Dopo quattro anni di assenza il torneo per decretare il nuovo King of the Ring è tornato. Contenti? Io non particolarmente, nell’editoriale odierno vi spiego il perché.
Un tempo a cadenza annuale, la presenza del torneo divenne col tempo sporadica, qualcosa da ripescare all’occorrenza. Prima di passare alle critiche parto con l’evidenziarne quello che per me è l’unico pregio, ovvero il dare interesse a match di puntate settimanali che altrimenti sarebbero stati combattuti con in palio un bel niente. Un incontro può essere apprezzabile per il lottato in sé, ma quando ci si affronta con una posta in gioco tutto è più saporito, così anche un banale The Miz contro Corbin acquisisce più valore di quello che potrebbe essere un incontro random da house show. Per me però le noti dolenti sono rappresentate dalle conseguenze finali al torneo in questione. Prendiamo ad esempio gli ultimi tredici anni e vediamo i wresterl che si sono guadagnati il titolo di re del ring.
Booker T/King Booker. L’ex membro degli Harlem Heat è stato per me l’ultimo lottatore a guadagnare davvero qualcosa dall’aver trionfato nel torneo. La vittoria non fu fine a sé stessa, ma ebbe grandi stravolgimenti nella sua carriera dato che non solo cambiò ring name per un periodo, ma di fatto assunse una nuova gimmick e formò una stable, la King Booker’s Court nella quale lo accompagnavano la moglie Sharmell (o dovremmo dire Queen Sharmell), William Regal, Fit Finlay e Little Bastard (oggi più famoso come Hornswoggle). Era la classica stable con un wrestler al centro e i vari scagnozzi utili solo a pestaggi di gruppo e squalifiche durante gli incontri per salvare il capo, ma funzionavano. Booker T come se fosse impazzito si comportava da monarca e con una magistrale recitazione sopra le righe riusciva a rimanere su quel sottile confine che gli permetteva di essere ridicolo ma pericoloso. Non è stata una stable che ha fatto la storia, ma tra il 2006 e il 2007 seppe ben intrattenere a Smackdown e ne ho tutt’ora un buon ricordo.
William Regal. Un paio di anni dopo fu il servitore di King Booker ad aggiudicarsi il torneo, con conseguenze decisamente minori. Nella gimmick William è sempre stato regale, fin dal cognome. Il portamento nobiliare lo ha sempre contraddistinto, l’aggiudicarsi il torneo non ebbe per lui chissà che mutamento. Oltretutto parliamo di un wrestler che nel 2008 non avevo uno star power particolarmente alto, un midcarder o poco più che da quella vittoria non ha ottenuto molto salvo diverse title shot in ECW. Il suo trionfo del torneo fu uno spreco essendo come già detto general manager dello show rosso.
Sheamus. L’irlandese rispetto a Booker T e Regal era più giovane quando si aggiudicò il torneo, ma era lanciato avendo già vinto il titolo WWE ben due volte. La vittoria in sé è stata poca cosa rispetto al divenire campione del mondo battendo wrestler del calibro di Cena, Edge e Orton. Per diventare re del ring invece gli bastò vincere due incontri, uno contro Kofi Kingston (che in chiave mark non era certo il superman di oggi) e l’altro con John Morrison (meglio del ghanese ma parliamo di uno che al di fuori del periodo nella WWE-ECW ha un palmares da midcarder). Per qualche tempo Sheamus andò in giro con mantello e corona, ma sembrava una brutta copia di King Booker.
Wade Barrett. Un altro “King Booker wanna be”, di fatti dopo la vittoria cambiò per un periodo nome in King Barrett. Rispetto ad esempio a Sheamus ci fu più convinzione nell’assegnargli la nuova gimmick, ma se penso alla carriera dell’inglese sono state parentesi migliori quella da Bad News Barrett e soprattutto da leader del Nexus, quella da King Barrett è superiore solo alle ultra fallimentari esperienze nel The Corre e nella The League of Nations.
Osservando i quattro casi sopracitati a parte nel primo si tratta di conseguenze al torneo ben poco rilevanti. La costante è stata la vittoria di un heel che in modo più o meno marcato ha iniziato a comportarsi da monarca, una gimmick ben sopra le righe di interpretazione tutt’altro che facile in quest’era di wrestling. Osservando il tabellone attuale Corbin è probabilmente il profilo più simile a quello dei precendenti trionfatori del torneo, ma davvero potrebbe essere una svolta per la sua carriera? E se a vincere fosse a sorpresa un face, vederlo andare in giro per qualche tempo con corona e mantello sarebbe proficuo? Riguardo la vittoria in sé avrebbe il valore della Battle Royal di Wrestlemania o della Greatest Royal Rumble, ovvero poca cosa. In sostanza al di là di rendere un pizzico più interessanti le puntate settimanali (che di sti tempi è un risultato da non sottovalutare) ritengo il torneo un diversivo da cui i wrestler hanno poco da guadagnare. Siete d’accordo o amate questa competizione e vorreste vederla più spesso? Fatemi sapere qui sotto i vostri pensieri sul King of the Ring tournament!
Sergedge – EH4L