Nuovo appuntamento con l’editoriale dedicato alla scena italiana, abbiamo nuovamente ospite su queste colonne Juxhin Deliu, che ci racconta “Breakdown 3”, ultimo Show della KOX andato in scena lo scorso 16 Aprile.
L’inizio dell’evento, previsto per le nove di sera, è stato ritardato di una buona mezz’ora per l’inaugurazione di un bar e una sala disco annesse al centro sportivo KOX 2.0 e, questa svista da parte della gestione ha intaccato l’affluenza all’evento, il quale si attestava sulla cinquantina, una flessione rispetto ai precedenti episodi ma comunque sufficienti per andare almeno in pari o quasi, nel loro caso.
In attesa di altri arrivi, si è svolto il Dark Gauntlet Match, assente però di presentazione e con musiche d’ingresso e campanelle in ritardo (o in anticipo, problemi di presentazione che daranno fastidio anche dopo, un passo indietro rispetto all’egregio lavoro della scorsa volta).
L’incontro ha visto come primi partecipanti Dave Marley e Silvia, accompagnata da un misterioso energumeno dall’accento britannico calvo, questione di pochi minuti e il rasta liquida la Lady KOX (sempre col collare per via del loro recente scontro).
A sorpresa, parte “Total Eclipse Of the Heart” di Bonnie Tyler ed entra Great Requiem col suo fido carrello, invitando i bambini a entrare e farsi un giro. Parte il match, Marley domina con una sequenza di suplex ma Requiem trova il pin furtivo e lo elimina dalla contesa, ricevendo anche un pop sorprendente. Dopo di questi brevi e poco significanti parti, arriva il bello, per l’ultima fase difatti si fronteggiano Stige Mask e Requiem, alleati in passato. In quello che sembra più una rissa da comiche che estrema, i due passano da un loffio striking iniziale a proiettarsi per la sala su piastrelle, sedie, muri, anche usando il trainee Aiden, nel caso del sempre sano Requiem, come arma sull’inerme Stige, vittima pure di suicide dive mentre era nel carrello.
La vittoria va però a Stige, che si abbraccia con l’amico dopo di questo “epico” confronto, rivelando la sua vera maschera (simile a quella del socio) e venendo entrambi applauditi da Mister O, andandosene tutti e tre col carrello (con Requiem a tirare e gli altri due dentro). Antipasto di certo non memorabile sul lato tecnico ma perlomeno divertente e che ha aiutato a scaldare un pubblico risicato che sembrava morto.
Il neo Campione Lombardo-Veneto Shock sale sul quadrato per annunciare due cose, la prima l’assenza del suo avversario Bako per la morte del padre, chiedendo un minuto di silenzio. Passano pochi secondi e Shock riprende la parola in maniera beffarda, annunciando che senza contendente se la prenderà comoda sino al nuovo annuncio da parte della dirigenza. Intervengono nell’ordine il “Cavaliere di Fiamme” Phoenix, beniamino locale e il veterano hardcore Crazy G (suo sfidante per l’evento, Ndr), i quali lanciano rispettivamente la propria sfida al campione, facendo sancire al direttivo un Three Way. Scelta che in assenza di Bako, si è rivelata azzeccata e che ha ulteriormente caricato il pubblico, grazie alla foga imposta da Crazy nell’evenienza del triangolare, la possibilità di vedere Phoenix campione e l’egregio lavoro da heel di Shock.
Si parte col primo match ufficiale della sera, l’”Illuminato” Nicolò Ferrari affronta Flavio Iceman Pantaleo, reduce da grandi prestazioni (e vittoria shock su Zack Sabre jr) all’ASCA Super 8 Cup III.
L’incontro è notevolmente carico e godibile, con il marziale che impone la sua ferrea strategia offensiva sul novizio, addirittura portandolo tra la folle del bar vicino per sottoporlo alle sue chop contro il muro. Ferrari questa volta si dimostra più reattivo e pronto, trovando armdrag veloci in contrattacco e uscendosene dai lariat dell’avversario, e portandosi in un’ultima occasione la vittoria a casa per sottomissione (combinazione di kimura e successiva armbar).
Finale inaspettato e spiazzante ma gradito dalla maggior parte dei presenti, impressionati dalla resistenza del giovane barbuto, sottoposto alle angherie dell’arcigno Iceman, il quale dopo il gong, fiuta la mano dell’Illuminato e se ne va facendo un gestaccio al pubblico festante e incredulo. Il match è stato gradevole, con un Ferrari più concentrato e in forma e un Iceman in spolvero, fresco e interessante sul lato della conduzione e della psicologia.
Il secondo incontro vedeva Veleno contro Leviatano ed Enrico Fernandez per il titolo Interregionale detenuto dal Bad Boy. Il Three Way è stato ben caratterizzato, colmo di spot interessanti, reversal ben piazzate, un ritmo e timing solido, con un tifato Veleno a fare da perno, Leviatano come powerhouse implacabile che proiettava e assaltava entrambi come nulla, e un gran Fernandez nel ruolo da heel codardo, subendo l’odio della folla intera.
Il finale è stato leggermente fallato e piazzato in una fase di calo ma comunque spettacolare, con Veleno che vince il titolo grazie all’Over-the-Castle Neckbreaker sul campione, tra gli applausi del pubblico. Un altro incontro piacevole.
