazzata: scegli noi o loro, se scegli loro non lavorerai più. Brutta minaccia. Solo che a mollarlo nel tempo sono nomi di vero interesse: Joey Janela, Shlak, Jordan Oliver, Alex Colon, Jimmy Lloyd, MJF. E la GCW col Joey Janela’s Spring Break del 2018 riesce a fare bingo ponendosi a metà tra l’alta qualità dei match (PCO vs WALTER), il trash divertente (Clusterfuck) e le chiamate eccellenti (Mike Quakenbush, The Great Sasuke, Dan Severn).

Col tempo, il roster della CZW si è ridotto a tal punto da essere costretto a promuovere i prospetti ancora acerbi del dojo, abbassando ancora di più il livello dei propri show. La GCW invece ha svoltato, soppiantando DJ Hyde e la sua arroganza, imponendosi persino come la miglior promotion esistente sul suolo americano, in grado di raggiungere molto spesso i 400+ a evento. Ha preso credibilità, ospitato grandissimi interpreti della storia del wrestling, mantenendo ben intatta la propria identità di saper unire l’ultraviolent a match di divertente qualità. Hanno cresciuto un po’ di giovani che oggi stanno nelle major (Jungle Boy, Jake Atlas, Marko Stunt, Chris Bey) e altri che ci arriveranno (Tony Deppen, Eli Everfly, Christian Blake, Alex Zayne, AJ Gray).

E la GCW ha come campione proprio quel wrestler che avrebbe dovuto difendere l’onore della CZW in quel sabato di dicembre al termine del Cage of Death, Rickey Shane Page. A ben vedere come cambia la vita, a volte.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.