Febbraio 2023: non so perché, non so cosa mi ha spinto nuovamente su queste pagine. 5 lunghissimi anni, forse qualcosa meno. Giuseman è qui perché il richiamo delle corde è stato troppo forte. Premessa: Royal Rumble è stato il mio primissimo evento live da Wrestlemania dello scorso anno. Che a sua volta è stata preceduta dalla più che unica edizione dello Showcase of Immortals di 24 mesi prima. Si, esatto, quella con zero pubblico ed in piena pandemia.
Sono, dunque, decisamente arrugginito. Mi definirei alquanto impacciato, come se fossi alle prime armi. Spero, tuttavia, che con il mio impegno ed una ritrovata passione possa toccare le corde giuste, godendomi questo nuovo “stint” all’ombra della grande Z (spero di non aver plagiato nessuno, è solo un modo carino per descrivere il sito). Introduzione lunga e tediosa finita, passiamo al dunque. Elimination Chamber e la solita domanda. PPV… o meglio, PLE a tema si o PLE a tema no? Mettetevi comodi, sarò prolisso.
La storia
L’Elimination Chamber Match nasce il 17 novembre 2002, più di vent’anni fa. Survivor Series, uno dei capisaldi della WWE. Madison Square Garden. Dalla mente di Chris Jericho, annunciato da Eric Bischoff, una delle idee più vincenti della storia WWE. Un pugno nell’occhio dei fan, doloroso si, ma davvero soddisfacente. Sei wrestler di fama mondiale, gabbia d’acciaio di 16 tonnellate, primo World Heavyweight Title vinto da Shawn Michaels, sanguinante, che sconfigge Triple H strappandogli il titolo dopo un incontro ed una sequenza finale che qualsiasi fan WWE vivente ricorda. Salto temporale. Otto anni dopo. A seguito di nove Elimination Chamber con qualità altalenante, il 21 febbraio 2010 nasce l’omonimo PPV che, per 12 volte su 13, si rivela la tappa finale e/o fondamentale per arrivare a Wrestlemania. L’ultimo scoglio, l’ultimo ostacolo. Uno grande e grosso, d’acciaio e catene prima, meno “spaventoso” successivamente nell’evoluzione del business e dello sport-spettacolo. Meno cruento ma solo loro sanno quanto, tutt’ora, doloroso.
Chamber si, Chamber no: l’unico PLE a tema che ha senso di esistere?
Ma quale è il punto di questo pezzo? Quando lascai ZonaWrestling ed il mondo del wrestling in generale, si dibatteva da tempi immemori sui PPV a tema, divenuti ormai Premium Live Event. Forzati, spesso brutti e poco coinvolgenti. Hell in a Cell su tutti, per fare un esempio. Ma c’è qualcosa che spinge, invece, a favore di Elimination Chamber. L’ultimo ostacolo perfetto prima dello Showcase of Immortals. Per campioni e sfidanti.
Sia chiaro, non sempre il booking dell’Elimination Chamber Match è stato lineare. Ma, mai come quest’anno con la scena titolata che gravità intorno a Cody Rhodes e alla situazione Bloodline-Sami Zayn, la gabbia d’acciaio è davvero importante per cementificare lo status di chi varcherà quella porta carica di dolore e speranze.
Prendiamo ad esempio la “Chamber femminile“. Bianca Belair sembra imbattibile. Rhea Ripley, vincitrice della Royal Rumble, ha scelto Charlotte come avversaria per la rivicita delle rivincite. Quale modo migliore che una propedeutica, caotica, folle Chamber per definire l’avversaria della EST? Un nichelino simbolico su Asuka, tra parentesi. Chi passa quest’ostacolo, dunque, andrà a Wrestlemania. Un piano B di disperazione, ragazze pronte a tutto pur di arrivare lassù, al titolo della Belair. Discorso diverso, ma ancor più importante, per la “Chamber maschile”.
La gabbia per diventare o tornare grandi
Austin Theory funziona. Dannatamente. Lui stesso ci ha rivelato che la valigetta ed il grado di Mr. Money in the Bank è stato molto gravoso, soprattutto quando il campione mondiale è unico ed inavvicinabile (per ora). Ed ecco una US Title run convincente, finora, che può essere cementificata da una vittoria dentro la gabbia che già l’anno scorso, nonostante il volo dal pod “sponsorizzato” da Brock Lesnar, l’ha lanciato letteralmente verso la zona main event grazie ad una prestazione maiuscola. Passata la gabbia, dunque, lo status di Theory e la sua “aura” non potranno essere scalfiti da nessuno. Perché una vittoria dentro la Chamber da prestigio, fama, credibilità.
Tutte credenziali che servono per un grande match, visto che Wrestlemania su due sere prevede una line-up ancor più ricca. John Cena vs Austin Theory si scrive da solo ed il campione US, grazie alla Chamber, sarà davvero un avversario valido per il 16 volte campione del mondo che, part-timer o meno, è sempre la sommità della montagna da scalare per arrivare, prima o poi, al titolo del mondo.
Ecco perché la Chamber è l’ultimo vero ostacolo per la via di Wrestlemania, per chiunque ci entri. Sia che tu debba difendere il titolo conquistato a fatica, sia che tu debba conquistarlo, sia che tu debba arrivare allo status di #1 Contender. Per questo il senso della posizione di questo PLE o, perché no, la sua esistenza passano da questi ragionamenti. Perché lo sai che, se sei campione, sfidante o chi per loro durante la Road to Wrestlemania sai già che 16 tonnellate di acciaio saranno ben più gravose per te di una grande battle royal o di un paio di scale.
E se, ad esempio, Hell in a Cell è davvero evitabile (con solamente la rivalità giusta che va a chiudersi dentro la cella, come sembra toccare a Finn Balor ed Edge a Wrestlemania), Elimination Chamber è un Premium Live Event tematico che serve a tutti per arrivare pronti a Wrestlemania. Anche se, mai come quest’anno, i riflettori saranno puntati su altri match ed altre storie (dai Sami, siamo tutti con te).
Chiusa la gabbia, chiuse le porte, lucchetto messo. Buon Elimination Chamber a tutti e lunga vita a quest’evento!