Non è semplice in tempi come questi rimanere duri e puri. Ci sono bollette da pagare, una vita da condurre, e alcune scelte possono rivelarsi deleterie per la propria carriera. Timothy Thatcher ha deciso, dopo anni da main eventer fisso, di non fare il salto di qualità, di rimanere fedele ai propri principi. Gli fa onore da un lato, visto che consente alle promotion indy di dotarsi di un atleta di sicura qualità; gli pesa dall’altro perché inevitabilmente il wrestling sta andando da un’altra parte ed è un peccato perdersi delle sfide di sicuro interesse con lui protagonista. Ma le scelte non si discutono, e pazienza se il giro che conta decide di escluderlo per questo.

Paga certamente il rifiuto alla WWE. Più che rifiuto è una posizione di non belligeranza, come la Svizzera, vuole farsi gli affari suoi. Tutti i suoi maggiori contendenti sono a NXT: Drew Gulak, Matt Riddle, l’allievo Oney Lorcan, Pete Dunne, Keith Lee, Walter. Quanto sarebbe fantastico vederlo lottare il mercoledì sera un match con questi ragazzi? Ma evidentemente non è di questa idea, sebbene William Regal stia facendo da tempo un lavoro di corteggiamento spietato. Questa decisione gli ha chiuso diverse porte legate a Stamford, tranne quella della WXW che recentemente lo ha reso anche campione assoluto. Perché? Perché alla lunga gli atleti interni non si sono dimostrati del tutto trascinanti col pubblico ed in un momento di crisi generale, Thatcher è l’uomo giusto per ricaricare il giro e ripartire con slancio.

Poteva andare in All Elite Wrestling dagli amici Jon Moxley e Joey Janela. Ma è sempre meglio non far arrabbiare la WWE, non si è Svizzera a caso. Meglio prendersi tutto il resto delle competizioni: in Beyond Wrestling, in GCW, in WXW, in MLW. Si esclude Impact Wrestling per una questione di incompatibilità d’intenti, sarebbe quantomeno inusuale vederlo lottare in uno show del genere, molto orientato su ritmi veloci, violenti sì ma poco tecnici e allora cosa ci fai se non trovi degli avversari adatti a te? Peraltro se devi puntare in alto, devi farlo con una realtà che sappia arrivarci e che abbia un network televisivo di ottima rilevanza. Altrimenti meglio di no.

Il Giappone no perché si vuole rimanere tra Usa e Europa. Ci ha già lottato, si è trovato a meraviglia, ma la sua vita è un’altra. Ci sarebbe la Ring Of Honor, è praticamente certo che si troverebbe a meraviglia. Ci sono avversari pronti come Mark Haskins, Tracy Williams, Jeff Cobb, Rush, Silas Young, PCO, Jon Gresham e Brody King. C’è anche una storia adatta al suo stile, ma la Ring Of Honor di oggi ha rinnegato in toto quello che ha costruito. Dimenticati i periodi di Bryan Danielson e Nigel McGuinness, dei King Of Wrestling. Dunque uno come Thatcher rischierebbe di perdersi, diventando un pesce qualsiasi in uno stagno piccolo. Meglio le indy, dove resistere come l’Ultimo Samurai, come l’ ultimo caposaldo, in attesa che la situazione migliori.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.