5 aprile 2014, è un gioco storico per la Evolve. Dopo aver abbandonato l’idea del ranking, le storiche faide dei primi show ed esser stata costretta a rivoluzionare in difetto il proprio roster a causa della razzia della WWE, la compagnia decide di introdurre un titolo assoluto che in qualche modo dovrebbe rappresentare una svolta nella propria storia.
In base al precedente ranking, Ricochet e Chuck Taylor usufruiscono di un bye nel torneo. Scelta giusta e sensata, anche perché consente di dare più spazio ad altri contendenti. Il favorito, neanche a dirlo, è proprio Ricochet. Sarebbe il suo momento, ha le carte in regola per dominare per qualche mese in attesa poi di volare verso il Giappone e aprire una nuova fase della sua carriera. Il pubblico lo vuole, nonostante abbia comunque altri favoriti, come ad esempio AR Fox.
La storia qua prende una piega inaspettata. Fox nei mesi precedenti si era distinto per il suo stile abbastanza sporco ma molto spettacolare. È un flyer che ci sa fare, che si allena tantissimo sul cardio e dunque può andare a mille all’ora per garantire match fisicamente intensi. Può essere il primo campione? Sì. Ma dipende da come lo diventa e soprattutto da quale piega prende l’evento. E purtroppo la scintilla non scatta.
“Crowning a Champion” è uno show bruttarello, con tante sbavature. Fox viene investito della prima scelta anomala: vince per squalifica su Jon Davis e passa alle semifinali. Come decisione ci sta, ma l’Evolve non si è mai piegata a questo versante. Che lo faccia durante un torneo è sintomatico di una strada molto tortuosa. Poi batte Ricochet: i due sono in faida da tempo, si sono scambiati i job, ma stavolta il supporto del pubblico pendeva solo da una parte. Nell’altra semifinale, Taylor perde con Sami Callihan. In pratica i due bye non sono serviti a nulla, visto che entrambi i privilegiati non hanno sfruttato l’accesso facile al torneo.
Fox vs Callihan è un match si svolge in un limbo perché tutti hanno già capito come andrà a finire. Talvolta le promotion e le federazioni fanno capire in maniera fin troppo evidente dove vogliono andare a parare. Se il pubblico non ha nemmeno il finto potere di poter decidere le sorti del Title match, allora riduce di tanto il suo entusiasmo. L’incontro non è brutto, ma ha meno pathos di quel che meriterebbe e quando Fox schiena il suo avversario, il pubblico è tiepido nel celebrarlo. Non era quello che avrebbe voluto.
Il regno dura quasi un anno e non ha particolari picchi. AR Fox porta avanti un lungo feud con Chris Hero, contro il quale perde il 23 febbraio del 2014. E questo passaggio di consegne, segna un salto di qualità non indifferente per la storia della cintura Evolve nelle indy.