Un pregio ottenuto dai creativi di Impact Wrestling in quest’anno di lavoro è stato quello di definire in maniera particolare i tratti distintivi dei wrestler componenti il proprio roster. Chi guarda il programma settimanale sa distinguere perfettamente i diversi atleti e soprattutto sa apprezzare il personaggio di Killer Kross.

 

Arrivato un po’ in sordina con la gimmick di colui che doveva “far fuori” i diversi membri della X Division, Kross si è presto smarcato da una storyline che a poco poteva portare e si è associato al campione Austin Aries. Scelta saggia vista la sua grande attrazione fisica e dunque la similarità di attitudine col ruolo di bodyguard. Probabilmente avrebbe continuato a difendere il suo padrone se lo stesso non avesse deciso di andarsene e lasciare sguarnita la zona main event.

Come potevano, i writer di Impact, escludere un wrestler così dalla zona che conta? Ha fisico, ha carisma, mic skill e sa lottare bene. È un heel fatto e finito, e qualsiasi cosa gli si dia da fare, la fa bene. Non sorprende: già tre anni fa Jeff Jarrett mise in luce, per poco, le sue qualità in GFW. Poi nel 2018 questo ragazzo si è preso tutto, tra Stati Uniti e Messico: la sua associazione a Scarlett Bordeaux fa vibrare i tifosi ed ha portato la vittoria del titolo della Ring Warriors.

Non so cosa porterà questo anno appena iniziato, so però che Kross è ancora lì, nel main event. E non sarebbe strano vederlo campione del mondo, prima o poi. Ha tutto per essere il personaggio cardine della risalita di Impact Wrestling, anche più di Brian Cage. Il tempo ci dirà se anche i dirigenti hanno la stessa idea o vorranno perseguire altre strade.