Nel giro di pochi minuti, grazie ad susseguirsi di frasi sensate, Jey Uso è passato dal midcarding al Main Event. Se fino al giovedì Jey era ritenuto un personaggio mediamente carismatico, che solo attraverso un lungo procedimento costruttivo e col passare del tempo, tanto tempo, sarebbe potuto diventare l’antagonista naturale di Roman Reigns, dopo il segmento di Smackdown di venerdì scorso, Jey ha ottenuto tutte le credenziali necessarie nel giro di qualche minuto.
La cosa simpatica è che tutto ciò non è stato grazie a lui, o meglio, solo a lui. Il lavoro sporco lo ha fatto Paul Heyman al microfono, quando ha dipanato la matassa in cui gli Usos e la Bloodline si erano impelagati. Un promo durato qualche minuto, il cui il “Wiseman” è riuscito a porre Jey sotto una luce diversa, a dargli uno spessore che qualche minuto prima non gli era ancora riconosciuto. Paul, con un pizzico di malizia e una piena conoscenza del business, è riuscito a rendere il travaglio interiore di Jay, il travaglio interiore dell’intero WWE Universe. Ossia l’indecisione di chi deve scegliere tra la famiglia e la gloria. Schierarsi col fratello traditore Jimmy, che colpendo il Capotribù ha tirato inevitabilmente in ballo anche il gemello, oppure condannarne le gesta restando dalla parte di Roman e Solo. A dimostrare che la scelta non è semplice neppure per chi è “esterno”, i cori contrastanti del pubblico che ora si schieravano per Jimmy, ora facevano eco ai discorsi di Heyman.
Paul, in maniera magistrale, ha dato credibilità a Jey, ne ha descritto con estremo realismo le tribolazioni emotive e, con la scelta di contrapporlo a Austin Theory per il titolo US nel fine serata, lo ha valorizzato come lottatore in singolo. Ovviamente questo non è frutto del solo Paul Heyman, ma è un lavoro di concerto con la dirigenza, ma il modo in cui è stato annunciato questo match è stato del tutto “organico” alle premesse fatte da Heyman all’inizio, e cioè che l’ascesa di Jey verso il posto di futuro Capotribù è appena iniziata.
Certo, nel Main Event poi si poteva “spingere” un po’ di più, magari facendoci capire qual’è la scelta ufficiale di Jey. Invece si è optato per il solito finale confusionario che, se usato ancora in futuro, rischia di stancare. La gente vuole sapere in maniera definitiva che ne sarà della Bloodline, anche perché i tempi sono maturi, e tergiversare ulteriormente per aumentare gli ascolti o la vendita di biglietti rischia di svilire la narrativa. Per quanto mi riguarda, penso che Jey debba schierarsi contro Roman una volta per tutte, per “sganciarsi” dalla sua personalità della qual ombra rischia di restarne vittima. In seguito spero che la coppia degli Usos venga “rimodulata”, con Jimmy destinato a fare da manager del più quotato Jey. Sono sicuro che, se si lavora bene, “Main Event” Jey Uso non farà rimpiangere né Sami Zayn, né tantomeno Cody Rhodes.