Il roster di NXT, alquanto scocciato dal non essere stato incluso nelle Survivor Series, si prepara a concludere l’anno con la quarta edizione dei War Games. La prima edizione è andata in onda nel 2017 e ricordo che le perplessità all’inizio fossero molte. Per i primi due anni abbiamo avuto solo un match a stipulazione speciale, mentre l’anno scorso abbiamo avuto anche un ottimo incontro a squadre femminile, che quest’anno bisserà; per il momento sappiamo che le capitane saranno Shotzi Blackheart e Candice LeRae. Dalla parte del roster maschile invece, anche questa volta, così come per i tre anni precedenti, ci sarà l’Undisputed Era.
Certe cose probabilmente tendiamo a darle per scontate. Guardando uno show di wrestling che va in onda ogni settimana ininterrottamente, con attualmente sei show all’attivo, si tende ad avere una concezione distorta del tempo. Mi è rimasta impressa una frase pronunciata dal mio esimio collega Giovanni in merito ad una momentanea alleanza tra Randy Orton e Mick Foley: “in WWE un anno è come un’era geologica”. Perché in effetti è tutto continuamente in evoluzione, ad un ritmo spesso forsennato, dato che l’attenzione del pubblico deve rimanere sempre alta. Per questo quando un qualcosa riesce a perdurare nei mesi, addirittura negli anni, senza venire cancellato o snaturato, io quasi grido al miracolo.
Come ho sempre ritenuto un mezzo miracolo che il New Day sia rimasto unito per tutti questi anni, allo stesso modo è incredibile come l’Undisputed Era riesca dopo più di quattro anni ad essere ancora sulla cresta dell’onda ad NXT e, quando arrivano i War Games, prendersi puntualmente il match maschile, cambiano solamente gli avversari.
Nel 2017 si cominciò con ben tre team, gli UE erano ancora un trio e Roderick Strong combatteva contro di loro assieme agli Authors of Pain, mentre come terzo team avevamo i SAnitY. Attualmente gli AOP sono stati licenziati dopo esser stati sprecati nel main roster, dei SAnitY uno ha trovato una nuova stable ad NXT UK, uno si prepara a diventare campione di coppia assieme a Drake Maverick e il terzo milita ad Impact Wrestling.
Nel 2018 si consolida la formula “quattro contro quattro”, gli UE si schierano con la formazione che rimane immutata ormai da anni, mentre dall’altra parte abbiamo Hanson e Rowe, Ricochet e Pete Dunne. Hanson e Rowe hanno vissuto un bruttissimo periodo di crisi di identità, Ricochet è nel main roster in attesa che qualcuno decida seriamente di credere in lui e Pete Dunne continua ad essere estremamente pheego.
2019: il match maschile deve reggere il confronto con le ragazze che mettono su un match spettacolare. Ci riescono dato che nel gruppo avversario dell’Undisputed Era vengono schierati pezzi da novanta del calibro di Tommaso Ciampa, Keith Lee, Kevin Owens in trasferta direttamente dal main roster e Dominik Dijakovic. Sorvolando sul destino che sta patendo attualmente quest’ultimo, il futuro per Lee sembra roseo, Ciampa è tornato dopo un periodo forzato di stop e Owens continua ad avere gli alti e bassi tipici di un wrestler che ormai milita nel roster principale da sei anni, forse con più bassi che alti, ma non lamentiamoci troppo.
E per concludere, nel 2020 la solfa cambia, perché gli UE vestono per la prima volta i panni di beniamini del pubblico, mentre contro di loro si staglia un’altra stable, la prima stable vera e propria e non un team di avversari singoli degli UE alleatisi momentaneamente in occasione dei War Games, ma una stable autentica, formata dai “finalmente ci pushano” Oney Lorcan e Danny Burch, attuali campioni di coppia di NXT, Pat McAfee che palesemente si sta divertendo da matti nel ruolo di leader heel odioso fino al midollo di questo gruppo e in ultimi Pete Dunne, che ha eseguito un turn heel inaspettato, simile a quello accaduto a Roderick Strong, proprio ai danni di Dunne peraltro.
Vorrei far notare come, nonostante i War Games siano giunti alla quarta edizione, ma soprattutto nonostante ci sia sempre l’Undisputed Era di mezzo, questi match non abbiano assolutamente il sapore di già visto. Nel 2017 avevamo tre team che si contendevano i titoli di coppia, l’anno dopo abbiamo avuto i War Riders, tag team nuovamente lanciato verso i Tag team Championships, questa volta con l’ausilio di due enforcer. Il 2019 non ha visto i titoli tag team al centro della vicenda, dato che si trattava di quattro wrestler tutti danneggiati in un modo o nell’altro dall’Undisputed Era che hanno cercato di unirsi per opporsi alla loro tirannia (con l’eccezione di Kevin Owens). Quest’anno la storia è nuovamente diversa, visto che gli UE non solo sono i “buoni” (anche se il concetto di buoni e cattivi ad NXT spesso è relativo), ma si trovano contro una nuova stable che non vuole unicamente sconfiggerli, ma sostituirli prendendo il loro posto.
Trovo incredibile che la WWE che fatica a seguire gli stessi piani per un mese, o anche tra una puntata di Raw e l’altra, poi sia la stessa che in quattro anni riesca a dare quattro storyline diverse alla stessa stable per un match a stipulazione così particolare. Certo qualcuno se ne lamenterà, qualcuno dirà che è come le Survivor Series quando puntualmente tutte le storyline vengono interrotte perché bisogna stabilire quale roster sia migliore degli altri, che tanto lo sappiamo che tutti gli anni ci infileranno l’Undisputed Era in qualche modo quindi la minestra è sempre la stessa nonostante venga condita con spezie diverse. Io personalmente preferisco concentrarmi sui lati positivi e su quel piccolo miracolo, come ho scritto al principio, che è e continua ad essere l’Undisputed Era.
Voi cosa ne pensate? Quale è il vostro War Games preferito? Che cosa vi aspettate da questa edizione? La presenza costante dell’Undisputed Era ha stancato, oppure no?