Nuovo appuntamento con l’editoriale dedicato alla scena italiana, oggi cedo il posto all’esordiente Juxhin Deliu, che ci racconta l’ultimo Show della Wrestling KOX, Breakdown 2.
L’apertura delle porte era segnata per le otto e mezzo di sera, mentre l’inizio dello spettacolo per le nove. Arrivato in leggero ritardo per motivi quali, traffico e mio disorientamento, all’entrata verso le nove e mezzo, lo show era appena cominciato. Dal mio canto non posso lamentarmi di ciò, rimane comunque un ritardo evitabile. Noto però sin dall’inizio che la presentazione sia notevolmente migliorata dalla scorsa volta, molto più professionale e chiara soprattutto sul lato annunci e, che il pubblico sia ancora aumentato, arrivando a toccare il centinaio in quest’occasione, risultato egregissimo per una realtà ancora ai suoi primi vagiti.
L’evento comincia con l’arrivo sul ring del Buttafuori, che, fresco di vittoria schiacciante su Stige Mask lo scorso evento, con passo lento ma deciso (e con sottofondo il tema di “Big Poppa Pump” Scott Steiner) sale sul quadrato col microfono in mano e si scaglia contro Mantova e i suoi cittadini.
In seguito, si presenta Phoenix, idolo locale, il quale, in difesa della sua città, comincia a begare con l’energumeno venendo alle mani, col roster KOX che arriva per dividerli.
Nel marasma, Phoenix riesce a liberarsi e a sorprendere il rivale con una superkick, rinnovando la “Over the Tope Rop challenge” durante la serata. Il Buttafuori ripara fuori dal ring tenendosi il mento e se ne va, seguito poi dal resto.
Il primo incontro della serata vede fronteggiarsi le due giovani promesse Aaron Cage e Luke Zero. Incontro godibile, si sono giostrati per bene i rispettivi spot (sebbene fossero un poco sconnessi), peccato l’assenza di selling.
La vittoria va a Zero dopo che, di spalle, litigando con l’arbitro e trattenendolo all’angolo, rifila un colpo basso non visto a Cage e lo pinna con i piedi sulle corde (azione sempre non vista). Arriva uno staffer a cercare di far chiarezza assieme a Cage, il quale gli gira le spalle e dal nulla si allea con Luke. Mossa a sorpresa, magari si accoda al recente turn heel eseguito da Aaron in FCW, rimane solo da attendere e capire il perché.
Il secondo è un tag team che vede Alexander e Dave Marley vs. Silvia e Stige Mask, match lanciato in seguito alle scaramucce tra il modello e la first lady dei KOX.
Molto più “entertainment” e comico degli altri incontri, è finito dopo una Fameasser di Marley sulla miss wrestling mantovana. Stige arriva al suo salvataggio e la accompagna negli spogliatoi, visibilmente provata, per riprendersi.
Segue il doppio debutto di Pugno di Pollice, attore di film licenziosi e il giovane Aiden. Entrambi acerbi, il primo pare visibilmente più avanti nell’età.
Incontro basico, a metà il giovane ha dominato per poi subire un comeback da PDP dopo l’omonima mossa, ed esser sopraffatto da una Catatonic seguita dall’Anaconda Vice.
Sale “l’Illuminato” Nicolò Ferrari sul ring col microfono in mano, il quale si scusa col pubblico per l’assenza di Kyo Kazama (dovuta a sua detta a qualche “emulo di Hulk Hogan alto un metro e sessanta”) ma invita la leggenda hardcore ICW Crazy G a salire sul ring per sfidarsi in uno steel cage! Il veterano esce allo scoperto e accetta la sfida.
È montata la gabbia (più un recinto che tale struttura) e i due disputano il match, il quale delude le attese essendo lento, a tratti tirato, senza senso, con degli errori evidenti, un attimo in cui sembrava aprirsi la gabbia e lasciar fuori Crazy. La seconda parte, più hardcore e meno basata sulla fuga, non è stato nulla di che, si sono trattenuti e perlopiù si trascinavano a fatica.
