Il proposito dello show "RAWlternative" è quello di convincere i fan del wrestling a ragionare sulla disciplina ben oltre il prodotto WWE senza smettere di guardare la WWE.
Mosse dalle continue critiche rivolte soprattutto a Raw da parte degli spettatori, una dozzina di promotion capeggiate dalla Beyond Wrestling e dalla AAW hanno deciso di organizzare per il 19 gennaio un "controRaw" che raggiunga quella fetta di pubblico scontenta di quel che a Stamford stanno partorendo ultimamente. Lo organizzano mettendo sul piatto alcune delle superstar indipendenti in uno show unico nel suo genere per il grado di collaborazione presente: Young Bucks vs Super Smash Bros e Ricochet vs Josh Alexander sono i primi match annunciati. La diretta dell'evento andrà in onda, gratis, su youtube, in netto contrasto col WWE Network.
Questo show arriva dopo un momento in cui a far le somme, più o meno tutti abbiamo promosso la WWE. Ma l'abbiamo promossa per l'assenza di una reale competizione e per quegli eventi storici che l'hanno caratterizzata (dalla fine della streak al debutto di Sting, fino al prossimo ritorno di Daniel Bryan). Però se assaggiamo la sostanza, ci troviamo davanti ad un piatto immangiabile. La WWE è stata infatti come una torta piena di bei orpelli sopra che attirano l'attenzione davanti alla vetrina, ma una volta dentro il negozio quella stessa torta puzza ed è costituita da prodotti scaduti. Ecco perché di quest'anno ricordiamo tante istantanee singole ma non una storia per intero che piaccia.
Ecco perché le critiche e gli ascolti bassi. Raramente Raw ha raggiunto il 3.0 di rating, poche volte ha saputo entusiasmare. Una di queste volte è stata lunedì quando però ha dovuto mettere tutto l'armamentario sul ring, perfino il ritorno dell'Authority – in modo un po' subdolo, ma la WWE non sa produrre di più. Le colpe? Non certo nel roster, decisamente di qualità e recentemente frustrato per la poca considerazione che alcuni stanno ricevendo. Gli ex Shield poi non sono ancora esplosi del tutto, Cena è ancora lì ad aspettare delle ferie che forse non arriveranno nemmeno nel 2015, mentre Randy Orton, dopo 10 anni, è ancora il "futuro della compagnia" – segno che lavoro per costruire nuove icone ne è stato fatto molto poco.
Un motivo di promozione però è stato NXT, un prodotto ben diverso dallo standard di Raw. Qualcuno ha sognato: e se NXT andasse nello slot di Raw, che succederebbe? Niente. Gli ascolti non salirebbero, perché ad un tal livello devi saper rappresentare tutto. Anche il lato comedy, oppure lunghi monologhi che vanno togliere minuti a voli pindarici e personaggi piccoli che al massimo possono riprodurre personaggi per bambini. La bellezza di NXT sta nella sua purezza. Come erano belle certe puntate di Impact per veder rappresentato il wrestling e non il suo lato di intrattenimento. Non televisori che esplodono o sorelle che litigano come galline in un pollaio. E soprattutto non tre ore di pompose ripetizioni, tra promo tutti uguali, match tutti uguali, feud tutti uguali.
Ecco, NXT e #RAWlternative sono due eventi di nicchia, buoni per chi ha ancora voglia di vedere il wrestling con logica e rigore, dove tutto è al suo posto e tutto va come deve andare, come è stato ragionato per mesi. Perché la rovina degli show sono le idee riscritte all'ultimo: avranno pure belle intenzioni, ma sanno di muffa e attentano all'intelligenza generale. E alla lunga la gente se ne disinteressa. Quando tutti smetteranno di guardare Raw e preferire alternative indipendenti, allora anche la WWE, magari contravvenendo al suo modello, si muoverà e cambierà. Oggi la teniamo così e gustiamo le alternative crescenti.