La scorsa settimana é stata una di quelle belle. Un lasso di tempo in cui, una volta tanto, ci si è potuti effettivamente definire come fortunati ad essere fan di wrestling: mi riferisco ovviamente a RAW e Smackdown, che hanno ridefinito il concetto stesso di sport-intrattenimento, toccando picchi qualitativi mai visti prima da occhio umano. Torniamo seri.

Double or Nothing è stato uno show assolutamente all’altezza delle aspettative, con sorprese di un certo rilievo, valori produttivi di primo taglio ed un livello qualitativo decisamente alto per quanto invece espresso sul quadrato: Cody Vs Dustin è stato meraviglioso, cosí come i Bucks Vs i Lucha Bros…ho un’opinione probabilmente impopolare per quanto riguarda Jericho, ma la esprimeró in altre sedi. Ció che rileva è comunque che la AEW è qualcosa di legittimo, reale ed assolutamente necessario per tempismo, alla luce del torpore generale tramutato in confusione disordinata che regna in WWE.

Sette giorni dopo, NXT Takeover XXV. Strano identificare NXT come un’entitá distinta rispetto alla WWE, ma per molti versi è proprio cosí: guardando lo speciale del Network su HHH (se non lo avete visto fatelo assolutamente, piaccia o non piaccia fa capire quante vesti debba ricoprire questo impegnatissimo uomo d’affari) si evince la completa distanza che questo prodotto ha rispetto al main roster, e soprattutto rispetto all’ingombrante presenza di Vince McMahon, su cui apriró una parentesi a breve. La distanza da questi fattori rende NXT un prodotto con un’identitá definita, coerente ed assolutamente eccezionale: questo Takeover è stato uno dei migliori di sempre (cosa che diciamo spesso ma a questo giro credo sia innegabile), ogni match ha avuto le sue peculiaritá e vi sono stati almeno due candidati a match dell’anno nella stessa serata…se non è un successo questo, ditemi vobis. A distanza di 7 giorni, dunque, abbiamo assistito a due show magnifici, anche se a mio modestissimo avviso Takeover ha schiacciato la concorrenza almeno 3 a 0 per quanto riguarda la qualitá generale del prodotto proposto. Ma, pensandoci bene, si puó giá parlare di concorrenza?

Ebbene si. Il 31 Agosto andranno testa a testa NXT UK e la AEW con All Out, e la data dello show britannico non è assolutamente casuale, statene pur certi. In tempi non sospetti sostenevo che la vera competizione non sarebbe stata tra la AEW ed il Main Roster WWE, ma tra la prima ed NXT, due prodotti che si rivolgono esattamente allo stesso pubblico di “nicchia”, e non ad un vasto pubblico generalista che comprende anche bambine di 5 anni o nonni di 65 come la WWE. Mettetevelo in testa ora: per essere un prodotto estremamente figo non puoi piacere a tutti, e nel momento in cui piaci a tutti in un certo senso smetti di essere figo, chiedere a Game Of Thrones per credere.

Io penso che dal punto di vista creativo gestire 5 ore di main roster sia un’impresa quasi impossibile. Senza off season, senza pause, ogni settimana brillanti menti vengono riunite per elaborare storie cicliche ma nel contempo nuove, per la durata di 3 ore inserendo di volta in volta nuovi personaggi, cancellandone altri, tutto ció dovendo servire molti padroni tra cui sponsor, emittenti televisivi, azionisti e via discorrendo: nessuno dice sia semplice, molti anzi lo riterrebbero un’impresa gargantuesca. Una volta interiorizzato questo assunto, la WWE negli ultimi mesi sta proponendo un prodotto confusionario, incoerente, a tratti offensivo: a volte penso che se la WWE dovesse fallire nel 2100, nel documentario “The Rise and Fall of WWE” metterebbero la cintura 24/7, i Revival che vengono ustionati, Maverick che piscia sulla vestaglia di Roode e tutto questo mondo qui. Ed il problema, come detto da Ambrose ma come ipotizzato dalla maggioranza, sembrerebbe essere Vince Mc Mahon.

La sua mente è stata per lunghissimo tempo una fonte inesauribile di concetti creativi, visioni, rivoluzioni: basti pensare al WWE Network, all’espansione globale del marchio WWE, al fenomeno mediatico che è Wrestlemania ogni anno. Ci sono persone che nella vita hanno fatto un decimo di quello che ha fatto lui che verranno ricordate dai posteri come visionari, eroi moderni…dunque la critica spietata di chi lo definisce un despota rincoglionito francamente mi indispettisce non poco. Ció che possiamo constatare con assoluta certezza, tuttavia, è che il prodotto diventa sempre meno al passo coi tempi, sempre piú ripetitivo e noioso, in cui l’essenza fondante del prodotto wrestling (la violenza, non il sangue ma la violenza) è stata snaturata, esaurita, depauperata sino ad essere irriconoscibile.

Le parti migliori della tanto decantata Attitude Era sono legate ad una violenza verbale, fisica ed emotiva. La ECW era violenza allo stato puro. I match ad NXT sono spettacolari ma anche brutali e violenti, chiedere a O’Reilly o a Strong per credere. Cody Vs Dustin è stata violenza. Austin è diventato quello che era grazie ad una maschera di sangue ed un promo al vetriolo. Il wrestling negli anni ’80 funzionava perché la keyfabe era ancora forte ed il pubblico era convinto di stare assistendo ad un vero scontro tra due energumeni: la costante è sempre la stessa, una violenza strategica, presente, connaturata nel prodotto wrestling che non a caso non piaceva a genitori o ad un pubblico conservatore.

Per una logica di mercato anche del tutto legittima, il prodotto ha perso prima il suo filo e pian piano sta anche perdendo la sua identitá. In un contesto storico di questo tipo, un “ritorno alle origini” fatto di mattoni costituiti dagli show NXT e, perché no, AEW è qualcosa di estremamente affascinante ed è in questa fascia di “ricostruzione della passione” che si giocherá la sfida per i fan di wrestling, e non per i fan dello sport intrattenimento.

Non sono mai stato cosí curioso di sapere cosa ci riserverá il futuro prossimo.