Buon pomeriggio carissimi amici dell’Indy City, benvenuti nel 2019 e soprattutto benvenuti in una nuova edizione della vostra rubrica preferita riguardante il wrestling indy americano ed europeo. A differenza del solito non troverete né i risultati degli ultimi show e né il focus. La struttura che voi tutti conoscete riprenderà vigore a partire dalla prossima settimana; oggi invece ci sarà spazio per alcune riflessioni.

Il 2018 è stato certamente un anno interessante per il panorama. La crescita di progetti che per anni hanno ben vissuto ma senza riuscire (o volere) svilupparsi ha dato un segnale positivo ad un ambiente fin troppo depredato dalle compagnie di maggior rango. Ha aiutato l’improvviso fronte anti-WWE formatosi di mese in mese, riunitosi per ALL IN e apertosi a tantissime collaborazioni. Si pensi ad esempio solo alla Jericho Cruise, dove diverse promotion hanno combattuto sotto una sola causa. Ma si pensi anche alla spinta propulsiva della Progress che ha addirittura proposto un fortunato tour americano, alla GCW e alla MLW che hanno ridefinito i confini della disciplina passando da pochi appassionati ad una massa decisamente interessante e di peso, alla Beyond che è passata ad avere un accordo televisivo, alla Bar Wrestling che è passata da progetto tra amici a successo di pubblico nell’area californiana, alla PWG che è passata ad una location più grande e più adatta al proprio spettacolo.

Alcune si sono un po’ perse. L’Evolve aveva aperto il 2018 sulla falsa riga dell’anno precedente e poi si è inginocchiata ai voleri della WWE, perdendo la sua essenza. La ICW ha smesso di essere innovativa riproponendo stancamente le stesse storyline. La wXw ha avuto una flessione dopo il Carat e l’abbandono di Bad Bones, la Chikara ha vissuto una stagione di transizione, la NWA ha lavorato benissimo fino ad ALL IN e poi quando si è trattato di fare sul serio come progetto più ampio non ha mostrato grandi passi avanti (anzi ne ha fatti diversi indietro), la CZW ormai non sa più dove volgere il proprio percorso.

E il 2019? Decisamente sembra poter essere un anno straordinario. La nascita della All Elite Wrestling sembra spingere il mercato verso un’altra versione da major. E ne beneficieranno tutti, a quanto sembra. La Ring Of Honor avrà uno show al Madison Square Garden da tutto esaurito, la GCW sta vendendo biglietti in maniera esponenziale, anche le altre compagnie sembrano avviate verso un nuovo eldorado. Non si sa quanto durerà, ma per la prima volta dopo cinque anni di difficoltà sembra che l’ambiente indy abbia trovato la macchina ideale per marciare, supportata da un utilizzo sapiente dei social – in particolare Facebook, YouTube e Instagram. C’è fiducia, c’è voglia, e stavolta girano anche tanti bei soldi.

I soldi non sono argomento da poco. Prima gli atleti dovevano in qualche modo girare come matti per racimolare uno stipendio decente a fine mese. L’arrivo della WWE era davvero il salto di qualità decisivo, sia a livello di notorietà che economico. Ora un wrestler indy è già famoso di suo grazie ai social e ai siti web e all’esposizione massiccia delle varie promotion. E guadagna bene, potendosi permettere più tour in giro per il mondo ricevendo booking in precedenza impensabili. E iniziano persino a rifiutare le offerte dei McMahons, ritenute troppo basse (si pensi a come Bandido ha deciso di declinare a favore di un contratto più remunerativo della ROH). Questo potrebbe consentire così alle star di rimanere in un giro più piccolo per farlo crescere di conseguenza. Il 2019 darà in questo senso le risposte definitive.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.