Da quando ha firmato con la AEW come commentatore, Jim Ross ha fatto alcuni scivoloni sul posto di lavoro, ad esempio chiamando Jon Moxley “il campione WWE” e Paul Wight “The Big Show“. Le community online a tema wrestling hanno avuto ben poca clemenza nei confronti del leggendario commentatore, e Ross si è espresso in merito alla questione nell’ultimo episodio del suo podcast, Grilling JR, parlando di come a Dynamite Grand Slam abbia fatto una pausa apposita per assicurarsi di pronunciare correttamente il nome di Malakai Black.
La reazione a Dynamite Grand Slam
“Ho reagito in maniera un po’ esagerata,” ha detto Ross, riferendosi al suo momento di silenzio dopo aver detto il nome di Malakai. “Penso sia successo perché a volte mi importa un po’ troppo delle cose. Se qualcuno mi prenderà in giro su Twitter, fate pure, gente. Pensate a tutto, pensate in grande, e pensate alla motivazione dietro al mio definire quella sera una delle più speciali della carriera. Per me è soltanto un piacere essere qui, e sta soltanto migliorando”.
La situazione al tavolo di commento di Dynamite
“Sto lavorando con persone che non avevo mai avuto come colleghi, abbiamo tre commentatori play-by-play. Qualcuno deve condurre il commento. È inevitabile, lo devi fare, quindi tutto ciò che posso fare io è lavorare duro e cercare di migliorare la mia tecnica. Hai ragione, mi importa un po’ troppo rispetto a quanto dovrebbe. Me ne sono accorto anch’io, mi sono fermato a metà della c**zo di frase. Sentivo già gli invasori alle porte”.
Il salto dalla WWE
“Per me, è una situazione molto emotiva qui in AEW” ha detto Ross. “Sto passando un bellissimo periodo, ne sono molto grato. Sarebbe molto meglio se ci fosse anche Jan, ma non c’è. Non avevo mai lavorato per una startup prima, e quando passi dalla grande azienda alla startup ci sono molte emozioni forti perché non sai cosa potrebbe succedere. Sapevo che la paga sarebbe stata buona perché è garantita dai Khan. Pagano come una slot machine, sempre in tempo, mai avuti problemi”.
Una strada tortuosa
“Tutte le sfide che abbiamo superato, la malattia, le morti, la mancanza del pubblico… Ero orgoglioso di Dynamite Grand Slam perché vedevo tutta la strada che abbiamo fatto. Sapevo che per arrivarci avremmo dovuto attraversare delle strade incerte. Non avrei mai detto che avremmo raggiunto il tutto esaurito con ventimila persone in un’arena, abbiamo superato tutte le mie migliori aspettative. È per questo che per me è stato un evento memorabile, con tutti i sacrifici, i viaggi, la morte di Brodie Lee, tante cose sono successe che hanno messo alla prova le emozioni delle persone”.