Ci ho sperato sinceramente stamani quando ho letto la notizia.

Sperato che fosse una notizia Fake di qualche buontempone.

Invece no, purtroppo è tutto vero.

La Fenice ha smesso di poggiare i suoi piedi sul terreno di noi mortali.

 

Eiji Ezaki, dopo 47 anni, ci ha lasciati… forse questo nome e cognome a molti, specie le nuove generazioni non dice niente, ma se ve lo collego al ringname, per i più vecchi verranno a mente match leggendari, per i nuovi, il nome di un’atleta tanto straordinario sul ring quanto sfortunato nella sua vita: Hayabusa.

Hayabusa debutta come Eiji nel 1991, allenato da Tarzan Goto, nella federazione che più ha rappresentato la sua carriera e di cui ne è stato il simbolo assieme al “profeta eretico” Atsushi Onita: l’FMW.

Fin da subito si capisce che non si ha a che fare con un semplice talento, ma con un atleta dall’alto potenziale, che esploderà  con la trasformazione nella Fenice Hayabusa durante il tour Messicano del 1993 in che la Leggenda di Ezaki diventa tale.

Una maschera che sviluppò affascinato dalla cultura messicana e dall’incontro con lo stile High Flyng della Lucha Libre, portò Hayabusa alle vette di popolarità e successo che oggi conosciamo.

I suoi voli dal paletto che sembravano violare ogni legge della fisica, le sue mosse repentine ed improvvise, la sua resistenza e fisicità, unito ad una maschera presto diventata icona assieme al trucco che decorava i suoi occhi, hanno fatto di Hayabusa l’atleta simbolo degli anni 90 in Giappone: se negli anni 80 il pubblico fece di Tiger Mask la sua bandiera dentro e fuori dal Giappone (più degli stessi Inoki e Baba che avevano invece diviso il pubblico giapponese degli anni 70), nonostante la presenza di un gigante (seppur Junior HW) come Liger nello stesso decennio, Hayabusa fu il vero mattatore degli anni 90 e che portò l’FMW, fino ad allora vista quasi come un fastidio da AJPW e NJPW, ad essere considerata una federazione degna di rispetto.

Il Match che lo consacrò subito nel cuore dei fan fu ovviamente quell’Exploding Cage devastante fra lui e Onita nel 95, che “chiudeva” la carriera del “profeta eretico” (ne seguiranno altri match di “fine carriera” e ancora Onita insegue, nel 2016, esplosioni e filo spinato fra Cho Hanabi e la rinata FMW) e passava in toto il testimone di bandiera della federazione alla Fenice.

Seguiranno epiche faide contro Mr. Gannosuke, Mike Awesome, The Gladiator, oltre al periodo felice e fruttuoso nella seconda metà degli anni 90 in AJPW, dove, aiutato dall’ammirazione di Giant Baba per il lottatore, Eiji potè lottare contro lottatori del calibro di Jun Akiyama o Mitsuharu Misawa.

Un lottatore che seppe anche osare non solo negli spot o nelle tipologie di Match (Hayabusa mostrerà le sue doti aeree anche nelle tipologie più dure di Hardcore Match che animeranno gli anni 90 del Giappone), ma anche nel suo personaggio, quando sperimenta il suo “lato oscuro” (con le gimmick di Darkside Of Hayabusa o Darkside Of  H) o quando, dopo aver dovuto “ritirare” la sua Gimmick nel 1999 su pressioni del Commissione Kodo Fuyuki, creò il personaggio senza maschera di H, ottenendo comunque in queste situazioni l’appoggio del pubblico incondizionato.

E il pubblico lo avrebbe seguito ovunque e su ogni ring, se quel terribile 22 Ottobre 2001, durante un match contro Mammoth Sasaki, Hayabusa non fosse scivolato dalle corde mentre eseguiva il più classico dei suoi Asai Moonsault, cadendo di collo pieno e rimanendo paralizzato.

Non è un caso se dopo quell’episodio e la fine della carriera di Hayabusa, anche per l’FMW arrivò in breve termine il De Profundis: Hayabusa ne era l’incarnazione, l’emblema, la stella più lucente, che gli dava dignità…. Ora che però la Fenice aveva perso le ali, anche l’FMW le perse, con gli sviluppi che tutti conosciamo.

Ma Hayabusa non rimase con le mani in mano: oltre a fare di tutto per rimettersi in forma (fra interventi e fisioterapie), continuò a gravitare nell’orbita del Wrestling: prima come Commissioner nella FMW fino alla sua chiusura, poi nei vari eventi revival della storica federazione, alternandola alla sua carriera di cantante.

Ma ogni apparizione, a fianco di amici o “eredi” della Fenice (come Hayabusacito o Hayabusa II) , il pubblico ha tributato il suo grande affetto alla Fenice, che aveva fatto sperare che le sue ali potessero tornare, grazie anche ai progressi delle terapie fatte: da riuscirsi ad alzare dalla sedia a rotelle con le sue forze fino al momento più commovente, avvenuto lo scorso anno, alla cerimonia dei 10 Rintocchi in onore della sua carriera, dove, con l’aiuto di una stampella, è salito da solo sul Ring:

Vedere omoni come Tenryu o Kobashi, gente che siamo abituati a veder vendemmiare Chop devastanti e match fra i più duri della storia del Puroresu, piangere come bambini assieme al pubblico per la gioia di vedere l’amico e collega camminare da solo, con le sue forze, aveva commosso anche me e sperato, un giorno, non magari di lottare un Match, ma vederlo di nuovo camminare e salire sul ring senza nessun ausilio.

Invece purtroppo non avremo questa gioia, perché la Fenice Eiji si è spenta.

Ma la Leggenda di Hayabusa, dei suoi Match, degli atleti che ha ispirato (Dragon Kid ha più volte detto che deve ad Hayabusa se è diventanto un lottatore, così come atleti come Pac/Neville o BxB Hulk hanno più volte citato e omaggiato Hayabusa come fonte di ispirazione alla loro carriera) e di quello che ha simboleggiato e simboleggia tuttora, non si spegnerà mai.

Lunga vita alla Fenice.

In chiusura, vi invito anche a rileggervi lo splendido articolo che a suo tempo El Rika scrisse dedicato alla leggenda di Hayabusa nel 2011 per PuroresuMission, lo potete trovare QUI.

 

Enrico Bertelli “Taigermen”