Segue il tag team match tra i neo-alleati compagni di crimine Aaron Cage e Luke Zero e il duo PDP (Pugno di Pollice) e il giovane prospetto del polo bresciano ICW Gargoyle. I due heel riescono a isolare il pornoattore dopo un inizio equilibrato e a farsi beffe degli avversari con la loro spocchia, fasi lente ma che in attesa dell’hot tag per il guerriero di Roccia Gargoyle, fanno esplodere il ritmo della contesa. Il mostro, una volta entrato spazza i suoi avversari con grande agilità aerea e scioltezza sino al rientro di PDP che però subisce il pin per via di una mossa combinata dei due ragazzacci. Gargoyle rimprovera il pornodivo per la sconfitta prima a parole e poi punendolo con un armbar; a salvarlo dall’Ira del lottatore ICW arriva Ferrari che sfida Gargoyle in un match singolo per l’evento prossimo, il 7 maggio.
Dopo una pausa di un quarto d’ora, è il turno del debutto del pupillo di Bottazzini, il portiere Daniel Culatina, che in caso di vittoria su Alexander, entra a far parte del roster KOX. Alexander prima si presenta sul ring ed esegue un promo dal carattere provinciale ma efficace nell’esaltare la sua città di provenienza (Reggio Emilia) su Mantova, citando il parmigiano, la teologia e quant’altro.
In seguito arriva Daniel; l’esito di questo incontro è stato, però un’incognita, dapprima Alexander ha continuato a scansare il nemico per litigare col pubblico, poi Culatina ha continuato a subire senza mai abbozzare una risposta (nonostante avesse tutto il pubblico a favore), sino al concitato finale in cui esegue una madornale End of Days per la vittoria, entrando di diritto nel roster Kox. A sua detta l’andamento molto da WWF anni ’80 di questo incontro sono state la mancanza di chiarezza e collaborazione tra lui e Alexander e il generale nervosismo. Per quanto visto, comunque, Daniel dimostra di avere solide basi e buon atletismo oltre che pulizia, nonostante non sia comunque sul piano di altri giovani più avanzati e abbia fatto veramente poco.
Il Triple Threat per la cintura Lombardo-Veneta vede Shock battere Crazy G e Phoenix. Incontro triangolare più lento del precedente ma più sentito, Phoenix non ha sfigurato tra i due veterani, piazzando anche due buoni numeri, ma c’è stata qualche parte più lenta e delle pecche.
Nel finale, Shock sembra essersi infortunato alla gamba, con Crazy che sbalordito, va ad assalire il giovane Cavaliere finendo però vittima di un fulmineo comeback. Shock però, gabba tutti e con l’aiuto del Buttafuori che ha tenuto fermo Phoenix, pinna Crazy G in fretta e furia portandosi la vittoria a casa. Il finale è overbookato ma ottimo per preservare Phoenix dalla sconfitta e continuare la sua disputa col Buttafuori.
Arriva l’ora del main event (oltre la mezzanotte), il primo barbed wire italiano (ed europeo), che vede il Buttafuori Kox sfidare Manuel Bottazzini dopo i fatti dello scorso main event. La prima fase, molto tesa e basata sul confronto fisico, è psicologicamente sublime e vede i due prepararsi al possibile e funesto impatto col filo spinato, venduto da entrambi alla grande e con un certo impatto visivo. La seconda fase invece va più sul semplice hardcore, con i due che non si risparmiano tra un tubo al neon violentemente usato dal Buttafuori su Bottazzini, una sedia coperta da filo spinato usata da Botta per uno spot alla Sabu, le scale e una piramide di tavoli usati dall’energumeno in divisa per ottenere una sorprendente vittoria tramite una chokebomb, grazie anche all’uso del suo fedele taser.
Da notare l’uso di proiezioni fisiche nella prima parte quasi a finire sulle corde e uno spot in cui Bottazzini trasforma un Indian deathlock in un rocket launch che fa finire il Buttafuori contro il filo, arrivando a sanguinare. Nonostante un certo calo dell’importanza psicologica del filo, il match è stato violento, di grande impatto ed è stato seguito da un Buttafuori visibilmente ferito che cerca una powerbomb per finire del tutto il Botta, con Phoenix armato di mazza ferrata a intervenire a salvare l’eroe mantovano, lanciando la sfida cosi, il Cane da Guardia a un last man standing per “Porto in Sport” del 7 Maggio, match risolutivo della faida.
L’evento è stato certamente migliore rispetto ai precedenti, con il Roster che è stato nettamente più preparato, il numero di stipulazioni ridondanti e ardue è stato ridotto e ci si è maggiormente concentrati su una singola, il booking è stato più interessante e rivolto alle prossime occasioni, come per esempio, l’ennesima vittoria decisiva con relativa rapina da parte del rognoso Buttafuori e Phoenix che ancora brilla, non venendo però pinnato e arrivando vicino alla vittoria sfumata dalla nuova magagna del rivale Mastino, faida che si terminerà con un necessario Last Man Standing estremo e le presenze esterne sfruttate al meglio. Non mancano però le pecche riguardanti la presentazione e la produzione più insufficiente, oltre l’organizzazione d’inaugurazioni parallele che hanno urtato la serata del wrestling (di certo però ha aiutato di sicuro il centro KOX).
In generale posso dirmi più soddisfatto delle altre volte e che questi ragazzi sembrano andare verso una direzione migliore (anche dopo il fattaccio di “Made in Asia” prima di questo evento) su tutti i lati, sperando che riescano comunque ad appianare certe incomprensioni e difficoltà di gestione dovute alla natura del loro centro, che di sicuro saprà aiutarli molto di più a fargli risaltare.
Juxhin Deliu
Apputamento al prossimo numero