Sin dai primi numeri, questa rubrica si è distinta per la volontà di farvi conoscere atleti nuovi, in rampa di lancio, ben inseriti in contesti di medio alto livello. Se ricordate, i primi wrestler di cui vi parlai furono Keith Lee e MJF, che al tempo non avevano ancora al spinta mediatica dei giorni nostri. Oggi vi porto alla scoperta di tre nuovi wrestler da segnare nel vostro taccuino.
- ACE AUSTIN
The “Ace of Spades” è un allievo di Sami Callihan. Anzi, correggo, è l’allievo prediletto di Sami. Il perché c’è da dirlo: ragazzo carismatico, agile, voglioso di imparare e confrontarsi con tutti. Nella WXW degli Anoa’i ha mosso i primi passi, ha proseguito in CZW divenendo in poco tempo uno dei wrestler su cui puntare le proprie fiches. Se n’è accorta anche la MLW che lo ha messo sotto contratto per tutto il 2019. Non male per un ragazzo che ha debuttato appena due anni fa e vanta già dei match in WWE (a 205 Live come Ryan Polo) e ad Impact Wrestling.
Tutti lo vogliono: lo potete vedere anche in AAW, Beyond, Rockstar Pro, Wrestling Revolver e persino nella violenta DTU. Eppure ha solo 21 anni ed era fino a poco tempo fa un semplice skateboarder provetto che pensava di poter diventare il migliore al mondo sul parkour.
Tra le sue soddisfazioni più grandi si segnala quella dello scorso settembre quando ha vinto tre titoli in una notte sola, in un Winner Takes All: quello Wired della CZW, quello Desastre della DTU e quello Scramble della Wrestling Revolver. Basta come antipasto? Il 2019 gli porterà sicuramente qualcosa di nuovo ed entusiasmante.
- CURT STALLION
“The Lone Star” è alto, atletico, rude, bastardo. Somiglia al primo Drew Galloway, quello che ancora doveva affinarsi per diventare una stella. Ma Curt Stallion è già oggi uno degli atleti più in vista del wrestling indy americano. Sorto dagli allenamenti del dojo di Michael Elgin, ha speso un po’ di tempo in Ring Of Honor come Top Prospect, senza mai raggiungere una posizione di rilievo.
Il passaggio in AAW, piuttosto, gli ha fatto bene: tanti match, sia in singolo che in coppia con Jake Something, gli hanno concesso di incamerare la gavetta necessaria per aggiustare parti del suo agire sul ring. Molto probabilmente quest’anno raggiungerà i titoli di coppia ma intanto ha iniziato a pensare da grande, puntando quello assoluto nelle mani di Sami Callihan. Gabe Sapolsky, inoltre, lo ha voluto in EVOLVE: sembra che la WWE voglia metterci le mani sopra per portarlo a NXT nel giro di qualche mese. Non stupirebbe se ciò accadesse.
Al momento rimane campione assoluto della Glory Pro, dà lezioni di stile in GCW e in Beyond, e presto debutterà anche in PWG. Certi talenti non passano mai inosservati.
- MANCE WARNER
Che avesse potenziale, si sapeva. Che potesse esplodere da un momento all’altro chiaramente no. Il buon Mance Warner ha dato sin da subito tanto alla causa della CZW, si è cimentato in match dal diverso tenore, ed ha sputato sangue (letteralmente) per la gioia del pubblico. DJ Hyde lo ha ripagato di recente rendendolo campione e il fulcro del principale feud contro la sua stable.
Il suo stile old school, la propensione ad hardcore match parecchio cruenti e la mic skill coinvolgente e naturale lo hanno eletto a idolo dei fan. Ha solo tre anni di esperienza ma è come se fosse nel business da tantissimi anni. Gli americani dicono che è un ragazzo provvisto di “It Factor”. E di quella dote non hanno voluto fare a meno neanche la AAW, la GCW e la MLW, tutti innamorati della sua dedizione e di un wrestler potenzialmente pronto a fare qualsiasi cosa.
