Nell’ultima puntata di NXT abbiamo assistito al tanto atteso incontro tra Karrion Kross e Santos Escobar.
Se il risultato appariva scontato fin dall’annuncio del match, quest’ultimo si è sviluppato su binari, se non imprevisti, comunque godibili, complice anche la stipulazione priva di squalifiche e il, conseguente, intervento della Legado del Fantasma al gran completo.

Archiviata questa sfida, è legittimo chiedersi cosa il futuro riservi ad ambedue i lottatori.

Per quanto concerne Escobar, uscito sconfitto ma (paradossalmente) rinforzato da questo incontro, si attende uno sfidante per il titolo di rilievo, che possa garantirgli una faida di primordine, stavolta per la cintura viola che porta alla vita.
Il pensiero, come già scritto in passato, corre subito a Jordan Devlin, campione indefesso e detentore anch’egli del medesimo titolo dei pesi leggeri.
Insomma, uno scontro tra i due campioni cruiserweight -che detengono, peraltro, la medesima cintura- appare già scritto.

La situazione di Kross risulta, invece, maggiormente complicata e interessante.
Difatti, il buon Karrion, per quanto ex campione dello show, parrebbe, ad oggi, ben lontano dal titolo massimo.
E’ verosimile, infatti, che quest’ultimo, seppur inizialmente in maniera mediata, verrà attratto nella storyline che ha visto l’Undisputed Era separarsi, ostruendo la strada di chi, estraneo all’ex stable, a quel titolo potrebbe ambire (leggasi Kross).

Vi è, inoltre, la sensazione che, come già successo prima a Priest e Ripley, l’ex Killer Kross sia stato messo “sotto ghiaccio”, in attesa, magari nel post Wrestlemania, di un call-up che appare necessario, quanto scontato.
Difatti, ho sempre avuto la sensazione che Kross, come prima di lui Roode, fosse una sorta di corpo estraneo in uno show come NXT, così proteso verso uno stile indie e lontano dei canoni del main roster.
Karrion, al contrario, è molto più vicino a quegli stilemi tipici di Raw e Smackdown, apparendo come il perfetto paradigma del campione WWE moderno, ossia dotato di una buona presenza scenica, un work rate sufficiente e una capacità al microfono basilare, ma facilmente sostituibile con l’affiancamento ad un manager.
Insomma, se c’è un momento storico in cui Kross può avere successo nel main roster è questo, immaginandomi già (con un po’ di riluttanza e timore) i suoi scontri con Lashley, Strowman e McIntyre.

Come sempre, noi staremo qui, alla finestra, attendendo l’evolversi degli eventi…

Claudio