Dopo 22 puntate si è conclusa la quarta stagione di Lucha Underground. Una stagione che potrebbe rappresentare il canto del cigno del progetto. O forse no, chissà.
Intanto possiamo analizzare pregi e difetti di questa stagione. Prima che iniziasse già sapevamo che il budget non era più quello stellare della primissima stagione dove, secondo quanto riportato anche da Dave Meltzer, il costo per ogni sessione di taping si basava attorno ai 400mila dollari. Un’enormità in termini di costi da cui è difficile trarre ricavi, soprattutto se si considera Lucha Underground come uno show Tv e non una promotion che può riuscire a incassare soldi dagli house show o dai pay-per-view. La seconda e la terza stagione, pur dovendo rinunciare ad alcuni nomi, hanno continuato su questo andazzo. Per questa stagione, che è rimasta in dubbio fino all’ultimo proprio per i costi avuti dalle precedenti e la poca voglia dei produttori di andare ancora a perderci, hanno dovuto abbattere certi costi come l’affitto dell’ex Tempio a Boyle Heights. Hanno ripiegato sulla Union Central Cold Storage, una ex ghiacciaia in una zona industriale di Los Angeles. Per quanto inizialmente sia stato strano vedere lo show in una location diversa, devo dire che personalmente questo cambiamento non ha minato la qualità dello show. La regia invece ha effettivamente avuto problemi a ricreare l’atmosfera delle prime stagioni.
Un altro problema, su cui loro stessi hanno saputo fare ironia, è stato proporre contratti lunghi ben sette stagioni che sarebbero dovute essere registrate in poco meno di quattro anni. Promessa che non è stata mantenuta, con molti nomi che avevano raggiunto una certa popolarità proprio grazie alle prime stagioni ma che non potevano apparire in Tv negli States. Ad inizio 2018 si è trovata una soluzione a ciò offrendo la risoluzione del contratto (come ad Angelico) o permettendo ai propri atleti di lottare ad Impact (King Cuerno, Cage, Pentagon, ecc..). Devo dare atto a Lucha Underground di aver trovato anche un modo originale per giustificare la partenza della maggior parte di quelli che non sono voluti rimanere. Matanza Cueto con i suoi sacrifici agli Dei ha avuto così un suo ruolo senza dover girare per forza attorno al titolo massimo.
Il lunghissimo periodo che ha diviso la terza stagione e la quarta ha anch’esso ‘rovinato’ la serie. Tanto che alcuni dettagli relativi ad alcune storyline si è dovuti andare a recuperarseli perchè non più presenti nei meandri della propria memoria. Altre storyline invece sono state inspiegabilmente sotterrate per poi risorgere ad Ultima Lucha Cuatro.
I nuovi arrivi nel roster non hanno entusiasmato. Jake Strong in primis è sembrato Pupo in mezzo ai Beatles. Non ha dato quasi nulla in termini di lottato (salvo il match con Mundo) e mi è parso spesso che stesse sul ring solo per incassare un assegno in più. Sami Callihan è morto e resuscitato atteggiandosi come uno zombie-rettile. Sarà che non sono esattamente un suo fan ma anche lui mi è parso essere un pesce fuor d’acqua. L’altro ex WWE è Wade Barrett, ma essendo comparso solo nell’ultima puntata non posso dare un giudizio. Posso però domandarmi come mai, al termine di UL4, i producer abbiano rivelato quanto sia stato difficile riuscire a completare questa stagione con il budget ridotto. Non so a quanto ammonti il cachet di Strong o di Barrett, ma qualcosa mi dice che prendono molto di più di un Aerostar qualsiasi. Gli altri arrivi, quelli meno conosciuti, non hanno inciso. Sammy Guevara si è visto pochissimo, il che è un peccato perchè per Lucha Underground era perfetto. Un pò meno perfetto ma con più spazio a disposizione è stato XO Lishus. Ha un buon atletismo, ma sinceramente avrei fatto a meno di vedere un uomo twerkare.
Passiamo però ai pregi: come detto più volte da Danilo durante i podcast, Lucha Underground è lo show che aspetti durante la settimana. E lo aspetti perchè è un’ora di wrestling diversa da ciò che vedi di solito e soprattutto piacevole e senza tempi morti. Questa è forse una delle poche cose che sono, per me, rimaste invariate dalla prima edizione.
Gli altri punti forti di questa quarta stagione sono stati ovviamente i personaggi. Se da una parte si è storto non poco il naso per i nuovi arrivi, dall’altra ci si è potuti focalizzare su quelli che erano li dall’inizio ma che per un motivo o per l’altro non avevano avuto tanto spazio e/o tante vittorie. Tra questi potrei citare El Dragon Azteca Jr. e The Mack. Interessante anche la storyline riguardante Fenix in versione Dark, anche se visto il risultato di UL4 non ha avuto il finale sperato. Antonio Cueto, seppur con qualche dubbio iniziale, si è rivelato un personaggio simpatico nella sua ‘cattiveria’. Se da una parte permetteva che Matanza rifornisse gli Dei con i suoi sacrifici, dall’altra ha portato una tavolata di tacos al matrimonio dei Mundo’s. E i tacos sono pur sempre i tacos.
Da apprezzare anche i personaggi di contorno, come il fastidiosissimo Famous B o la carica messa nell’annunciare i wrestler di Melissa Santos. Nota di merito anche per Catrina che ha avuto il suo spazio nella prima parte di stagione. Da grande fan di Eddie Guerrero ho trovato emozionante il segmento nella seconda parte di UL4 dove sua figlia Shaul ha eseguito i Tre Amigos accompagnati dalla Frog Splash di Chavo.
Un finale cinematografico che lascia le porte aperte ad una possibile quinta stagione grazie a quel laconico ‘To Be Continued’. Sinceramente non sono molto ottimista a riguardo, perchè da che mondo è mondo gli investimenti devono portare dei ricavi. Altrimenti si parla di beneficienza. In finale, nonostante questa stagione sia stata vicinissima a fare il cosiddetto ‘salto dello squalo’, sarei più che felice nel vederne una quinta.