Inizia quest’oggi una nuova rubrica che torna a parlare delle indy americane su Zona Wrestling dopo un discreto periodo di pausa. Partiamo direttamente dallo scorso fine settimana e poi, a poco a poco, ripercorreremo quanto accaduto durante quest’anno. In ogni pezzo poi ci sarà un focus su un wrestler importante della scena indy, uno di quelli che più di tutti si è messo in luce in questi mesi: oggi inizieremo con Keith Lee. Ma intanto un breve recap dello scorso weeekend.

RING OF HONOR
Tre giorni di “Global Wars” per la federazione di Philadelphia che ha ospitato diversi atleti della NJPW, giunti in prestito e portatori di un po’ di sano wrestling del Sol Levante. Nella prima serata il Bullet Club ha mantenuto i titoli Trios battendo il The Kingdom con ben tre Meltzer driver ai danni del povero Tk Ryan. Kenny Omega e gli Young Bucks hanno dato il consueto spettacolo giocando molto sull’impossibilità di fare il too sweet assieme al pubblico. Il momento più toccante è avvenuto a metà show quando Bully Ray ha annunciato il suo ritiro dal wrestling, ricordando i bei momenti vissuti in ECW e in ROH, e come in 20 abbia potuto vivere le migliori occasioni del mondo. Nella seconda serata la luce è andata ai tag team con tutti gli incroci che stanno suscitando duri scontri tra gli Addiction, i Motor City Machine Guns e i Best Friends, con questi ultimi che stanno facendo un percorso netto di vittorie per presentarsi al massimo delle proprie possibilità per la conquista eventuale dei titoli di coppia. Nella terza serata buona difesa di Cody Rhodes ai danni di Kushida, il titolo ROH rimane alla sua vita. Nell’ultima serata poco da segnalare se non la clamorosa sconfitta dei Best Friends contro Silas Young e Beer Bruiser mentre nel post main event un divertito Jimmy Jacobs ha fatto una nuova foto col Bullet Club. Nuovo membro in arrivo?

ROH World Champion: Cody – ROH Tv Champion: Kenny King – ROH Tag Team Champions: Motor City Machine Guns (Chris Sabin & Alex Shelley) – ROH Six Men Tag Champions: Bullet Club (Kenny Omega & The Young Bucks)

COMBAT ZONE WRESTLING
La CZW prosegue nel suo percorso di crescita dei giovani ragazzi del dojo, la schiera di talenti è ben visibile e sta cambiando la geografia politica dei rapporti di forza negli show. Nello show “The Wolf of Wrestling” ci sono da segnalare più che altro le difese titolate con una conferma ed un cambio: Shane Strickland prosegue il suo regno ormai in essere da luglio battendo Ethan Page, un avversario di forza e di livello che si è dovuto arrendere così come era capitato in passato a MASADA, Jason Cade, Chris Ridgeway, Mark Haskins e Davey Richards; diverso il discorso per il giovane Maxwell Jacob Feinstein, che fin qui aveva ben figurato con un personaggio sfrontato e pienamente a suo agio nel ruolo di campione. A soli 21 anni l’allievo di Curt Hawkins sta dimostrando di poter essere il grosso futuro del wrestling e le vittorie su Trevor Lee e Lio Rush e Ace Romero avevano fatto gridare alla sorpresa. Ecco perché un’altra sorpresa vi è stata quando Joey Janela ha alzato al cielo titolo Wired, tornando dunque ad indossare la cintura dopo diverso tempo. Il loro feud però è solamente appena iniziato.

CZW Heavyweight Champion: Shane Strickland; CZW Wired Champion: Joey Janela; CZW Tag Team Champions: Chris Brookes & Kid Lykos

EVOLVE
Due show per la creatura di Gabe Sapolsky che da qualche tempo ha preso la piega di saper dare il giusto apprezzamento a chi è meritevole come è capitato a Keith Lee che si è laureato campione del progetto WWN Live battendo Matt Riddle in un lungo ed entusiasmante main event. Un giusto riconoscimento per un atleta che è stato poco considerato nella ROH e che ora si sta prendendo tutte le rivincite del caso. Da segnalare la nascita del trio The End formato dagli atleti della FIP Parrow, Odinson e Drennan: il gruppo è intervenuto in tutti i match della prima ora, distruggendo chiunque avesse l’intenzione di metter loro i bastoni tra le ruote. Molto probabile inizino un feud con i Catch Point. Nella seconda serata difesa perfetta di Sabre contro Tracy Williams in match altamente tecnico mentre sorprende la vittoria del buon Fred Yehi ai danni di Riddle, che così si becca due sconfitte in due giorni. Attenzione ad Austin Theory: ha vinto cinque degli ultimi sei match disputati e sta scalando molto velocemente il ranking della federazione, Sabre dovrà stare molto molto attento.

