Nuovo appuntamento con l’editoriale dedicato alla scena italiana, ospitiamo nuovamente il nostro Juhxin Deliu che ci racconta il debutto sulla scena italiana della RISING SUN con “The House Of Rising Sun”
La RSWP (Rising Sun Wrestling Promotion) è un progetto curato da Fabio Tornaghi (noto per i report italiani su questo sito) e il suo show di debutto s’è tenuto ad Almeno San Bartolomeo in data sabato 7 maggio, in quella che è ormai la “Korakuen Hall” italiana ossia il Fitness Center de “La Quarenga” (che ha ospitato UIW, King Of Fight, ASCA e in futuro anche la MAW).
Il posto, sebbene sia ottimale per ospitare eventi del genere, non è particolarmente noto per la facilità con la quale si raggiunge, però, lo stesso promotore s’è curato di arrangiare pacchetti viaggio appositi. Lo stesso ha saputo gestire con cura la promozione e l’assenza di “Flash” Morgan Webster per il recente infortunio in PROGRESS. Procediamo ora con l’analisi dello spettacolo, diviso in Pre e Main show.
Pre-Show:
Il pre-show registra la presenza di un gruppo ridotto di persone (una cinquantina), composta da appassionati e famiglie in egual modo, ed è composto da 4 incontri.
L’inizio giunge con lieve ritardo e si registra un problema col microfono, costringendo il presentatore Kobra ad alzare la voce per tutta questa parte.
Il primo incontro vede The Greatest mettere in palio il suo titolo FCW contro l’acclamato El Ligero; il match risulta godibile e spettacolare, con una vittoria sorprendente di El Ligero.
Segue un siparietto in cui The Entertrainer (atleta FCW) chiede di avere un’opportunità per sfidare El Ligero per il titolo della sua federazione nello show principale, ma Kobra, il presentatore, decide che l’autore dello schienamento del prossimo match sarà lo sfidante scelto per tale occasione.
Il match è tra le coppie BSTRDZ (Mark Fit e il novello “Numero Uno ICW” Nick Lenders) ed Headhunters (The Entertrainer e Kronos).
Dalle entrate demenziali (con i primi che ricalcano i GZRS con tanto di atti ambigui e cannoni per coriandoli e i secondi sulle note di “Ding Dong Song” di Günther), si va a prevedere la natura concitata ma accattivante dell’incontro. Verso la fine, Entertrainer appoggia Lenders a terra con un Aeroplane Spin (beccando l’arbitro Bonner che finisce così a terra) e dopo una devastante Frog Splash della Kronos sul povero Nick, Mark Fit ne approfitta per colpire la montagna con uno dei cannoni, salvando l’amico stordito e ottenendo l’occasione per sfidare quindi El Ligero per il titolo FCW.
Il terzo incontro vede il giovane prodigio ungherese Icarus confrontarsi con il temuto “Iceman” Flavio Pantaleo.
La migliore contesa di questa branca di evento, con un forte richiamo “shoot” sia a terra che in piedi, incontro solido e concreto chiuso da Icarus a seguiti di due terrificanti Rolling Elbows, con un Iceman però non domo anche appena dopo lo schienamento, segnale che la sfida si sia forse conclusa troppo presto tra i due; i due però si scambiano un segno di rispetto, gesto di gran sportività e segno di altre cose a venire.
Il main event è il TLC (Tavoli, Scale, Sedie) tra due gladiatori della scena italiana, il “Proeliator”, l’instancabile “penetratore” Horus l’Assoluto e Manuel Bottazzini (soprannominato “Brocktazzini”dal sottoscritto per la notevole prestanza fisica, resilienza e forza).
Incontro pesante, dalla prima parte con interessanti spot con la sedia (a tratti forse eccessivamente duri), uno schianto sulle puntine, addirittura una Spear del mantovano con la scala sulle spalle.
Grosso difetto della contesa sono stati i tavoli, troppo fragili per risultare utili in tale contesto e dannosi alla buon riuscita di qualcosa che stava per spiccare; Horus vince schiantando Bottazzini su un un ultimo tavolo lanciandolo direttamente da una scala.
