Dopo dieci giorni, l’eco di Wrestlemania XXXII si sente ancora. I fan, occasionali e non, discutono di quanto accaduto e dei risultati, delle decisioni prese post-ppv e delle gesta degli atleti. Non è stata una grande serata di wrestling, bensì una grande serata di spettacolo.

La WWE deve cambiare marcia. Non basta dotarsi di decine di atleti indy, o cercare pubblico altrove. Chi ha sempre preferito le alternative, continuerà ad essere un occasionale pronto a spendere i propri soldi nelle indy e commentare Raw o Smackdown semplicemente leggendo i report. Gli ascolti inoltre continuano a scendere, piano ma scendono. Una volta il noto commentatore di wrestling nel web Manuele Poli mi disse che la WWE non avrà mai paura finché nella Road to Wrestlemania gli ascolti si alzeranno rispetto al resto dell’anno. Purtroppo per la prima volta i telespettatori non sono aumentati sensibilmente, a pochi ha dato interesse capire la costruzione del ppv più importante dell’anno. Non ingannino gli oltre centomila di Dallas, Wrestlemania è seguito perché è uno spettacolo unico, non per altro. Anche perché in giro nei tour, Smackdown continua ad avere vendite ridotte, Raw vivacchia mentre NXT fa un sold out ogni 7/8 flop.

La situazione non è per niente florida. Quindi se la WWE vuole creare uno show veramente importante in vista del 2017, deve iniziare a seminare ora. Come? Propongo qualche idea.

Card compressa e con giusti obiettivi. Abbiamo avuto un evento di sette ore, con tanti (troppi) riempitivi che hanno abbassato la capacità totale del ppv. Un preshow anonimo, alcuni match senza molto senso, storyline non seguite passo dopo passo, un vincitore finale coerente ma poco amato per un lieto fine amaro. Abbiamo capito che quest’anno la WWE ha voluto dare spazio a tutti gli effettivi del roster, ma più che un pregio questo è stato un difetto. Occorre dunque capire se è necessario dotarsi di un preshow combattuto, se è necessario tenere una Battle Royal fine a se stessa o utilizzare stipulazioni speciali che di speciale non hanno più nulla (Ladder Match a più uomini e Hell in a Cell). E se la battle Royal fosse un modo non solo per vincere una statuetta ma anche per ottenere una title shot da sfruttare al ppv o nei Raw successivi? Il match non conterrebbe solo jobber ma anche wrestler importanti e adatti ad una vittoria. E se invece dell’accozzaglia per il titolo intercontinentale ci fosse un match singolo di altissimo livello? Quest’anno avremmo avuto Zayn vs Owens. Meno match e una selezione più accurata della card può certamente migliorare la media del ppv totale.

Più wrestling logico, meno spettacolo fine a se stesso. Certo la vittoria di Ryder ha sorpreso positivamente, ma poi tutti si sono chiesti “perché? Era necessario?”. Dopo sappiamo che no, visto quanto accaduto, no. E allora sarebbe bastato un match singolo come detto sopra, meno shock e più interesse. Idem per la battle royal, comprendente vecchie stelle ammaccate e un Shaquille O’Neal preso per montare una ridicola sfida con Big Show. Con un obiettivo diverso, magari questo segmento non sarebbe stato l’unico ricordo di un match indecente. Idem i segmenti con le star del passato, atte ad affossare i giovani d’oggi. E Undertaker vs Shane a che è servito?

Salvate il futuro, salutate il passato. La strada per Wrestlemania deve partire adesso, devono essere posti ora i tasselli della prossima edizione. Se gli ascolti sono bassi non dipende solo dal poco appeal delle storyline, ma anche dal poco appeal degli atleti coinvolti a causa di quelle storyline. Occorre ringraziare il passato, guardarlo di tanto in tanto per nostalgia canaglia, ma anche saper guardare al futuro. Forse il roster WWE non è mai stato così pieno di talento, va sfruttato al massimo. Basta guardare alla attitude era, basta proporre Foley Micheals Austin e Rocky che squashano i ragazzi d’oggi. Basta rifare la storyline dell’autorithy uguale e identica a 15 anni fa, con lo stesso copione e gli stessi vincitori. Occorre dare ai ragazzi d’oggi la gloria che si meritano, la stessa acquisita negli anni da Brock Lesnar, John Cena e Randy Orton: rimuovere il passato, battendolo, può essere la via per risollevarsi. Sul momento potrà sembrare sgradevole e poco appropriata, ma col tempo la gente capirà lo scopo.

Rispetto per i wrestler, rispetto per i fan. Perché una stella come Alberto Del Rio (che può piacere o non piacere) deve essere impelagato in una rissa con tre vecchi e sconfitto? Perché Ambrose, che ha bisogno del salto definitivo, deve farsi impelagare in un match sottotono e perdere? Occorre rispettare la bravura dei wrestler e dar loro le occasioni per non perdere di vista il proprio status. Quel che la WWE sta cercando di fare è annettere i talenti indy col presupposto che una volta fuori dalle proprie mura saranno grandi grazie ad essi. Ambrose però era una stella prima e avrà lo stesso status una volta uscito da lì. Idem tutti gli altri. E proprio per l’appeal che possono riscuotere su un pubblico disaffezionato al prodotto, la federazione dovrebbe garantire al pubblico i migliori match in assoluto per le proprie card: Owens vs Rollins, AJ Styles vs Ambrose, Balor vs Nakamura, Kalisto vs Zayn sono solo piccoli esempi. In una card speciale devono esserci match speciali, ovvero quelli che creano le grandi stelle, i grandi vincitori e vinti, ognuno col suo grado di grandezza. Senza dimenticare le donne, per le quali sarebbe d’ordine pensare qualcosa di più: il main event di qualche puntata di Raw o addirittura di un ppv. Se rivoluzione deve essere, che lo sia in tutto e per tutto.

Create gli eroi definitivi. Il finale di Wrestlemania è sintomatico di come i gusti del pubblico siano diversi da quelli della dirigenza. Di come il wrestling sia cambiato, così come sono cambiate le esigenze dei fan, ormai meglio informati su tutto ciò che gira nel mondo. Roman Reigns non è stato l’eroe del ppv, né Brock Lesnar, né Baron Corbin, né Charlotte, né Chris Jericho, né Zack Ryder (applaudito sì, ma rimane comunque un jobber. Non si inventano gli eroi dall’oggi al domani), né i New Day (affogati nel post match in un mare di birra), né Undertaker. Abbiamo delle eroine, le Divas del match migliore della serata ma il ppv non era per loro. E allora che si creino dei face veri e soprattutto degli heel veri. Sono gli heel che creano gli eroi, senza…. i face non avranno mai gloria. Guardate i grandi exploit di Chris Benoit, John Cena, Eddie Guerrero, Batista, Daniel Bryan, CM Punk. La gente ha bisogno di riconoscersi e quale palcoscenico migliore di Wrestlemania XXXIII?

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.