Io credo che i tornei non vadano mai sprecati. Non mi pare sia il momento migliore: in WWE li stanno sbagliando, in AEW mi pare che si accingano a sbagliarne uno. L’assunto è che in questi casi ci debbano essere diversi fattori che si uniscono: i giusti wrestler, le giuste dinamiche, i vincitori adatti e un po’ di sana imprevedibilità. Quello che Tony Khan sta per mettere in tv è una competizione che non solo è prevedibilissima ma non ha neppure molto senso in termini di presenza sul ring.

Partiamo dalla parte sinistra. La semifinale vedrà sicuramente lo scontro tra Jon Moxley – che sta completando a poco a poco un passaggio tra gli heel – e Orange Cassidy. Quanto capitato a Dynamite con Wheeler Yuta suggerisce che i due dovranno scontrarsi prima o poi in una mini faida, che poi lanci definitivamente l’ex campione AEW verso una title shot. Dall’altra parte Danielson non avrà problemi a raggiungere la semifinale mentre Kingston e Archer sono già più imprevedibili, col secondo chiaramente favorito ma non sarebbe strano vederci anche il buon Eddie contro l’American Dragon.

Il problema sono gli sfidanti. Da questo torneo sono ufficialmente fuori: Andrade, CM Punk, Darby Allin, MJF, Chris Jericho, Sammy Guevara, Adam Cole, Malakai Black, Cody Rhodes (promesse a parte), PAC, Wardlow, Brian Cage, Ricky Starks, Miro, Matt Hardy. Alcuni di questi sono stati impegnati nel ladder match di due settimane fa, altri hanno uno score positivo, altri ancora hanno concluso il proprio programma e sono liberi. Ebbene, nessuno è stato preso in considerazione.

Powerhouse Hobbs, 10 e Dustin Rhodes sono avversari di comodo. Alcuni, vedi Dustin, non lottavano attivamente da parecchio negli show AEW. Altri vengono da alcune sconfitte che hanno ridimensionato il loro score in ottica ranking. La presenza di questi tre atleti rende troppo facile scoprire chi andrà avanti e quali saranno gli abbinamenti. Non aggiunge alcuna competizione ad un torneo che dona la possibilità di una shot titolata contro colui che vincerà il main event di Full Gear. Dunque ci saranno tutte le luci sul successivo incontro.

Ma non ci sono i nomi top a dare un po’ di brivido agli show. Si dirà: scelta fatta per proteggere lo status di quegli atleti e i loro feud. Ma occorrerebbe ragionare anche coi top come si ragiona coi Dante Martin o coi Jungle Boy. Una sconfitta non fa male, dipende da come arriva. E se Allin o Guevara o PAC perdono in ottica storyline personale, non c’è nulla di male. Nessuno si scandalizzerebbe. Ma così rende quasi irrilevante il torneo fino alla finale dove effettivamente lo scontro sarà di alto livello.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.