La fretta è una cattiva consigliera. In un Mondo come il pro-wrestling che per natura è dinamico, dove costantemente si spingono verso l’alto atleti ritenuti meritevoli, prontamente sostituiti quando non all’altezza da altri in rampa di lancio, far debuttare una lottatrice ancora inesperta su tanti aspetti significa portarla alla gogna. Jade Cargill è ancora titubante sul ring; Sbaglia alcune prese, è in ritardo alle volte su altre e, quando non è lei a sbagliare, sbagliano le altre mandandola in una profonda confusione. Quando lei è sul ring tutto deve andare perfettamente perché ancora non è in grado di gestire l’imprevisto. Ciò è sotto gli occhi di tutti, non serve una ventennale esperienza sul ring per intenderlo. Però la Cargill era un pezzo da novanta e quando la sua strada si separò da quella della AEW, la WWE si affrettò (giustamente) ad ingraziarsi le sue attenzioni offrendole un contratto. Poi la lottatrice ha latitato per mesi (c’era chi sosteneva, credo a ragione, che non fosse ancora pronta per il grande pubblico), sino a quando l’attesa era diventata troppo fastidiosa da sostenere e la lottatrice ha finalmente debuttato alla Royal Rumble 2023 osannata dal pubblico presente. 

In quello stesso match l’atleta ha subito mostrato alcune sue incertezze, sostenendo comunque una buona esibizione che ha assolto pienamente il suo compito. Quelle stesse incertezze ci hanno impedito di gioire pienamente del suo debutto, lasciandoci per metà contenti di averla vista esibirsi in WWE, per metà costernati da qualcosa che ci aspettavamo fosse sicuramente migliore di ciò che è stato. Nelle puntate successive l’ex campionessa TBS ha risolto in pochissimi secondi alcune contese con star di medio-basso calibro, in veri e propri squash che, se da un lato l’hanno imposta come forza dominante nel rostro, dall’altro hanno fatto intendere di suoi grossi limiti sul quadrato ancora da considerare seriamente. Il suo affiancamento a colei che (a mio parere) è sempre stata la sua avversaria naturale, Bianca Belair, beniamina del pubblico, hanno contribuito ad attirare le simpatie del pubblico, nel tentativo anche di “smorzare” quelle titubanze che lo stesso pubblico ha iniziato a covare nei suoi confronti. Il match con Nia Jax del torneo Queen of The Ring finito per squalifica a favore del colosso donna è stata una scelta intelligente per proteggerla, riuscendo nell’obbiettivo (più o meno intenzionale) di accreditarne la personalità, ossia: Jade Cargill è fisicamente una statua, capace però di emozionarsi tanto da farsi, quando messa sotto pressione, soverchiare dalle sue stesse emozioni.

Jade Cargill ha una presenza scenica di gran lunga superiore a tutte le sue colleghe. Impone il rispetto delle sue avversarie, forte di una fisicità invidiabile, ma al contempo invita i fan ad empatizzare con lei. Non si nasconde dietro i suoi muscoli, lasciandosi andare a esplosioni di giovialità quasi infantili. È una professionista contenta di stare dov’è, ansiosa di far bene e desiderosa di migliorarsi, e non ha timore di mostrarlo pubblicamente. Questo desiderio di superare i propri limiti abbiamo potuto apprezzarlo negli ultimi suoi incontri, tale che qualche leggera miglioria la si è potuto notare. Insomma la Cargill è genuina e questo è sempre stato un vantaggio per i wrestler che hanno costruito ,proprio su questa qualità, il loro grande successo. Quindi, ove possibile, la Cargill va protetta. Sarebbe uno spreco immane tentare di posizionarla in palcoscenici ancora troppi impegnativi per lei. E questo già lo si sta facendo sapientemente. Se si tutelerà la sua carriera ora che è in fase di costruzione, e se per lei ci saranno storie capaci di esaltarne non solo la fisicità, ma anche e soprattutto le sue qualità morali, di questa Cargill ne sentiremo parlare ancora a lungo. E come una delle migliori in assoluto.