E a sfidare chiunque: può passare da un violento match contro Rickey Shane Page ad un incontro comedy contro Kikutaro, da l’old school contro il buon vecchio Bob Orton ad una sfida di tecnica contro Fred Yehi. Non è un wrestler che fa della pulizia delle mosse una prerogativa ma è così attrattivo che il pubblico gli perdona qualsiasi cosa.
** Indy Results **
PROFESSIONAL WRESTLING REDEFINED (AAW)
In qualche modo “Lucha City Limits” doveva rimanere nella memoria. E così, con l’assenza di diverse stelle del roster, la AAW ha messo in scena un evento di passaggio ma fin troppo qualitativo per il modello di una transizione. Intanto il main event ha visto i Lucha Brothers prendersi gli ennesimi titoli di coppia di questo anno e mezzo speso in America: niente da fare per i FireFox (Reed & Fox), che fin qui avevano sì messo in piedi tanti bei match ma portato un regno non entusiasmante. Paura per Fenix che è rimasto sul tappeto dopo il match, ma l’infortunio al collo è stato meno grave del previsto. Il resto è stato uno sguardo al futuro: Stallion ha perso contro il campione Callihan, mettendolo in difficoltà a più riprese; i The Riegel Twins hanno debuttato nel main roster ponendo nel proprio mirino i titoli di coppia (ma hanno perso comunque contro i Besties In The World); pareggio di prestigio tra i LAX e i Rascalz; infine Jimmy Jacobs ha fatto suo il violento Dog Collar contro Jessica Havok, chiudendo di fatto il feud
AAW Heavyweight Champion: Brody King
AAW Heritage Champion: DJ Z
AAW Tag Team Champions: Lucha Brothers (Fenix & Pentagon Jr)
AAW Women’s Champion: Kylie Rae
COMBAT ZONE WRESTLING (CZW)
Con “Twenty” la Combat Zone ha schierato davvero tutti i suoi migliori talenti. Uno show lungo, con diversi match da segnalare e storyline che vanno avanti filate. Partiamo come sempre dalla fine: Mance Warner è ancora campione nonostante l’assalto di ben tre avversari, i più duri per un match hardcore (Conor Claxton, Jimmy Lloyd, Dan O’Hare). Nell’immente futuro potrebbe trovarsi davanti Matt Tremont o Jimmy Rave. Jordan Oliver prosegue il suo regno da Wired Champion superando persino un grandissimo ex CZW come B-Boy mentre per KC Navarro il match contro Shane Strickland è servita per imparare come stare nelle zone importanti delle card.
CZW World Heavyweight Champion: Mance Warner
CZW Tag Team Champions: The REP (Dave McCall & Nate Carter)
CZW Wired Champion: Jordan Oliver
CZW Medal Of Valor Champion: Eran Ashe
DEFIANT WRESTLING
Rampage Brown entra nella storia della Defiant come il campione del mondo più longevo. Il grosso atleta britannico ha confermato la sua streak superando anche David Starr, mai così vicino alla vittoria di un titolo di tale rilevanza. Si è trattata della sesta difesa titolata da dieci mesi a questa parte e non sembra davvero che qualcuno possa provare a mettere in dubbio la posizione del re, anche se prima o poi Justin Sysum potrebbe pretendere un posto al sole. Bene tutti gli altri campioni: Kirby si è confermato sul giovane Benji, stesso discorso per gli Aussie Open su Chris Brookes e Lucky Kid, mentre No Fun Dunne ha conquistato il titolo hardcore dopo che Jimmy Havoc lo aveva reso vacante. Finale infuocato tra Bea Preastley e Lana Austin: la ragazza di Ospreay si è imposta nel Falls Count Anywhere.
Defiant World Champion: Rampage Brown
Defiant Women’s Champion: Kanji
Defiant Internet Champion: Martin Kirby
Defiant Tag Team Champions: Aussie Open (Kyle Fletcher & Mark Davis)
Defiant Hardcore Champion: No Fun Dunne