Brian Lawler (noto in WWE come Grandmaster Sexay), figlio del WWE Hall of Famer Jerry “The King” Lawler, morì nel 2018, all’età di 46 anni, dopo che era stato arrestato dalla polizia per guida in stato di ebbrezza. La sua morte venne classificata come suicidio; Brian si impiccò nella cella del carcere. La corsa in ospedale fu inutile. Jerry Lawler, tuttavia, ha sempre ricollegato la morte del figlio a carenze della Contea di Hardeman (Tennessee) e dei propri funzionari tra cui lo Sceriffo. Per questo motivo ha intentato una causa contro la Contea ed ora si andrà a processo.

Il processo inizierà il prossimo anno

Il processo sarebbe già dovuto iniziare quest’anno, ma causa pandemia è stato rinviato. La nuova data di inizio, secondo quanto riporta PWInsider, è stata fissata per il prossimo 23 maggio 2022. Secondo Jerry Lawler la morte del figlio si sarebbe potuta evitare se non fosse stato per le carenze del sistema. In particolare, non solo Braian non sarebbe stato sottoposto ad alcun trattamento per la sua dipendenza da alcool e droghe, ma sarebbe anche stato collocato in una cella di isolamento dopo che era stato aggredito da un altro carcerato. A causa di quella aggressione Brian avrebbe riportato una ferita sopra l’occhio ed una sospetta commozione cerebrale. Nella cella poi ci sarebbero stati anche dei bulloni sporgenti che sono stati usati come ganci per il tentativo di suicidio, bulloni che, secondo i legali del WWE Hall of Famer, non ci sarebbero dovuti essere. Jerry Lawler, oltre ad un risarcimento di 3 milioni di dollari, chiede che il Tribunale ordini alla Contea di Hardeman di correggere le proprie incostituzionali carenze di sistema in modo che quando accaduto a Brian non si ripeta.