Vi ricordate per caso i propositi della Evolve Wrestling al suo debutto? No, vero? Chiaro, nel tempo la missione è cambiata tantissimo, sebbene abbia mantenuto un livello pregevole di storytelling e di incontri. Cerco di aiutarvi allora: vi ricordate com’era questa promotion tra il 2017 e il 2018? Forse vi viene meglio perché nel roster c’erano talenti del calibro di Zack Sabre, Timothy Thatcher, Keith Lee, WALTER, Darby Allin, Matt Riddle, Tracy Williams, i Catch Point. Insomma, come li abbinavi funzionavano comunque.
Oggi invece la compagnia affiliata alla WWE e svuotata dalla WWE vive un momento che dire di transizione è poco. Ma è una transizione triste, sebbene gli show siano comunque carini e qualche match esce fuori dal guscio. Ma senza l’aiuto di Triple H che di tanto in tanto presta qualche star di NXT, il resto del roster è una sequenza di lowcarder e midcarder da cui sarà difficile cavarne qualcuno buono per livelli più alti. Diciamocelo, fa veramente pena. Lo dimostra il fatto che uno dei pushati è Harlem Bravado: onesto mestierante nelle contese di coppia, pietoso competitor in singolo. Il salto dai wrestler citati sopra a questo ragazzo è stato un carpiato triplo.
Ma fa tutto così schifo? Ovviamente no. Ha debutto Jake Atlas che è un bel figurino e farà bene a NXT. Ci sono Josh Briggs e Anthony Greene che l’uno contro l’altro funzionano. C’è AR Fox che ha una certa esperienza sul ring. Mettiamoci dentro anche JD Drake e Stephen Wolf. Ma anche provando a salvare qualcosa, si tratta tutti di semplici mid-lowcarder che difficilmente troverà spazio altrove. Continueranno a girarsi le indy come hanno sempre fatto. E questa amara constatazione pone dei dubbi sulla funzione della Evolve, che per anni ci ha abituati a portare al top del panorama del wrestling ragazzi di sicuro avvenire. Oggi non è più così.