Il veterano, dopo esser stato quasi schienato più volte, porta a casa la sofferta vittoria con una Senton in rincorsa. Ferrari comunque ha ottenuto maggiore offensiva e ha messo di più alle strette il rivale, che ne riconosce la stoffa.
L’Over-the-top-rope challenge è molto intensa e fisica, con Phoenix che tiene testa al gorilla e riesce quasi a eliminarlo, venendo però gabbato da un low blow con eliminazione.
Finale che è non plausibile ma certo utile per continuare la faida, tutt’altro che conclusa.
Il pre-main event è stato il submission match tra Horus e G-King.
L’Assoluto prende di mira il braccio sinistro del rapper, compiendo un ottimo lavoro (altalenante il selling di King). Verso la fine si presentano Cage e Zero sale per distrarre il campione RIW, permettendo a Horus di vincere per sottomissione con un armbar, pareggiando i conti. Arriva Bottazzini che caccia Cage dal ring, permettendo a G-King di eseguire la sua finisher su Luke Zero.
Segue una pausa, è rimontata la gabbia attorno ai tatami, tutti raccolti per la seconda fase del Three Stages, composto appunto da un primo “First blood”, un secondo dal sapore “shoot” sui materassini all’interno della gabbia e terzo un lumberjack con il roster KOX. È tempo di main event, match titolato Lombardo-Veneto, il campione Bottazzini contro Shock. Si parte energici, con entrambi che cercano (anche un po’ troppo frequentemente) di far sanguinare l’avversario. Dopo un Big Boot, uno Springboard Superman Punch e vari tentativi, Shock ricorre all’uso di un punteruolo con il quale taglia la fronte di Bottazzini, e si va uno a zero!
Il secondo round si svolge nell’insolito ambiente della gabbia, sui tatami, durante la quale i due si cingono e si scambiano varie prese, arrivando entrambi allo stremo delle forze. La maggior esperienza di Manuel nelle MMA gli consente di portare a casa il pareggio con la combinazione Flatliner/Koji Clutch.
Il terzo e ultimo round vede i lumberjacks circondare il ring e sostenere o Shock o Bottazzini. Nonostante la fatica e il logorio delle prime due parti, non si esonerano dal martoriarsi, seguono Shock Botto, Kryptonite Crunch e bidonate. Partono risse tra gli esterni, ma il Buttafuori si rivela decisivo, quando, durante un tentativo di F5 di Bottazzini su due tavoli, passa a Shock un taser, con il quale priva di sensi il campione, che dopo un boot devastante finisce sopra i tavoli. Shock trova così il pin e si prende il titolo.
Lo show finisce con gli heel che festeggiano con la roccia di Rovigo e i beniamini affranti che supportano Bottazzini e lo aiutano a rientrare nel backstate. L’incontro è stato lungo, intenso, particolare di certo, purtroppo tendenzialmente overbookato come il resto della serata e spesso trascinato un po’ per le lunghe come lo steel cage precedente. Un altro lato negativo, tranne che per alcuni momenti, è stato il silenzio del pubblico per tutto l’evento, non solo per il main event.
Lo staff della Kox wrestling da’ al pubblico l’appuntamento al prossimo show che si terrà in Aprile, data da destinarsi.
Il livello organizzativo e atletico ha, in linea generale, fatto grandi salti avanti rispetto alle precedenti uscite, permangono però un abuso di overbooking e stipulazioni non ampiamente sfruttate o troppo impegnative per il livello effettivo dei perfomer, spesso ancora green, oltre al fatto che non sembrano raccogliere un particolare responso tra il pubblico.
In particolare, queste caratteristiche hanno certamente urtato questo evento, arrivando a farmi preferire il precedente, più acerbo, certo ma più contenuto e meno pretenzioso. Si spera quindi possano crescere ancora e che controllino tali fattori in vista dei prossimi episodi, da attendere per attestare una futura legittimazione dei KOX come solida realtà.
Juxhin Deliu
Foto © Luisa Zermiani & Wrestling KOX
Appuntamento al prossimo Numero