Notevole l’impegno dei due e la grande tenacia, però questo fattore organizzativo ha avuto sicuramente un risvolto negativo, sottolineato anche dal coro riferito a “Botchamania” (fatto partire da me stesso per sdrammatizzare e compatire la situazione tragicomica degli sfidanti) e da El Ligero che, amico di Maffew e noto associato al sito, lo ha carpito in un post ironico su twitter (in cui richiama anche sue esperienze in PROGRESS e non solo in tali situazioni).
(Il Tweet del Ligero a Maffew sul coro)
Sento il dovere di dire che sono però seguite le soliti sterili polemiche e accuse tipiche del wrestling italiano, in particolare da cosiddetti “esperti” e/o “veterani” che hanno nettamente travisato gli intenti di tutto ciò, ignorando magari cosa significhi o aggiungendo al solito tante elucubrazioni ridondanti, finendo per litigare tra loro ed oscurando i restanti meriti.
In tutto ciò, né mi pento né sfrutto l’occasione per esaltarmi, però posso concludere che se sono indirettamente riuscito a fomentare tale “heat” anche sui social (oltre che durante gli eventi con gli stessi wrestler), pur essendo un semplice fan, allora posso dire di avere un briciolo di futuro in questo marasma chiamato pro wrestling.
Si presenta Entertrainer, il quale ricorda l’ingiustizia della sua sconfitta e reclama l’occasione mancata in maniera irregolare.
Kobra, in qualità di GM, decide quindi che avrà un match titolato e che sarà per il “God of Sun” Title; il suo avversario, invece, verrà deciso dai fans stessi durante la pausa con un sondaggio.
Mi rifocillo, faccio foto, chiedo quesiti ai wrestler, chiacchiero con amici e acquisti del merchandise; certo, il mio portafogli ha versato non poche lacrime di neo-realistica memoria per le spese maggiori del previsto, dovute però in queste sporadiche occasioni.
Il Main Show è stato il fulcro dell’evento, con la presenza di 110 paganti, una bella atmosfera e una collana di incontri diversi ma tutti grossomodo solidi e gradevoli, con tanto divertimento e un bel crescendo. Tutti i precedenti problemi col microfono sono stati risolti e la presentazione ne ha risentito assai.
Si parte subito con il tag team match tra i giovani prospetti del polo bergamasco, da una parte i Ragazzi Prodigio (i giovanissimi Akira e Gravity) e gli spocchiosi Simon Silas & Miroslav Mijatovic; alquanto lungo ma comunque solido e sorprendente per come abbiano condotto i secondi (in particolare l’egregio lavoro da heel e selling di Silas e il ruolo di enforcer del bosniaco) e per l’atletismo e l’agilità impressionante dei primi, che vincono tra il tripudio della gente.
L’I Quit tra il principale Soldato dell’Arcadia Kyo Kazama (sbeffeggiato dal presente rivale e lealista ASCA Iceman) e il rivale Brutus è stato nettamente il match più eccitante della serata.
Dopo un inizio intenso costituito da striking furioso ed equilibrato, i due si sono accompagnati fuori dal ring per tutta la palestra sfruttando le più improbabili situazioni e tutto ciò che capitava di mano (arnesi per l’allenamento, divanetti, finestre, cestini), con scene quali Kyo scagliato oltre la scrivania della reception o Brutus che caracolla giù per le scale (finendo quasi per travolgermi), il tutto evidenziato dai cori per la ECW o per sigle estreme italiane (TCW, KOX, addirittura Rapallo da parte di un compaesano affezionato).
Al ritorno sul ring, Kazama è nettamente sfiancato da tutto ciò e Brutus ne approfitta per legarsi con il filo spinato ed eseguire una Bear Hug e una Vaderplex andata però a vuoto, regalando la vittoria al Sensei che fa cedere l’avversario con una Crossface col filo; gran coinvolgimento del pubblico, buon selling seppur abbiano superato i limiti umani, tanta sana ignoranza, la prima vera perla dell’evento.
Arriva la sfida per il titolo mondiale FCW tra il campione El Ligero e lo sfidante Mark Fit. Personalmente mi aspettavo qualcosa di spottoso ma i due hanno intavolato un match intenso, con della gran storia e durante il quale ogni azione ha avuto il proprio peso, il risultato è stato molto solido e ben ricevuto dalla folla presente, con El Ligero riconfermatosi campione FCW.
(Il Tweet con cui Ligero ha festeggiato la vittoria del Titolo FCW)
Dopo un’ulteriore breve pausa, è il turno del Paxxo Match (senza regole né squalifiche) tra Jester (appena approdato nella scozzese Insane Championship Wrestling) e Lupo.
