Ho notato che in tanti si sono stupiti di vedere Jeff Jarrett nel main event di Dynamite. Uno stupore che si porta dietro in tutta la sua carriera, sin da quando Vince Russo decise di promuoverlo nelle zone che contavano in WCW. Per quanto fosse piccolo, però, risultò sempre funzionale alle storie da raccontare.

Jeff Jarrett è un jolly. Dove lo metti, sta. Lavora per il bene delle storie, sebbene la qualità oggi non sia più così interessante. Ed anzi, per tanti anni si è volutamente rinchiudere in segmenti visti, mangiati e vomitati tutti uguali. Per questo il pubblico fatica a vederne l’utilità, memore delle troppe invasioni ai danni di atleti più giovani e meritevoli. Soprattutto in TNA.

Eppure il main event con Bryan Danielson è stato meritevole. Non un matchone, ma dallo storytelling buono, ben gestito, nel rispetto dei ruoli. Per certi versi mi ha ricordato i suoi incontri con Lance Storm, segno che Jarrett coi tecnici ha spesso “cliccato” bene. Ecco perché, dopo la puntata, i fan hanno ben accolto il match e non l’hanno rigettato come invece capitato in altri casi.

E Jarrett sta facendo bene ad Hangman Page. Accompagnandolo nella strada che lo riporterà alla cintura AEW. O ad un nuovo feud contro l’Elite, forgiandone la rabbia ma anche gli obiettivi. Prima di ritornare nella propria nicchia, dove a nessuno dà fastidio.