La Ring Of Honor si è fermata. Un’altra volta. Mentre tutti corrono, si divertono, aprono le proprie porte, la Ring Of Honor ha deciso di prendersi una pausa più o meno prolungata per riscrivere se stessa. Come se non ci avesse già provato in questi due anni, dopo lo shock dell’intera Elite che se ne va prima dello show al Madison Square Garden. E’ stato quello il giro di boa, la bolla che esplode e che ha mostrato tutti i limiti della federazione.
Ad inizio anno auspicavo che cogliessero la palla al balzo per mettere sotto contratto un nome grosso. Poi poche settimane fa ho raccontato come, nonostante un buon roster, la compagnia non faccia breccia sui tifosi. In un momento storico così pieno di cose e con una domanda sempre crescente, è incredibile che una federazione con questa storia non accolga nuovi fan e qualche cavallo di ritorno. Nulla da fare, bisogna chiudere.
Il problema principale è dovuto dalla proprietà. I Sinclair non hanno mai creduto di dover fare della ROH un progetto di bandiera. Non hanno mai creduto si potesse progredire, ma che bastasse il nome e un certo credito maturato nel passato per continuare a vivere di rendita. Così non è stato, nel 2018 è saltato il tappo e tutta la dirigenza ha perso la bussola, arroccandosi in difesa contro il tradimento. Solo che ad aver ragione erano i membri dell’Elite: volevano fare quel salto definitivo che la compagnia di Phila non aveva intenzione di fare.
Ora ripartiranno ad aprile 2022 con una sorta di ROH 2.0. Probabilmente non ci sarà quasi tutto il main event: Bandido, Rush, Brody King, Jon Gresham, Jay Lethal, Briscoes, Dalton Castle, EC3 e la Faccion Ingobernable se ne andranno altrove, secondo i rumors. Sarà un’altra botta non da poco. Ma forse anche l’occasione migliore per far avanzare definitivamente quei wrestler che hanno dato tanto e possono dare ancora tanto: da Vincent a Flip Gordon, da Alex Zayne alla Shane Taylor Promotion, da Jake Atlas a Josh Woods.
Ma deve essere una vera ripartenza, come dimostrato dalla WWE con NXT. Nuovi campioni, nuove storie, nuove soluzioni. Il ritorno col folto pubblico ad assistere, un impianto comunicativo al passo coi tempi, frizzante e interessante. Se la ripartenza vedrà le cose che abbiamo già visto, allora non servirà nulla. Tanto vale che si facciano acquistare. E chi di dovere, ci metta mano. Per sempre.