Tanta azione, di gran effetto l’uso del kendo stick, del bullrope e del regalo del pagliaccio al canide (una tavola con l’acronimo di “Keep Laughing, Strike Harder”), verso il termine, entrambi ormai a pezzi, Lupo sembra poter chiuderla con una Running Powerbomb ma Jester, in una spinta di pura pazzia esce dal conto di uno, segue una fase di fighting spirit per poi chiudere egli stesso il match con un rollup di disperazione; gran prova hardcore e tanto fegato dimostrato da entrambi.
Il match per l’assegnazione del “God of Sun” Title vede il già sopraccitato Entertrainer sfidare il prescelto dal pubblico, che risulta essere nientepopodimeno che il suo mentore e rivale TG.
Rispetto all’evento Best In Italy dell’ASCA, questa contesa è stata molto più equilibrata e ha visto anche fasi a terra, risultando più solida del previsto; TG riesce comunque a spuntarla (senza non pochi grattacapi) grazie alla sua micidiale Vertebreaker.
Visibilmente commosso per la vittoria del titolo, nel frattempo esce dalle quinte El Ligero, venendo quindi sancito un match fra lui e TG in un “Title v Title Anything Goes” per sabato 14 maggio, a Pero (MI), per l’undicesimo anniversario FCW.
Sempre in ambito FCW, si sfidano poi le due supernove della sigla, Matt Disaster e Steve McKee.
Al termine di un match vivace e senza tempi morti, la spunta Disaster, che dapprima scansa la Killswitch di McKee, per eseguire un Cutter che finisce lo sfidante; con il match precedente, una dimostrazione della gran professionalità e validità della rifondata FCW.
Il main event vede protagonisti l’altezzoso Andy Manero (capace di attrarre del gran heat tra il pubblico) e Icarus in match dal continuo crescendo, con entrambi che sfoderano il loro meglio e sembrano essere in uno stato di stallo.
Quando Icarus riesce a stendere Manero con l’ennesimo elbow e ottenere il conto di tre, interviene però il presentatore Kobra, che non visto dal Dardo d’Ungheria, trascina fuori dal ring l’arbitro, tramortendolo.
Icarus chiede spiegazioni, ma appena capisce ciò che è successo viene colpito da un colpo basso di Manero; Kobra, per mia grandissima sorpresa, esegue sul malcapitato la sua nefasta “Copler Driver” per chiamare sul ring un altro arbitro, che non potrà far altro che eseguire il conteggio finale fino al tre.
Kobra prende il microfono e spiega al pubblico che avendo ormai ottenuto un contratto con la Sun (che gli ha dato il potere di dettar legge a seguito dell’infortunio di Webster, pensando che una colonna del wrestling italiano come lui avrebbe fatto in modo che lo show fosse comunque un successo), sfrutterà fino in fondo questa possibilità, facendo esattamente quel che gli pare e piace.
Così lui e Manero assaltano il povero Icarus ma intervengono al salvataggio gli Headhunters, che fanno scappare i due infami tra l’approvazione del pubblico e fanno ripartire a metà del loro promo, seppur con un momento di ritardo, “Ding Dong song” invitando i fan a celebrare sul ring in un bagordo di danze, scenette e bump demenziali anche offerte dal sottoscritto. Una trovata insolita e forse poco accorta per motivi di sicurezza ma perlomeno se il gioco dura poco risulta bello e così è stato.
Finale certo visto e rivisto in tanti frangenti, quello del GM dispotico, e che ha purtroppo amputato la buona riuscita di quello che sembrava a mio parere il miglior match della serata, ma ha fatto piacere rivedere Kobra in ottima forma e capace di farsi valere.
Debutto col botto per la Sun, tra una tenuta generalmente solida degli incontri proposti e un booking quantomeno coerente alla situazione di altre realtà e che abbozza a risvolti futuri perlomeno interessanti, un’organizzazione che ha saputo reggere bene nonostante gli imprevisti e un pubblico fortemente coinvolto (e ricettivo per l’occasione), coronando un’atmosfera unica, spensierata e speranzosa per questa neonata sigla e il suo accorto padrone che ha visibilmente speso tempo e fatica per fare in modo di proporre una così piacevole serata.