WWN Live Champion: Keith Lee; EVOLVE Champion: Zack Sabre Jr; EVOLVE Tag Team Champions: Catch Point (Chris Dickinson & Jaka)

* Indy Focus *

L’UOMO CHE NON CONOSCE LIMITI

Keith Lee è l’atleta indy del momento, colui che sta ridefinendo nuovamente la concezione di “big man” nel circuito. Un perfomer naturale che sa aizzare la folla davanti a sé, che piace perché è tanto grosso quanto agile, tanto talentuoso quanto solido. I suoi match contro Matt Riddle e Ricochet ormai fanno parte della storia del wrestling moderno e ben presto qualcuno là in alto se lo porterà via per farne il personaggio di punta del suo show giallo.

Ha una stazza imponente ed impressionante, non è molto alto ma pesa tanto. Anche se, a dir la verità, quel suo peso non è squalificante ma anzi è una virtù che lo impone come un ideale nuovo atleta di riferimento. La sua potenza è pazzesca, pulita e chiara, disposta dalle powerbomb e dai suplex che riesce ad assestare nella maniera più impattante possibile per il pubblico ma anche meno impattante possibile per il collega che subisce. Un atleta senza limiti che riesce anche a volare, visti i moonsault che spara sia dalla terza corda che da fermo; oppure le plancha, i pescado, che permettono al ragazzo di andare oltre lo stereotipo della sua stazza e in qualche modo riportano alla mente il primo impressionante Samoa Joe con una differenza di lineamenti importante, dove il peso è gestito da una serie di muscoli da far paura al di sotto di un viso che sa essere tanto terrificante quanto dolce. Il tutto grazie ad una preparazione che lo stesso Lee ha dichiarato essere improntata su tecniche di massimo atletismo possibile per essere in grado di sfidare qualunque avversario (alto, basso, grosso, magro) senza mai perdere di vista il rispetto per il proprio corpo e quello dei suoi avversari.

Ha iniziato a farsi notare come una metà dei “The Pretty Boy Killers” in Ring of Honor, ma è solo col contratto firmato con la WWN/EVOLVE che ha potuto effettuare un passo in avanti decisivo nella sua carriera. Una boccata d’aria fresca dopo essersi lasciato in maniera non propriamente amichevole con la fed di Phila ed aver cambiato la storia della sua carriera. Ha iniziato a lottare nel 2005 dopo che la nonna per tanto tempo lo aveva appassionato al wrestling in tv. Ore e ore di allenamenti a Dallas, gli inizi difficili e i match fatti senza alcuna paga. Si è spostato poi in Texas dove molto non stava cambiando, anzi stava cambiando la sua percezione del wrestling, la cui passione stava iniziando a scemare di settimana in settimana. Poi un semplice tryout ha cambiato il suo modo di approcciarsi alla disciplina: la WWE lo chiama, lo valuta come “medio” sul ring mentre al microfono è semplice terribile. Poco carisma, poca capacità di sfruttare il suo fisico. Siamo nel 2008 e la lampadina si accende, si pone sul canale dell’obiettivo. E l’obiettivo non è quello di raggiungere la WWE, ma quello di lavorare sempre meglio per divenire a livello indy un atleta più forte di quelli visti in WWE. Non bastava essere un big, doveva essere il più grande in tutti i sensi. La convinzione arriva dopo un altro tryout dove la WWE nota i suoi progressi sul ring ma anche la conferma di un carisma da affinare. Ha bisogno di un wrestler pronto, non di uno da preparare. Non arriva alcun contratto, nonostante Dusty Rhodes e William Regal dicano di trovarlo adatto al territorio di Stamford. In quel momento Lee inizia a volare così in alto che pure Jim Ross inizia a lodarlo sul web e a far girare il suo nome. Uno sponsor non da poco, che viene passato alla Ring Of Honor dove debutta assieme al sodale Shane Taylor, col quale stava lavorando da qualche tempo.

Lee inizia a girare gli Stati Uniti, partecipa al weekend di Wrestlemania, riceve la visita di William Regal che continua a vederci qualcosa di grosso a livello di talento e nota che anche col microfono ha fatto passi da gigante enormi. Intanto c’è il buon feud coi War Machine, ci sono gli allenamenti e i consigli di Christopher Daniels, ma il team con Taylor dura solo poco tempo e alla porta si affaccia un interessato Gabe Sapolsky. La firma arriva di lì a poco, l’opportunità è ghiotta e il pubblico risponde benissimo. A convincerlo è soprattutto il grado di comunicazione che si innesta assieme alla EVOLVE, come dichiarerà lui stesso « in 18 mesi in Ring Of Honor non ho mai parlato con nessun dirigente, con nessuno che mi dicesse se stessi andando bene o male. C’erano i miei colleghi, ci pensavano loro, ma quando un dirigente ti dice dove migliorare penso non ci sia niente di meglio ». Sapolsky invece c’è, è presente e lo tiene in considerazione. Sfida (e in alcuni casi riesce a sconfiggere) atleti del calibro di Chris Hero, Zack Sabre Jr, Tracy Williams, Ricochet, Donovan Djiak. Ottiene delle opportunità personali che lo lanciano seriamente nel main event e lo impongono alla attenzione della critica. Il recente passato parla di una vittoria di prestigio, ovvero la conquista del titolo di WWN Live, ma il futuro ha il nome della WWE marchiato sul petto. Sarà lui la “Next Big Thing” dei prossimi dieci anni.